Il Caso

Musk regala un Cybertruck a Kadyrov? Lui ringrazia

Musk regala un Cybertruck a Kadyrov, che ringrazia: la notizia, assolutamente vera e confermata quantomeno da Kadyrov, è una delle cose assurde (ma spiegabili) di questo conflitto.

AGGIORNAMENTO: Confermiamo il “confermato da Kadyrov” ma arriva a giorni di distanza (ci è voluto il 19 Agosto) una smentita di Musk che però non risolve alcuni aspetti della vicenda. Quelli più controversi.

Se non ci fosse anche un bizzarro unboxing in cui Kadyrov cerca di convincere se stessso che un SUV elettrico con una mitragliatrice sia “un vero animale invulnerabile e veloce” avremmo archiviato il video tra le testimonianze filorusse convinti seriamente di aver visto stregoni, maghi e supersoldati aggirarsi per i campi di battaglia.

Tutte cose di cui abbiamo video, come questa.

Ovviamente non stregoni, maghi e superuomini ritratti in video, ma gente che con assoluta serietà descrive la loro sovrannaturale presenza come con assoluta serietà Kadyrov si dedica al bizzarro unboxing.

Musk regala un Cybertruck a Kadyrov? Lui ringrazia

Nel bizzarro evento Kadyrov definisce Musk come “il genio più forte del nostro tempo” oltre che “un grande uomo”, per poi invitarlo a Grozny dove ha promesso di riceverlo “come il mio più caro ospite”.

Musk regala un Cybertruck a Kadyrov, che ringrazia

Comprendiamo come in una Russia in cui persino i droni sono ormai fatti di mezzi alquanto raccogliticci e il peso delle sanzioni influisce sull’apparecchiatura militare un SUV elettrico a mitraglia sembri un profilo della tecnica.

Ma diventa ragionevole chiedersi se lo stesso Elon Musk che aveva inviato Starlink in Ucraina, salvo poi proporre improbabili e assurdi “piani di pace” sbilanciati verso Putin affidati ai sondaggi X sia consapevole che Kadyrov è il peggior influencer che si possa avere al momento.

Oppure sia consapevole di essersi creato una cospicua bolla di Yes Men per cui inviare regali da unboxing a qualcuno definito “simpaticamente” il “tagliagole” e che ha risposto all’accusa di torturare omosessuali con “non potrei perché in Cecenia non ce ne sono”, legato a doppio filo al governo Russo e considerato tra gli attori delle principali azioni del conflitto è un atto perfettamente accettabile, e quindi continua ad assecondare la sua bolla mettendosi contro la società civile nel suo complesso.

Aspettiamo dunque una smentita, o quanto meno una presa di distanza o una spiegazione sul come l’assurdo dono sia finito lì.

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