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Minacce di stupro per Michela Murgia dal gruppo Uniti per Salvini: “Governo legittima registro”

Si torna a parlare di Michela Murgia e delle sue discussioni a distanza con Matteo Salvini, dopo alcune notizie in merito che vi avevamo riportato un paio di mesi fa sulle nostre pagine. Questa volta l’accusa da parte della scrittrice è ben più grave, nonostante tocchi solo trasversalmente la figura del Ministro dell’Interno. Tutto nasce da un’intervento recente della diretta interessata in quel di Bologna, con alcune dichiarazioni rilasciate che sono poi state riportate all’interno di un gruppo Facebook.

Il suo nome è, appunto “Gruppo Uniti per Salvini” e fino a qualche giorno fa risultava aperto. Cosa vuol dire questo? Chiunque, anche i non iscritti, avrebbero potuto visualizzare post e commenti da parte dei seguaci del Ministro. Le cose sono cambiate di recente, quando il post su Michela Murgia ha dato vita ad una serie di insulti che si sono poi tramutati in vere e proprie minacce di stupro. Questo, almeno, quello che emerge dagli screenshot che sono stati pubblicati sempre su Facebook dalla scrittrice.

Un fatto grave, che nemmeno il parziale anonimato di una tastiera poteva lasciare impunito. E così il ricorso di Michela Murgia, con tanto di segnalazione di questi contenuti, ha portato alla loro rimozione. Il gruppo uniti per Salvini non è stato cancellato dallo staff di Zuckerberg, ma ora risulta chiuso. In questo modo i suoi contenuti si potranno visualizzare solo una volta iscritti.

Ora, nonostante il gruppo in questione non sia “ufficiale”, Michela Murgia ha ugualmente condannato l’approccio da parte di Salvini e del suo staff. A suo dire, l’immobilismo in casi del genere non fa altro che legittimare un registro del genere, fatto di odio e di minacce. Resta il fatto che nelle ore successiva la giornalista abbia annunciato sui social la parziale vittoria, dovuta alla revisione dei contenuti da parte dello staff Facebook andata a buon fine.

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