Miti e leggende sull'informatica – bufale.net
Ed ora, per qualcosa di diverso, approfitto di questo spazio per rispondere ad alcuni dubbi apparsi sulla rete e… riguardanti la Rete stessa. O meglio, gli strumenti con cui quotidianamente ci approcciamo ad essa: computer e cellulari.
Mito 1: Il virus che distrugge un computer
Ne avrete sentito spesso parlare, magari dall’amico “esperto” o con velleità di hacker. Insomma, tutti abbiamo in casa ormai un aspirante Anonymous dei poveri, equivalente moderno del cuginetto che si vantava, ai tempi di Karate Kid, di “conoscere quella mossa segreta che ti entra il naso nella faccia e poi muori”.
La leggenda del naso nella faccia ha oggi il suo equivalente moderno nella frase “Conosco un virus così potente che distrugge il PC”
Tranquilli: nessun virus ha questo effetto (tranne alcuni rari esemplari come Stuxnet, ma con effetto limitatissimo, vedremo). Effettivamente nel passato dell’Informatica programmi in grado di rovinare un computer in modo irreversibile ce ne sono stati, ma perlopiù affini ai “killer Poke“, ovvero programmi scritti apposta per “forzare” un computer ad andare oltre le sue specifiche. Esempi comuni alla nostra memoria possono essere rintracciati nei programmi che, sul Commodore 64, facevano “sbattere” la testina del lettore floppy di qua e di là nel driver componendo il ritmo di melodie note… con l’effetto di dover poi portare il driver a sistemare perché perdendo la calibrazione diventava incapace di leggere alcunché.
Un virus moderno con gli stessi effetti di quelle istruzioni è lo Stuxnet, creato per danneggiare le centrifughe delle centrali nucleari. Ma attenzione, tale danno non avviene in modo istantaneo e per “virtù miracolosa”: come per i programmi per suonare El Condor Pasa sui floppy dei vecchi Commodore 64, Stuxnet aggira i controlli di funzionamento costringendo le centrifughe (e non i PC infetti) a funzionare più a lungo e con più velocità del solito, invecchiandole precocemente. E tale virus ha richiesto:
Vista la complessità del virus, per la sua realizzazione si sarebbe dovuto impiegare un team di programmatori di diverse discipline e la verifica di sistemi reali per evitare di bloccare il funzionamento del PLC. Secondo tecnici Siemens la creazione di questo malware avrebbe richiesto mesi, se non anni, di lavoro se eseguita da una sola persona
Il vostro virus informatico “medio” si accontenta invece di danneggiare i dati o rubarvi copia degli indirizzi di posta ed altri dati utili per i nefandi usi dei suoi creatori. Può anche farlo in modo “spettacolare”, corrompendo ad esempio il settore di avvio del vostro disco in modo da rendervi il PC inaccessibile, ma non danneggiandolo.
Si è anche studiato il modo di inserire istruzioni nocive nei firmware, nelle istruzioni primarie di dispositivi, ottenendo ad esempio una webcam che si attivi senza accendere l’apposita lucina di segnalazione (con quel che ne consegue in rischio privacy) o tastiere che registrino i dati battuti, ma anche così basterebbe sovrascrivere il firmware alterato con un firmware “sano” e risolvere il problema.
Bob Brankin si è posto questo problema, e l’ha risolto così:
I am NOT trying to say that a computer virus can’t damage files or destroy data. Of course it can. And 15 or 20 years ago, old-school hackers might have been interested in doing that type of thing. But today, viruses are not created to destroy hardware or data. Viruses are created to steal data and money, to send spam, or to disrupt other users with denial of service attacks. And they’re written so as to do their dirty work in secret. Virus creators WANT your hard drive to last a long time, so they can continue to use your computer to do their bidding.
Io non sto cercando di dirvi che un virus non possa danneggiare files o distruggere dati. Naturalmente può. E 15 o 20 anni fa, gli hacker di vecchio stampo erano interessati a fare questo genere di cose. Ma oggi i virus non sono creati per distruggere hardware o dati. I virus sono fatti per rubare soldi e dati, per mandare spam, per rovinare l’utilizzo dei computer altrui con attacchi DDoS. E sono scritti in modo da fare il loro lavoro sporco in segreto. I creatori di virus vogliono che il vostro hard disk duri a lungo, per continuare a servirsi del vostro PC per i loro voleri.
Of course, computer components such as hard drives, motherboards, RAM, graphics cards and power supplies can wear out, or burn out. But those things are caused by defects in manufacturing, poor quality materials, overheating, or power surges. If a computer repair tech tells you a virus caused it, take your computer somewhere else.
Naturalmente componenti informatici come dischi fissi, motherboards, RAM, schede video ed alimentatori invecchiano e si rompono. Ma queste cose sono causate da difetti nella produzione, scarsa qualità dei materiali impiegati, sovraccarico e picchi di tensione. Se un tecnico vi dice che è colpa di un virus, portate il vostro computer altrove.
If you (or your Cousin Vinny) disagree with my opinion that a virus cannot physically damage a hard drive, please let me know! And please, cite a credible source when you do. Your comments and questions are welcome below…
Se voi (o vostro cugino) non siete d’accordo con la mia opinione che non esistano virus in grado di danneggiare un disco fisso, mettetemene a conoscenza! Per favore, citando una fonte credibile. I vostri commenti e domande sono benvenuti.
Lo scrivente ritiene tale appello verosimile, ricordandovi che anche pratiche di utilizzo come l’overclocking, ovvero lo spingere un PC oltre le sue prestazioni garantite, non danneggiano direttamente l’hardware, ma semplicemente lo costringono ad operare a temperature maggiori per un maggior numero di tempo, invecchiandolo precocemente (ci sono precauzioni che i più accaniti seguaci dell’overclocking mettono in cantiere per ovviare a questo problema, ma questo non è né il tempo, né lo spazio per parlarne)
Mito 2: l’obsolescenza programmata ci costringe a cambiare il nostro hardware funzionante
Sapete la storia: si compra un cellulare nuovo, passa un annetto ed appare un modello più nuovo, più bello e performante. Il vostro cellulare improvvisamente sembra essere più brutto, vecchio e lento. E date la colpa al produttore, ipotizzando che abbia creato “aggiornamenti killer” per danneggiarlo e costringervi a cambiarlo.
Fatto è che niente di tutto questo appare: semplicemente il mercato va avanti e dopo un po’ decide di ignorarvi.
Non è mai saggia cosa ignorare gli aggiornamenti, che contengono sovente correzioni a difetti bug e falle di sicurezza.
Però… se sentite il calo di prestazioni col tempo, potreste non essere del tutto nel torto. Semplicemente, è una funzione della frammentazione.
Le case produttrici di software si rivolgono all’utente medio. E l’utente medio ha ancora una certa abitudine ad inseguire le novità. Devono essere pronte, preparare aggiornamenti che supportino i cellulari e le versioni software più moderne. E nel farlo, inevitabilmente i vecchi modelli cominceranno a trovare sempre meno software a loro disposizione, ed il software ancora in grado di girare magari sarà stato collaudato e testato su modelli più performanti.
Finché, semplicemente, gli aggiornamenti smetteranno di arrivare, perché per il produttore non è più conveniente lavorare su tutti i modelli ancora operativi, ma solo su quelli monetizzabili ed ancora in garanzia, sui quali, insomma, il cliente può ancora avere pretese ed affidamento.
Aggiunge a tale processo di invecchiamento il fatto che a ridosso di un aggiornamento software molti cellulari effettivamente funzioneranno peggio per un certo periodo. Ad esempio un articolo su iOS, il sistema operativo degli iPhone, ricorda che:
And there’s likely to be some, because iOS updates change things. All sorts of background tasks run during and immediately after an update. Date is restored. Apps and media are re-downloaded. Indexes are rebuilt. Libraries are migrated. That can consume a lot of resources and impact performance for a short period of time, compounding the perception.
Ci saranno probabilmente problemi, perché iOS nei suoi aggiornamenti cambia delle cose. Ci sono molti programmi che funzionano in background prima e dopo un aggiornamento. Dati da ripristinare, applicazioni e media da riscaricare, indici da ricostruire, librerie da migrare. Si consumano molte risorse e le performances vengono ridotte per un breve periodo di tempo, confondendo la percezione.
Ed anche gli update di Android e Windows non sono meno inclini a lavorare per un breve periodo subito dopo l’aggiornamento principale.
Ci sono poi negli aggiornamenti software funzioni disegnate per i nuovi modelli sul mercato, inaccessibili ai vecchi, che aumentano la percezione un gap.
Ammettiamolo: il vostro cellulare o computer nuovissimo non sarà il Top della Gamma per sempre. Probabilmente già un anno dopo apparirà un modello migliore e più potente, e tutti gli aggiornamenti software del mondo non renderanno il vostro dispositivo più potente. Più sicuro forse, a volte più facile da usare. Ma non più potente: non si rende più potente un’automobile vecchia con della vernice ed una marmitta nuova. Ma almeno la rendi più presentabile e marginalmente più sicura.
Mito 3: Il computer va lasciato sempre acceso per non logorarlo / Spento sempre per non consumare la bolletta
Anche qui ci sono due eccessi in contrapposizione, e la virtù è nel mezzo. Nessun dispositivo elettronico andrebbe acceso e spento velocemente per capriccio, ma ipotizzando un uso normale, accendere un portatile la mattina per spegnerlo a pranzo, ad esempio, non genera alcun problema.
Inoltre molti computer moderni, non solo portatili ma anche fissi, hanno la possibilità di metterli in “stop”: un computer in pausa ha un consumo di energia minimo, ed il vantaggio di poterlo “rianimare” in pochi secondi ogni volta che ti serve. Potete quindi usare il computer coi vostri ritmi, tenendolo ad esempio in stop quando non lo state usando o spegnendolo la sera, sapendo che se doveste per ipotesi lasciarlo acceso tutto il giorno (ad esempio perché a pranzo lasciate che scarichi aggiornamenti importati) non sarà la fine del mondo.
Mito 4: Solo il Salvaschermo può salvare il monitor da danni gravissimi
In questo mito, attenzione, vive un fondo di verità. I primi monitor, monocromatici ed a tubo catodico, erano molto sensibili al fenomeno del burn-in, delle immagini “bruciate” sul monitor, come ad esempio loghi e scritte visualizzate per un certo periodo di tempo.
Gli screen saver nacquero proprio per questo, perché un monitor lasciato acceso non visualizzasse la medesima immagine per troppo tempo.
Oggi? È ancora possibile che una TV o un monitor LCD visualizzino delle immagini in persistenza, ma è un evento molto raro. I tecnici consigliano pertanto di andare cauti con una nuova TV o un nuovo monitor almeno nelle prime 100 ore di utilizzo, ad esempio limitando i videogiochi, che spesso hanno dei menù fissi, i film in widescreen, che hanno le bande nere in fondo, evitando di portare la luminosità al massimo ed usando uno screensaver.
Ma siccome non tutti gli screen saver hanno elementi del tutto mobili, pensate ad esempio a quelli con foto ed immagini fisse, c’è un metodo ancora più sicuro per prendersi cura del vostro schermo: spegnerlo quando non lo usate.
Lo scrivente ad esempio al momento non ha un salvaschermo, ma ha lo schermo del PC impostato per spegnersi automaticamente dopo un certo periodo di inutilizzo, e tanto gli basta ad usarlo con sicurezza.
Infatti:
The chances of getting permanent burn-in are pretty slim these days. You’d have to actually tryto burn in your screen. With regular home use, you’re probably not watching the same persistent image for long enough. If you have a business that shows the same image on screen all day long, that might be a different story, but for most personal use, you shouldn’t have to worry.
Le chances di ottenere marchi permanenti sul monitor sono minime. Devi provare davvero a rovinare il tuo schermo. Con l’uso domestico regolare non riuscirai mai a lasciare la stessa immagine persistente a lungo. Ma se hai un’attività commerciale che ha bisogno di mostrare su un monitor la stessa immagine per tutto il giorno, tutto è diverso: per l’uso medio personale, non dovresti preoccuparti.
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