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Miyoo A30: Miyoo ci riprova (ma questa volta il risparmio si vede)

Ci siamo lasciati tempo fa con la recensione del Miyoo Mini Plus: ora con più esperienza sui prodotti della casa recensiamo assieme il Miyoo A30. L’ideale per dare al ragazzino di casa un qualcosa con cui divertirsi nei lunghi viaggi in macchina, per dare al retrogiocatore un oggetto che non abbia pudore o paura di portare in tasca e, generalmente, qualcosa che in un certo senso è sia migliorativo che peggiorativo del prodotto più noto della casa, il Mini Plus.

Dobbiamo infatti partire da una serie di considerazioni. La prima è che la gloria del Miyoo Mini (Plus) come abbiamo imparato ad apprezzare si chiama OnionOS.

Miyoo A30: Miyoo ci riprova (ma questa volta il risparmio si vede)

Ovvero la possibilità di avere un gadget con cui giocare non solo nel senso proprio, ma anche migliorare e riprogrammare con nuovi emulatori. Al momento per l’A30 ci sono solo progetti embrionali e la MainUI originale, semplice ma poco performante.

A parte questo, le promesse ci sono: si riparte dalla situazione del Plus agli esordi: un oggetto carico di promesse mantenute solamente nei mesi successivi.

Partiamo dall’inizio, l’imballo

L’occhio vuole la sua parte, quindi terremo le statistiche di sistema per dopo. Laddove il Mini ci aveva “viziato” abituandoci ad un imballo professionale con cartoncini, manuali e quello che avresti trovato in negozio, l’A30 tradisce le sue origini economiche.

Non ho trovato nella confezione neppure un set di pellicole per il piccolo schermino IPS (in alcune foto resterà la pellicola temporanea per questo, un po’ “provvisoria” ma che non occlude la qualità del prodotto). Anzi, neppure la confezione.

L’A30 arriva nella sua custodia in EVA (per carità, bella ed elegante) inserita in un guscio antiurto a bolle ficcato in un anonimo scatolone fin troppo grande e anonimo, tipico di quando semplicmente compri del materiale porno online e non vuoi che in famiglia lo scoprano.

Miyoo Mini Plus e scatola contro Miyoo A30 e scatola/custodia

Se l’occhio vuole la sua parte, si comincia malissimo.

Aprendo però la piccola confezione scopri con piacere che essa è piena fino di accessori (ancorché meno di quanti dati col Mini Plus): un cavetto USB per l’alimentazione, un cavetto USB per usare le cuffiette (l’A30 non ha un jack autonomo), il desiderato manuale e infine una SD da 64 GB anonima col vizietto di autodistruggersi come la media dei prodotti della casa.

Memore della pessima esperienza col Mini Plus mi sono procurato infatti due schedine: una anonima di qualità decente per gli esperimenti e una Sandisk da 128 GB per duplicare immediatamente il contenuto della originale 64 Gb e far finta che essa non sia mai pervenuta.

Le caratteristiche hardware

Varie indiscrezioni parlano del progetto dell’A30 lasciato nell’aria da diverso tempo: infatti sotto la scocca dall’aspetto retro batte il cuore di un Allwinner A33 ARM Cortex-4c A7 @ 1.5GHz con 512MB di RAM DDR3, architettura datata (classe 2011) ma ancora usata per dispositivi di media-bassa gamma e più che sufficiente per la pletora di emulatori forniti al lancio (e che soluzioni “provvisorie” come Spruce cercano di incrementare nell’attesa della venuta del desiderato OnionOS).

Schedine a confronto: conviene partire da una Sandisk 128. Due, se volete sperimentare

Il piccolo display IPS OCA da 2,8 pollici con risoluzione da 640×480 pixel è più che sufficiente, ad esempio, per giocare a Mario 64 e Megaman Maverick Hunter X rispettivamente per Nintendo 64 e PSP (grandi assenti desiderati della Mini).

Una geniale intuizione è stata incorporare un controllo analogico, rendendo quindi possibile l’emulazione della PSP, del 64 e più agevole l’uso di DosBOX (esistente solo negli SO “sperimentali” come Spruce però), prelevato però dai ricambi per Nintendo Switch.

Esattamente: avete l’analogico di un JoyCon, e neppure quelli con effetto Hall. L’analogico standard, infame tra i giocatori per la sua capacità di driftare (ovvero, usurandosi e sporcandosi, registrare posizioni fantasma) e incassato abbastanza nella scocca per impedire l’uso di “joycon grip”, i “bottoni gommosi” usati per proteggere il cappuccio e fungere da presa addizionale contro il sudore.

Ciò nonostante, l’analogico da JoyCon è assai performante, e volendo è perfettamente possibile installarne uno aftermarket con “Effetto Hall”, ovvero sensori magnetici che lo rendono immune a sporco e usura.

Maverick Hunter X, gioco che avrebbe potuto astrattamente essere giocato sul Mini, ma non per causa della mancanza di Analogici

Come il Miyoo Plus l’intera console è costruita per essere facilmente riparabile, modificabile e ritoccabile alla bisogna, il che era già un punto forte, anzi fortissimo delle passate versioni.

Quanto alla scocca dal punto di vista più fisico del termine, va detto che la stessa segue il codice di linguaggio a cui Miyoo ci ha abituati, ovvero riproduce console passate dell’era Nintendo.

Dove il Mini è di fatto un GameBoy 2.0 in edizione economica, non rifinito come Analogue Pocket o altri prodotti per tasche ben più profonde, e dove la casa ha annunciato un Mini “pieghevole” dall’aspetto dell’Advance SP, l’A30 sceglie la strada del diventare un “mini mini”, ovvero replicare le forme del Game Boy Micro, che a sua volta era l’ultimo addio alla generazione Advance, un GBA rinchiuso nella scocca dei “Game and Watch”,  gli “scacciapensieri” partoriti dalla mente di Gunpei Yokoi.

Oggettivamente questo garantisce all’A30 tutti i pregi e tutti i difetti della console del 2005, che fu lanciata come “oggetto per il consumatore che tiene all’immagine”, ricordiamo.

Form factor e dimensioni a confronto: Nintendo Game&Watch (repro), Nintendo Game Boy Advance, Miyoo A30, Miyoo Mini Plus

Puoi agevolmente portare un A30 dove un Mini Plus non potresti portarlo, essendo più ridotto di mole, con un numero di giochi potenzialmente superiore (anche se OnionOS espande di moltissimo il numero di emulatori presenti) e abbastanza ergonomico, ma con mani un po’ “corpulente” potresti già avere qualche piccolo problemino e per quanto la posizione dei tasti di gioco sia perfetta, la posizione di volume e menù non è tanto intuitiva.

Per capirci, laddove la Switch ha il tasto di accensione in cima e il tasto home sul frontale, l’A30 ha il tasto Home in cima e il tasto accensione sul lato assieme ai led.

L’altoparlantino interno è soprendentemente funzionale e dal volume elevato, e la scelta di colori della scocca comprende diversi temi storici ispriati a Nintendo.

Una batteria da 2600 mA fornisce un tempo di gioco simile a quello del Mini, e come il Plus ha un modulo wifi, assegnato ad un economico chip “made in Shenzen”.

L’unico accesso alle cuffie

Un pesante neo, e intendo assai pesante (almeno per chi intende usare la consolina in treno o sui mezzi pubblici) è il fatto che non esiste un jack cuffie. Esiste un adattatore da USB-C a jack audio, che però funziona solo in mono, e funziona solo con cuffiette senza microfono.

O meglio, con le cuffie con microfono funziona solo se inserito in un senso rispetto all’altro, e non posso garantire che non si formino contatti dove non dovrebbero.

Dovrete quindi procurarvi un paio di auricolari il più semplici possibile, non usando quelli in omaggio col cellulare (sicuramente con microfono) per sentire solo da un lato.

Il software non ha previsto forme di Dual Mono (mono duplicato sui due canali altrimenti stereo). Ma del resto, probabilmente l’audio in cuffia è stato ritenuto secondario.

Il software

Il sistema Operativo, una variante del MainUI tipico della casa, è il vero anello debole della catena.

Per carità, rispetto al MinUI delle console Mini e Mini Plus è migliorato, e la versione che ho ricevuto io è già aggiornata all’ultima revisione (la prima aveva problemi sulla luminosità).

Il che è buona cosa: mettere gli aggiornamenti su MEGA come ha fatto Miyoo significa condannarsi ogni volta ad un lungo, lungo periodo di attesa, e questo va messo nella lista dei punti negativi.

Uno dei temi nell’OS Stock

La versione di MainUI incorporata, che curiosamente ma non troppo ha diversi temi grafici a tema OnionOS, con tanto di logo (Miyoo e il team OnionOS sono rispettivamente a conoscenza e in cooperazione l’uno con l’altro) ma non ha OnionOS (vedremo perché) ha imparato dalle lezioni del passato, ed ora comprende non solo un menù per tarare il piccolo JoyCon incorporato (cosa come abbiamo visto necessaria) ma un menù per procedere ad un lieve underclock e overclock della CPU.

Ciò nonostante, la mancanza di ottimizzazione rispetto a OnionOS si percepisce già con titoli più performanti a partire dall’era Advance in poi: ho riscontrato qualche piccolo rallentamento in giochi come Broken Sword per il GBA, ma niente di che.

Gli stessi problemi che avevo con la MinUI di Mini Plus e che OnionOS ha fatto sparire come per magia. Al lancio è possibile emulare le stesse consoline emulate dai predecessori, quindi Arcade/Cabinati (MAME e NEOGEO), Dreamcast, NES, SNES, GameBoy di tutti i tipi fino all’Advance, Master System, Mega Drive, Playstation prima generazione, Game Gear, NeoGeo Pocket, WonderSwan, PC con MS-DOS e Pico-8 (ancorché non con la possibilità di usare il firmware virtuale acquistato da Lexaloffle, bensì il solo firmware emulato.

Updater online

Curiosa la scelta di nascondere gli emulatori di Atari VCS e 5200 e Commodore 64/VIC20, DOSBOX, Vectrex e tutti gli altri emulatori “messi in chiaro” su OnionOS all’interno di “sottomenù” non di rapida accessibilità fino al momento in cui le relative cartelle per i file ROM (i file relativi alle “cartucce virtuali”) non vengono rempite, colpa presente anche in Spruce.

Peccato che però viene fatto perdonare dalla presenza di appositi menù per il Netplay, o multiplayer in rete locale/digitale che dir si voglia e la possibilità di aggiornare i core RetroArch direttamente da MainUI, nonché di menù HUD attivabili durante il gioco sullo stile di Nintendo Switch.

Sostanzialmente, MainUI di A30 si dimostra essere un colossale “vorrei ma non posso” che vorrebbe realizzare la vocazione online di OnionOS senza però riuscirvi e stimolando il desiderio di “alternative”.

Immagine di Spruce, la cosa più simile a OnionOS (ma più una MainUI ritoccata…) che potreste avere, fonte Reddit

Semplicemente, ci sono meno funzioni, meno possibilità, meno emulatori di quanto OnionOS ci aveva abituato, ed in un certo senso viziato.

Per i più coraggiosi, SpruceOS ripristina una certa immediatezza.

Proprio durante la stesura di questo articolo stavo effettuando un update OTA da OnionOS 4.3.1 a 4.3.1-1 sul Mini Plus e contemporaneamente mi sto allegramente ammazzando a preparare due SD, una stock e una con SpruceOS per le prove.

Traccia della scheda di rete “Shenzen Bilian”

E questo credetemi fa tutta la differenza del mondo tra una console retro che userai spesso per tutti i titoli ed una console che userai comunque con piacere, ma sognando che “tutto vada meglio”.

Eppure, il fatto di poter aggiornare i core online dovrebbe rendere astrattamente possibile la possibilità di avere aggiornamenti OTA dell’interfaccia.

Ma le alternative?

Tra le alternative abbiamo il citato Spruce, descritto come un “Sistema Operativo rifinito”, che, effettivamente, migliora le prestazioni e semplifica l’interfaccia, aggiungendo salvataggi automatici e una maggiore ottimizzazione.

L’autore di OnionOS al lancio ebbe modo di dichiarare

“right now I’m waiting for the whole team to receive their copy, then we’ll discuss the possibility of porting Onion to it. With a different processor, a 90° rotated screen and the little other hardware differences, there’s a lot of work ahead to port Onion to it.”

Ovvero

“Al momento sto aspettando che tutto il team [di sviluppo] riceva un’unità, poi discuteremo della possibilità di creare un port di Onion. Con un processore diverso, uno schermo ruotato di 90 gradi e altre piccole differenze ci sarà un sacco di lavoro necessario per arrivare al porting”

Cosa che allo stesso toglie e aggiunge speranza.

Al momento questo è tutto, ma ricordiamo che anche il Miyoo Mini non ebbe OnionOS al lancio.

Ma esiste una community

Avere avuto Spruce a poche settimane dal lancio è senz’altro il segnale che la community di utenti Miyoo è ancora attiva e vitale. Nello stesso tempo sono arrivati il corteggio di accessori e modifiche fanmade: custodie magnetiche, bottoni customizzati ad esempio, e nei vari gruppi utente chiusi già c’è chi progetta e produce gusci alternativi in metallo e non in plastica.

La forza delle console Miyoo è sempre stata nell’essere essenzialmente progetti per smanettoni di tutte le età: fortunatamente per noi, l’A30 non è da meno.

Tracciamo un bilancio

Il punto di forza dell’A30 è essenzialmente il suo punto di debolezza: l’essere una console mini “al risparmio”.

Uno smanettone “puro” non aspetta altro: un congegnetto da una cinquantina di euro che possa essere di fatto smontato, elaborato, modificato, espanso, riprogrammato perché, male che vada ne prendi un altro e se va “meno male” puoi reperire facilmente ricambi, vuoi dalla rete di assistenza Miyoo (che a livello hardware è molto responsiva, a livello software ostacolata dai firmware hostati su MEGA e altre sbavature così), vuoi dal fatto che alcune parti sono comuni e “da scaffale”, prendi gli analogici da JoyCon.

Ma lo stesso smanettone puro piange lacrime di sangue pensando alla confezione del Mini Plus, che sarà sulla fascia di prezzo immediatamente superiore (60-80 euro in offerta e non 40-50) ma quantomeno ti arrivava con una scatola dall’aspetto professionale, pellicola di protezione, lettorino USB (di scarsa qualità, ma almeno c’era) per la schedina SD in omaggio e manualetto, ognuno nella sua pratica alcova nella scatola.

Anche l’occhio vuole la sua parte.

La MainUI è un deciso passo avanti rispetto alla MinUI del Mini e del Mini Plus che incorpora alcune delle soluzioni che Alexis Créteur, “padre nobile” di OnionOS aveva desiderato per il Mini Plus, ovvero Netplay e un sistema (almeno parziale) di OTA incorporato per i core di RetroArch.

In fondo, tra menù e qualità non sarebbe neppure una pessima esperienza

Ma non è ancora al livello di prodotti maturi come OnionOS (nonostante la presenza di temi “ispirati a OnionOS” faccia pensare che Miyoo guardi con piacere al progetto OpenSource e fan) e l’esistenza di Spruce al momento più che diventare risolutiva si esprime come la prova del fatto che il desiderio di soluzioni alternative è ancora forte.

Ma sulla fascia di prezzo indicata, vorrei far notare che fino a poco tempo fa l’idea di emulare decentemente un Nintendo 64 in un affarino da 40-50 euro da ficcarsi in tasca poteva sembrare fantascienza, ed ora ci siamo arrivati.

Ho insistito sulla scarsa fascia di prezzo, ma oltre ai 40-50 euro va aggiunto sicurmente qualcosa.

Un pacchetto di pellicole ad esempio, dai due ai sette euro, ma sicuramente una schedina SD decente, e potreste approfittare del Prime Day ormai prossimo per una 128 Gb Sandisk in offerta. Una pezzuola per occhiali, e qualche gioco in offerta su itch.io come Goodboy Galaxy e Batty Zabella epr GBA e GameBoy standard, ad esempio.

I difetti ci sono, lo ammetto: ma buona parte di loro saranno archiviati quando Spruce sarà maturo e quando e se arriverà OnionOS.

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