È morto Jason David Frank, cultore delle arti marziali, gestore di un suo dojo, atleta delle arti marziali miste, ma per coloro che erano ragazzini negli anni ’90 Tommy Oliver, il primo mai dimenticato Green Ranger.
La carriera di Jason David Frank comincia, come quella di molti volti del piccolo schermo e alcuni del grande, per caso.
Haim Saban, produttore televisivo, stava cercando un telefilm da ammanire ai ragazzini nei weekend. Decise così di comprare i diritti di una serie televisiva giapponese “Zyurangers” (ironicamente, parte di un filone, i “Super Sentai”, nato da collaborazioni e ispirazioni con la Marvel Comics del “sorridente” Stan Lee come fusione dell’amore dei Giapponesi per i Supereroi e per le storie di guerrieri “magici”).
Avrebbe usato la serie solo in parte, cucendo le scene di combattimento con gli stuntmen in costume e i robot contro i mostri (il famoso “Megazord”) ad una commedia adolescenziale con cinque giovanotti liceali che tra compiti in classe, palestra e arti marziali, combattono i terribili mostri della strega spaziale Rita Repulsa (l’attrice originale giapponese, Machiko Soga, ridoppiata con battute sopra le righe) agli ordini dell’eroe spaziale Zordon.
Proprio una serie irripetibile di coincidenze lancia la carriera di Jason David Frank
In Zyuranger il gruppo di personaggi era composto da principi e guerrieri di una antica tribù, e un plot prevedeva il fratello perduto dell’eroe, resuscitato per un tempo limitato ma irretito dalla malvagia strega Bandora (il personaggio diventato Rita Repulsa) per combattere uno scontro fratricida col fratello a cui avrebbe consegnato i suoi poteri.
Saban si trovò così a dover avere bisogno di un sesto giovanotto aitante e a doverlo usare inizialmente per un tempo limitato.
Decise così di affidare a Jason David Frank, all’epoca giovane esperto delle arti marziali, il ruolo di Tommy Oliver. Rivale del protagonista (il Red Ranger) nelle arti marziali, irretito anche egli da Rita Repulsa e munito da lei di poteri e uno Zord per annientare gli odiati Power Rangers.
L’arco narrativo di Tommy Oliver sarebbe dovuto durare solo quattordici episodi: Tommy sconfigge i Rangers, Jason il Red Ranger guida il gruppo alla riscossa, Tommy viene sconfitto e si libera del controllo di Rita Repulsa, Tommy si unisce ai Rangers, Rita Repulsa furiosa lo priva dei grandi poteri che gli aveva concesso per evitare che vengano usati contro di lei, Tommy riesce a trasferirli all’amico/rivale/alleato/cultore delle arti marziali Jason portando alla sconfitta della strega (evitando così di mostrare ai ragazzini americani lo spettacolo di un personaggio che muore male)
Ma in America esiste un fenomeno chiamato “breakout character”, il personaggio che sfonda e buca lo schermo. Fonzie avrebbe dovuto durare pochissimo in Happy Days, il tempo di antagonizzare Richie Cunningham e sparire. È diventato il miglior amico del protagonista e volto iconico della serie, protagonista a sua volta.
The Big Bang Theory avrebbe dovuto seguire il punto di vista di Leonard ed essere la storia corale di un gruppo di amici: lo stralunato nerd Sheldon Cooper è diventato invece il protagonista assoluto, con tanto di spin-off dedicato alle sue avventure da ragazzo negli anni ’90 texani.
Ad un certo punto Jason David Frank ha bucato così tanto lo schermo che Saban non riuscì più a “liberarsi di lui”. Commissionò ai giapponesi della Toei nuove scene con gli stuntmen e l’attrice di Rita Repulsa per mantenere attivo il personaggio di Tommy Oliver, e quando le scene finirono, come in una goffa soap opera, cominciò a mescolare il materiale che aveva con scene prese dalla serie giapponese successiva, “Dairanger”.
In un nuovo arco narrativo così i ragazzini americani furono accolti dalla scena di Zordon che, pur di non perdere le abilità di guerriero di Tommy Oliver, crea per lui un “nuovo potere”, e come un Gandalf futuristico per ragazzini, trasforma il Green Ranger nel “White Ranger”, nuovo leader della squadra di cui persino il rivale Jason deve riconoscere potere e maestria.
Da allora il personaggio di Tommy Oliver ha sempre fatto parte del franchise, diventando leader di tutti i team successivi (man mano che Saban creava nuove serie dal materiale giapponese), fino a riapparire nelle vesti ormai adulte di un importante scienziato, paleontologo ed esperto di Power Rangers a sua volta, insieme leader, guida e occasionalmente Ranger, riapparendo in varie vesti nel franchise fino al 2018 (nonché in fumetti e videogiochi in forma “virtuale”).
Jason David Frank non ha mai rinnegato la fama portatagli dal Franchise, diventando una presenza attivissima sui social e incorporandola ai suoi successi nelle arti marziali.
E purtroppo per noi, tutto questo è finito a soli 49 anni.
La famiglia mantiene il rigoroso riserbo sulla morte, lo staff chiede rispetto. Fonti vicine all’attore parlano però della sconfitta più grande della carriera.
L’uomo che sul grande e piccolo schermo aveva sconfitto streghe e mostri, beffato la morte e superato ogni avversità sarebbe caduto sotto i colpi di una gravissima forma depressiva di cui soffriva dopo uno sfortunato divorzio, ricordandoci l’importanza che bisogna dare alla cura delle condizioni di disagio e sofferenza mentale.
Gli sopravvivono amici, familiari, e l’ultimo progetto della sua vita, il film “Legend of the White Dragon”, la cui uscita era prevista per il 2023.
La trafica fine di JDF ci riporta alla mente peraltro la “maledizione dei Power Rangers“, la triste combinazione che vuole attori principali e comprimari della saga andare incontro ad un tragico destino.
Solo nella serie originale ricordiamo la fine di Machiko Soga, interprete di Rita Repulsa stroncata da un cancro pancreatico nel 2006, il gentile barista Ernie (Richard Genelle) morto a 47 anni di infarto nel 2008, Erik Frank, fratello di Jason David Frank sia nella vita che nello show, morto giovanissimo a 29 e Thuy Thang, Trini la Yellow Ranger della serie originale morta a 27 anni per un incidente stradale.
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