Molestie durante l’adunata degli Alpini a Rimini: la risposta dell’ANA e di Salvini
Tengono ancora banco le notizie sulle molestie durante l’adunata degli Alpini, una vicenda alimentata non soltanto dalle segnalazioni comparse sui social. Dopo le testimonianze arrivate da Rimini è arrivata la risposta dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA), ripresa poi dal capo della Lega Matteo Salvini che sui social mantiene una posizione ferma per difendere il corpo militare.
Il caso
Le segnalazioni sulle molestie durante l’adunata degli Alpini sono arrivate a seguito della 93esima sfilata tenutasi tra il 5 e l’8 maggio tra Rimini e San Marino. A dar voce alle testimonianze, come riporta Il Post insieme ad altre testate nazionali (Il Fatto Quotidiano, Rai News), è stata l’associazione Non Una Di Meno Rimini che sui canali social ufficiali ha pubblicato le segnalazioni arrivate da tante donne, protette dall’anonimato.
Alcune testimonianze sono state raccolte in questo post pubblicato su Instagram il 5 maggio:
Siamo alla seconda giornata dell’adunata nazionale degli alpini, accolti come il miglior ospite che Rimini potesse aspettarsi.
Sono già numerosissime le segnalazioni di molestie e catcalling da parte di alpini, per lo più ubriachi, ai danni di donne di ogni età, ancor più pesanti quelle subite sul luogo di lavoro da chi non può rispondere a tono o sottrarsi a questa violenza.
Come dal miglior copione della violenza patriarcale, ai commenti sessisti seguono quelli razzisti con vari inviti a persone nere e razzializzate a “tornare a casa loro”, senza contare che queste persone sono già a casa propria, sono cittadin* di Rimini mentre gli invasori a ben guardare sono dei pennuti militari.
Incredibile ma vero, un gruppo di oltre 400.000 uomini, imbevuti di machismo patriarcale, concentrati in un solo luogo allo scopo di ubriacarsi, genera una dinamica di branco in cui si fa a gara a chi ce l’ha più duro e ognuno si sente in diritto e in dovere di reclamare il possesso del corpo di ogni donna che gli passa accanto.
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Da Twitter arrivano altre testimonianze, come nel caso dell’account Diario di una barista sottopagata che il 7 maggio ha pubblicato quanto segue:
Sono riminese, sono una barista e soprattutto una donna.
Fra ieri e oggi quello che ho subito dagli alpini è svilente di ogni donna.
Un alpino ha provato a leccarmi sulla bocca mentre prendevo un ordine al tavolo.
Uno mimava un atto sessuale mentre mi giravo per sparecchiare.Un altro mi ha spinto in modo da farmi sedere sulle sue ginocchia.
I commenti neanche li conto perché sarebbero troppi.
I commenti delle persone sono sempre “ma è stata una goliardia”
Questa non è goliardia.
Questa è molestia.
Un altro mi ha spinto in modo da farmi sedere sulle sue ginocchia.
I commenti neanche li conto perché sarebbero troppi.
I commenti delle persone sono sempre "ma è stata una goliardia"
Questa non è goliardia.
Questa è molestia.#alpini #adunanzadeglialpini#nonunadimeno— Diario di una barista sottopagata (@asdrubaletalco) May 7, 2022
Per portare alla luce la vicenda e alzare la voce contro i casi segnalati dalle vittime, Non Una Di Meno Rimini ha organizzato, lunedì 9 maggio alle 20:30, una contro-adunata per sensibilizzare sull’argomento.
La risposta dell’ANA
A seguito delle ripetute segnalazioni di molestie durante l’adunata degli Alpini riportate da Non Una Di Meno e riprese dai quotidiani nazionali, lunedì 9 maggio l’Associazione ha diffuso un comunicato. Nella prima parte l’ANA condanna gli atti contestati:
Dopo la serie di segnalazioni raccolte da alcuni social network relative a molestie che sarebbero state rivolte ad alcune decine di ragazze durante la 93a Adunata Nazionale degli Alpini, conclusasi ieri a Rimini e San Marino, l’Associazione Nazionale Alpini prende ovviamente le distanze, stigmatizzandoli, dai comportamenti incivili segnalati, che certo non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodisce e porta avanti.
L’ANA, in seguito, entra nello specifico:
Al tempo stesso, però, sottolinea che, dopo gli opportuni accertamenti, risulta che alle Forze dell’ordine non sia stata presentata alcuna denuncia; rileva poi che quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però non possono certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall’Adunata.
Ancora:
L’Ana, inoltre, fa notare che ci sono centinaia, se non migliaia, di giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione: a costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comperare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella. Un occhio esperto riconosce subito un cappello “taroccato”, ma la tendenza è nella maggior parte dei casi a generalizzare. La grandissima maggioranza dei soci dell’Ana, poi, a causa della sospensione della leva nel 2004, oggi ha almeno 38 anni: quindi persone molto più giovani difficilmente sono autentici alpini.
L’ipotesi dell’ANA, quindi, è che tra gli Alpini riunitisi per la 93esima adunata vi fossero dei giovani infiltrati che indossavano un cappello “taroccato”, quindi “ritiene ingeneroso e ingiustificato veicolare un messaggio che associa la figura dell’alpino a quegli episodi di maleducazione“.
Il dirigente Cortesi e il presidente Favero
Repubblica ha interpellato il presidente Sebastiano Favero e il dirigente Massimo Cortesi. Il primo ha rilasciato un messaggio video, il secondo ha accettato un’intervista.
Favero ha annunciato: “Stiamo aspettando se effettivamente ci sono denunce in tal senso. Se le denunce coinvolgeranno alcuni nostri associati ovviamente prenderemo provvedimenti“. Al Resto Del Carlino sempre Favero ha ribadito che al momento non risulterebbero denunce, ma che verranno presi provvedimenti qualora i casi venissero accertati.
Cortesi ha aggiunto:
Se avremo riscontri diretti di persone denunciate, contro di loro l’associazione prenderà provvedimenti: li espellerà. Questo è quanto possiamo fare, al resto penserà la magistratura. Ma vi prego: non confondete gli alpini con questa gentaglia.
La nota di Matteo Salvini
Nelle ultime ore è arrivata anche una presa di posizione da Matteo Salvini, che nella tarda serata di ieri 17 maggio ha commentato la vicenda sui social:
Giusto condannare episodi di molestie o maleducazione, se sono stati segnalati (anche se all’ANA non risulta depositata alcuna denuncia).
Scorretto e indegno invece additare il glorioso corpo degli Alpini, da sempre esempio di generosità, sacrificio e rispetto, come simbolo di violenza e volgarità. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma giù le mani dalla storia, dal passato e dal futuro degli Alpini.
La vicesindaca di Rimini: “Mai accusare un gruppo”
Il 6 maggio la vicesindaca di Rimini Chiara Bellini ha pubblicato un commento sui social:
Ritengo che non si debba accusare mai un gruppo o una categoria di persone solo perché fanno parte di essi alcuni poco di buono, delinquenti o molestatori. Sarebbe come dire che tutti i tifosi di calcio siano degli ‘ultras violenti’ o che una particolare nazionalità denoti propensione a delinquere solo perché ad essa appartengono individui che hanno compiuto reati.
Chiara Bellini, in seguito, spiega di aver contattato l’ANA e di aver messo al corrente i suoi vertici delle numerose segnalazioni di molestie durante l’adunata degli Alpini.
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