Arrivano le prime multe per mancanza di Green Pass a Trento. E arrivano proprio al McDonald’s, catena di fast food nell’occhio dei nopass per aver (già da molto tempo precedente il pass) introdotto un binario di prenotazione per tavoli interni ed esterni. Cosa che ricordiamo, era già di uso al McDonald’s da tempi precedenti al Pass, ma di grande utilità ora.
E per essere, agli occhi di alcuni nopass particolarmente confusi, territorio Americano in Italia e quindi esente dalle regole.
Tutto questo non ha salvato tre utenti in violazione delle regole, e l’esercizio commerciale, dalle sanzioni.
C’è stata infatti grande confusione, spesso fomentata dagli stessi nopass, spesso data da una comunicazione istituzionale rapida e confusa, sui meccanismi di verifica.
Nonostante le teorie nopass per cui si possa fruire dei servizi di cui ai DPCM 17 giugno 2021 e DPCM 17.06.2021 e D.L. 105/2021 senza esibire il Green Pass, se non direttamente sostituendolo con improbabili autocertificazioni, e nonostante le prime incertezze su chi e come avrebbe controllato il pass, è chiaro a chi spetta l’onere.
L’esercente dovrà sempre controllare, in ogni caso, la presenza del Green Pass, eventualmente decidendo di richiedere documento di identità per i casi di dubbio. Esattamente come un tabaccaio è tenuto a fare nel caso venda tabacchi ad un “volto nuovo” che gli pare troppo giovanile per essere un maggiorenne.
La Circolare del Viminale emanata il 10 Agosto aveva ulteriormente precisato che in ogni caso vi sarebbero stati controlli campione delle autorità di polizia, giudiziaria e amministrativa.
Così è avvenuto: in un momento di assenza del responsabile (fonte: Alto Adige) le autorità hanno riscontrato che era stato dato accesso ai tavoli all’interno a tre clienti non muniti di Green Pass.
Le multe per mancanza di Green Pass a Trento sono dunque state quattro: tre per i clienti, ed una per l’esercente.
Esercente che, ricordiamo, oltre alla sanzione pecuniaria rischia, alla terza recidiva, la chiusura dell’esercizio fino a dieci giorni.
Elementi questi che dovrebbero essere più che sufficienti a rendere sommamente conveniente per gli esercenti non essere “leggeri” nei controlli.
È in fatti a tutta evidenza nel loro interesse essere “pignoli” piuttosto che lassisti: i controlli ci sono, e funzionano. Inoltre effettuando i controlli a regola d’arte la circolare ricorda che eventuali casi di inganno non facilmente riconoscibile (documento di identità o dati di persona simile e/o di età compatibile) ricadranno sul cliente infedele e non sull’esercente.
E ricordiamo che non solo l’esercente, ma anche il personale al suo servizio (camerieri, stewards, hostess, collaboratori…) potranno e dovranno effettuare i controlli.
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