Della morte di Janna Gommelt ci siamo occupati in due precedenti articoli. Il 4 aprile abbiamo riportato le prime notizie sul caso basate sostanzialmente sulla testimonianza di Michael Douglas, il compagno della ragazza, che sin dall’inizio ha contestato un ritardo dei soccorsi per un gap linguistico. Secondo Michael, infatti, il 118 non sarebbe stato in grado di intervenire tempestivamente in quanto gli operatori non parlavano l’inglese. Il 6 aprile abbiamo aggiornato la nostra analisi riportando le repliche della Regione Lazio e dell’Ares, che invece sostenevano che tutto si fosse svolto correttamente. Nell’ultima settimana Repubblica ha diffuso le carte che smentirebbero le dichiarazioni dell’Ares con l’orario di intervento che dimostrerebbe, piuttosto, il ritardo dell’ambulanza.
Come detto in apertura, in un primo articolo abbiamo riportato le prime notizie sul caso basate, soprattutto, sulle dichiarazioni di Michael Douglas, il ragazzo di Janna Gommelt. La ragazza è morta il 20 gennaio 2022 dopo aver accusato un malore a bordo del camper con il quale aveva intrapreso un viaggio lungo l’Europa insieme al compagno. Nello stesso articolo riportavamo la replica dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio e dell’Ares.
Nel secondo articolo abbiamo riportato la contro-replica di Michael alle dichiarazioni della Regione Lazio e dell’Ares. Sostanzialmente, Michael contestava un ritardo dei soccorsi dovuto a un gap linguistico: il ragazzo parlava di due telefonate da 10 minuti, mentre la Regione e l’Ares dicevano che i soccorritori si sarebbero portati sul posto in 18 minuti e che tutto si sarebbe svolto correttamente.
Il 21 aprile Repubblica ha pubblicato un aggiornamento sul caso. La redazione ha ottenuto il documento del pronto soccorso in cui è riportato l’orario di intervento dell’ambulanza, registrato alle 16:30, dunque 51 minuti dopo la prima telefonata partita dal telefono di Michael Douglas. Con questo dato, scrive Repubblica, “le carte dimostrano il ritardo dell’ambulanza” e verrebbero smentiti i 18 minuti contestati dall’Ares come tempistica dell’intervento.
Al pronto soccorso la ragazza è “giunta cadavere” e nella voce Cause e circostanze dell’evento viene riportato: “Trovata in arresto dal personale del 118, in asistolia già all’arrivo del mezzo“. La ragazza è morta per infarto.
L’articolo di Repubblica è riservato agli abbonati, ma Open e Vanity Fair hanno riportato il contenuto. Nei loro articoli leggiamo che gli operatori hanno somministrato a Janna Gommelt tre dosi di adrenalina e due di cordarone. Al suo arrivo all’ospedale Grassi di Ostia, alle 17:07, la ragazza era già morta e il medico di turno non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.
Le fonti riportate scrivono che la famiglia ha ricevuto il referto dell’autopsia solamente 80 giorni dopo il decesso. La vicenda sulla morte di Janna Gommelt potrebbe non essere ancora chiusa.
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