L’abbiamo già visto ai tempi del terremoto in Turchia, è un argomento che torna dopo i disastri derivati dal cambiamento climatico anche in Italia: la teoria secondo cui gli animali possano prevedere i terremoti.
Prove aneddotiche ce ne sono, ma nel senso più semplificato del termine. Ovvero sono stati osservati e documentati casi in cui animali da fattoria o di compagnia hanno esibito condotte inusuali in prossimità di una calamità. E stop. Non c’è ancora, e probabilmente non ci sarà mai, abbastanza materiale per stabilire un vero e proprio “nesso eziologico”, un confermato rapporto di causa ed effetto.
Apre le danze la società di Sismologia Americana, che definisce la semplice aneddotica una “prova assai debole”. Ci sono sostanzialmente una lunga serie di ragioni per cui uno o più animali potrebbero discostarsi dal comportamento normale, non tutte riguardanti i disastri naturali e molte viste “ex post”.
Ad esempio hai un cane, e questo di tanto in tanto disturbato da un rumore ambientale abbaia. Non ci fai caso fino al giorno in cui un’alluvione non ti arriva alle porte di casa. A quel punto “colleghi” le due cose dichiarando con una evidente fallacia di falsa causa che il tuo cane, moderno “Gramo“, ha predetto il terremoto.
Una diffusa teoria, smentita dalla mancanza di prove, vuole che gli animali siano tutti muniti di un “sesto senso”, una specie di radar paranormale per il disastro che gli esseri umani hanno perso evolvendosi.
Una ipotesi (tenendo conto che parliamo di ipotesi) è che molti animali hanno sensi più sviluppati dei nostri e sensi più atrofizzati: un cane ha un’acutezza visiva e una percezione dei colori subottimali per gli standard umani ma un eccellentissimo udito e olfatto, e molti animali navigano il mondo con un diverso bagaglio sensoriale rispetto al nostro.
Un animale potrebbe quindi percepire i “segnali precursori” prima di noi, specialmente rumori, odori e vibrazioni, come una persona con un udito eccellente potrebbe sentire una trave che scricchiola prima che una persona con un udito meno acuto se la ritrovi in testa.
Basarsi solamente però su ipotesi basate sulle sensibilità animali potrebbe essere pericoloso: al momento non esistono strumenti per prevedere i disastri, ma possiamo potenziare gli strumenti per vederli e segnalarli il prima possibile
Sistemi satellitari ad esempio per tenere sempre sotto il vigile occhio elettronico località a rischio, o sistemi di comunicazione come IT-Alert per avvisare la popolazione di un disastro nel minor tempo possibile.
Sottrarre risorse dedicandosi a improbabili studi sul “sesto senso animale” ci porterà a rinunciare a tutto questo.
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