Succede un fenomeno, come per la foto di “Milano ore otto” che non sappiamo come classificare. Sospeso tra precisazioni e disinformazione perché da un lato abbiamo una legittima denuncia, un dubbio più che lecito espresso da un consigliere comunale, Alessandro De Chirico.
Dall’altro abbiamo la sua foto, che circola senza le sue parole, immortalizzata in un clima da eterna Televendita di Mastrota, da Eterno Giorno della Marmotta.
Se ci chiedete quindi lumi su questa foto
E sulla didascalia a essa apposta “Milano ore 8…ma a cena massimo 6…” non possiamo che ripartire da giorni che ormai ci sembrano così vicini eppure così distanti.
Il sei ottobre, quando il consigliere De Chirico affidava a una lettera aperta diffusa a mezzo Social un dubbio
Fermata Cadorna, ore 8.52. I milanesi, caro Beppe Sala, sono molto ligi nell’indossare la mascherina. Si può dire lo stesso di Azienda Trasporti Milanesi? Dove sono i controlli per il contingentamento degli ingressi in metropolitana? Sarebbe il caso di utilizzare il personale delle partecipate o delle cooperative appaltatrici ai tornelli, come avevo proposto lo scorso maggio. Mi consenta, caro sindaco, prima di puntare il dito si preoccupi di fare il suo!
Esprimendo dubbi sulla gestione della questione dei trasporti attuale centro di discussioni in giorni in cui la pandemia vede un momento di criticità.
Il dubbio è sempre lecito, domandare è un atto perfettamente lecito, e rispondere un atto di cortesia.
Secondo ATM
in quel momento, a Cadorna, «era pienamente rispettato il contingentamento previsto dal Dpcm del 7 settembre, che prevede l’aumento di capienza dei mezzi pubblici fino all’80% del normale». Il conteggio elettronico viene effettuato ai tornelli e blocca gli accessi al superamento della soglia prestabilita. Nel momento in cui un treno arriva in stazione, sottolinea Atm, si può creare un «naturale affollamento in banchina tra persone in discesa e in salita», ma sempre in base al Dpcm del 7 settembre, «non si può più parlare di affollamento» perché «non è più previsto l’obbligo di distanza di un metro».
Parliamo quindi di foto scattae in vigenza del DPCM del 7 Settembre, in una situazione meno critica dell’attuale, e del momento di affollamento tra salita e discesa sulla banchina.
Comunque, riteniamo noi, un problema che in questi giorni di difficile convivenza col virus andava sollevato (speriamo con tutto il cuore in questo ultimo anno prima dell’arrivo dei vaccini e delle terapie utili ad affrontare la questione).
Sollevato, ma non avulso dal contesto per mera eristica. Non è quello che De Chirico voleva ottenere con le sue parole.
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