“Mio cugino che lavora al ministero della Sanità mi ha detto che c’è un batterio nuovo nella carne di maiale”, il messaggio WhatsApp

Ci sono bufale in cui c’è di tutto: la minaccia di un “batterio nuovo” contenuto nella carne, il pericolo straniero, la figura mitologica di mio cugino che conosce cose, e nelle quali WhatsApp è solo uno strumento moderno per diffondere strutture molto antiche.

Torniamo così alla saga delle Urban Legends, le Leggende Metropolitane, antenate delle bufale e discendenti degenerate di fiabe e leggende. Proprio un queste ore su WhatsApp si sta diffondendo questo appello

Appello sul batterio nuovo che trascritto e sbobinato ci fa ascoltare una voce giovane, con una marcata cadenza dialettale, nel verosimile tentativo del narratore di proporsi come una persona semplice, popolare, affidabile

Buonaseeera, io sto scrivendo aa….. a tutti i miei contattiiiii per avvertire di una cosa gra-vis-si-ma. Eee… di cui sono stato informato da mio cugino che lavora al Ministero della Sanità…. eeeeee… ggiornali non ne parlano, i politici non ne parlano, è una vergogna, diffondete e condividete. C’è un batterio nuovo, probbabilmente (sic!) proveniente anzi sicuramente proveniente… dall’estero…eeeeee….cheee…..sossanzialmente (sic!) ha infettato le partite di carne di ma-i-a-le in tuutti i supermercati italiani. A Salerno ci sono già dieci casi e nessuno ne parla. Per favore condividete questo messaggio, grazie

Se volete una bella denuncia per procurato allarme sul groppo, fate pure, non ascoltateci, condividete. Non venite a piangere quando vi arriva la busta verde in casa però.

Il messaggio sul “batterio nuovo” è la riproposizione, da noi vista in altre situazioni simili, della struttura tipica delle Leggende Metropolitane. Abbiamo un soggetto, popolare e simpatico, che scrive (anzi no, registra) un appello riguardante un grave pericolo.

Grave pericolo naturalmente anonimo, confidatogli da un individuo importante (che lavora al Ministero) che è addirittura suo cugino.

Fermatevi un attimo per ascoltare la colonna sonora raccomandata per il resto di questa bufala

Tutti infatti, nella nostra infanzia, abbiamo avuto un cugino, anzi, un cuggino che si è tolto il casco e si è aperta la testa (cit), che ha trovato un cane che invece era un topo, che una gli ha scritto sullo specchio Benvenuto nell’AIDS, che ha visto una senza reggipetto e che una volta si è svegliato in un fosso tutto bagnato che gli mancava un rene e che sa una mossa segreta che se te la fa dopo tre giorni muori.

Alcune persone molto fortunate hanno un cuggino che scopre batteri stranieri che ci invadono, scoperta casualmente ignota ai giornali e che i politici ci nascondono.

Insomma, l’appello riunisce in sé tutti i cavalli di battaglia del ggentismo: il cuggino malamente, i giornali che nascondono al popolo verità facilmente reperibili dal primo primate dotato di pollici opponibili ed accesso ad internet, i politici che nascondono la minaccia straniera (in questo caso monocellulare…) e l’invito a condividere fomentati.

Il risultato? Casi simili sono stati ben rimunerati con una bella denuncia per procurato allarme, e non si poteva fare altrimenti: come abbiamo spiegato più volte, ogni singola nota di richiamo alimentare viene pubblicata sul sito del Ministero della Sanità.

Sostanzialmente, se non trovate sul portale del Ministero della Salute una nota di richiamo, questa non esisterà.

Se nessun giornale vi parla di decine di ricoveri per un batterio nuovo sconosciuto alla scienza, è perché non esistono nè i ricoveri e neppure il batterio.

Potete consumare quindi tutto il maiale che volete: esattamente come le banane “infette dal batterio dell’AIDS” (sic!), siamo di fronte ad una bufala creata per semplice, sadico divertimento o interesse.

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