“Nego il consenso che la mia patria usi insetti”: perché credevamo che il punto più basso della tragicomica saga delle “autorizzazioni su Facebook” si fosse toccato con le “fonti russe” che pretendevano di dettare la politica estera del Governo un messaggino pro-Putin al giorno.
Ci eravamo purtroppo sbagliati. Con l’antieuropeismo d’accatto virato sulle bufale contro gli insetti, era fatale saremmo tornati a questo punto.
In realtà questa danza cosmica di traboccante decadenza e consensi negati che ci costringe ancora una volta ad agire collettivamente comincia da molto, molto lontano.
Ogni anno, ormai da anni, un bizzarro messaggio diffuso sui social “nega il consenso all’uso delle foto e dei commenti su Facebook in case civili e penali”.
L’irrazionale giustificazione di tale messaggio affondava le ragioni nelle teorie cospirative dei “freemen on the land”, ovvero del “Popolo Unico” e degli “individui sovrani”. Ovvero la teoria per cui le leggi non esistono (tranne quando fanno comodo), gli Stati Sovrani sono stati pignorati dai Poteri Forti secoli orsono e quindi ogni cittadino può nominarsi “Fondazione individuale di se stesso” o “Cittadino sovrano di se stesso” per imporre l’uso della “Lex Mercatoria” al prossimo, costringendolo a trattare con se stessi come se fossero Stati.
Quindi invocando convenzioni e statuti a caso si voleva costringere Facebook a derogare ai suoi stessi termini e condizioni d’uso, anzi alle norme degli Stati Individuali stessi minacciando Facebook di “gravi conseguenze legali” se avesse “fatto la spia”, bloccando e consentendo ad altri (autorità compresa) la lettura di commenti usati per molestare e importunare il prossimo.
Il passo successivo di questa bizzarra teoria fu pensare in grande: se pensavi di aver “sottomesso Facebook” con l’equivalente giuridico di una “Supercazzola” di Amici, potevi passare a bullizzare governi e amministrazioni.
Un successivo messaggio negava il consenso all’isolamento COVID, sulla falsa riga del precedente.
Seguito ad un messaggio in cui un esercito di filoPutiniani taggava il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, taggando l’Ambasciata Russa per rendere “vigente” la loro decisione, per imporle di non inviare supporto all’Ucraina.
Naturalmente con nessun altro risultato se non strapparci una risata. Risata raddoppiata dal messaggio in cui i nostri “cittadini sovrani” ora negano l’autorizzazione al consumo di insetti.
Senza però rendersi conto del numero immane di fake news al riguardo, riportate qui, qui, qui e qui ad esempio.
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