È morto Mikhail Gorbaciov a 91 anni. Con lui, che aveva chiuso un’epoca, si chiude un’epoca. Ironico assistere al suo trapasso mentre il mondo che aveva contribuito a creare va in frantumi.
Perché proprio la Glasnost (trasparenza) e Perestroika (ristrutturazione), parole chiave della sua dottrina, avevano reso possibile al mondo riunirsi, e Occidente e Oriente reincontrarsi dopo tanto tempo. Non più come nemici, non più con sospetto, non più sbirciandosi dal buco della serratura con invidia del “lusso occidentale decadente” o con timore della “glaciale freddezza russa”, ma come amici pronti a condividere il mondo.
Ed ora tutto questo, proprio nei mesi precedenti la sua morte, è in pericolo se non sfumato.
Mikhail Gorbaciov nasce da una famiglia contadina dell’URSS Sovietica. Vive la vita di un giovane comunista sovietico dei suoi anni: nella Gioventù Comunista nei primi anni della sua vita, per poi andare a studiare a Mosca e laurearsi in Giurisprudenza.
Negli anni della laurea, la militanza politica e l’incontro con l’amore della sua vita, Raissa Titarenko, cui sarà fedelissimo sposo fino al 1999, anno in cui lei lo lascerà per prima. I due riuniranno nella morte solamente oggi.
La sua carriera politica fu rapida come una folgore: nella gerontocrazia diventare Segretario generale del PCUS a 54 anni era una gran cosa: eppure lui ci riuscì, portando tutte le innovazioni apprese come delfino di Cerenko e titolare del Politburo che l’avevano portato a viaggiare per l'”ostile” Occidente incontrando personalità di rilievo e capi di stato.
Con Gorbacev al controllo la Guerra Fredda si avviò alla conclusione, arrestando la corsa agli Armamenti e firmando lo storico trattato di Reykjavik con Reagan, dando così il la alla riduzione degli arsenali atomici.
Proprio lui che aveva gestito il duro colpo di Chernobyl si trovò a ridurre gli armamenti, e creare una politica interna ed economica che reintrodusse la proprietà privata delle imprese di servizi, nell’industria manifatturiera e in settori del commercio esterna e limitò le influenze dei conservatori.
Tra il 1989 e il 1990 egli vide cadere il Muro di Berlino e fu eletto primo e ultimo presidente di una Unione Sovietica politicamente rinnovata dal Congresso dei rappresentanti del popolo dell’URSS (il primo parlamento costituito sulla base di libere elezioni nella storia del Paese).
Sopravvisse ad un drammatico golpe voluto dai conservatori, e vide la dissoluzione e la caduta dell’URSS.
È morto Mikhail Gorbaciov, spento da una lunga malattia.
I suoi oppositori non gli hanno mai perdonato la fine della “gloria sovietica” che chi vuole soffocare l’Europa tutta nel fuoco e nel fumo della Guerra invoca continuamente, il mondo gli ha riconosciuto un Nobel per la Pace e un ruolo per scongiurare i terrori nucleari.
Ma ora si è ricongiunto all’amata compagna, a coronamento di una lunga vita tra eventi storici.
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