Sappiamo per certo di migliaia di cercapersone dei membri di Hezbollah esplosi in Libano e dintorni: tutto il resto è una spystory che rischia di incrociarsi con la nostra rubrica di tecnologie retro, dato il fatto che per il pubblico generalista il cercapersone ormai è un oggetto che appare nei telefilm ambientati negli anni ’80 e ’90.
Ma per tutta una serie di ragioni Hezbollah, il partito e movimento islamico sciita inserito dal 1997 nella lista statunitense delle organizzazioni terroristiche straniere e ritenuto tale in Israele, nel 2016 designato organizzazione terroristica dal Consiglio di cooperazione del Golfo e della Lega Araba e nel 2013 identificato come latore di una ala militare terroristica dall’Unione Europea era tornato “all’antico”, allo scopo di evitare intercettazioni radiomobili.
Il cercapersone, altrimenti detto beeper, in Italia noto come il Teledrin dal nome del servizio offerto da SIP è sostanzialmente un apparato in grado solo di ricevere messaggi e non chiamate.
In Italia il Teledrin funzionava su una rete FSK a 161,175 MHz, facendo uso del protocollo POCSAG, mentre i cercapersone di tipologia alfanumerica simili a quelli moderni coinvolti nel presunt attacco funzionavano a 466,075 MHz, condividendo quindi in parte le frequenze a 450 MHz con il sistema RTMS, prima rete radiomobile in grado di accettare chiamate in movimento e dismessa nel 1996, passando poi ai ponti TACS ed ETACS (la rete mobile 1G) fino al 2005, data della definitiva dismissione con la riconversione delle frequenze radio per il GSM e le generazioni dal 2G a oggi.
Sostanzialmente, qualora un utente non fosse reperibile, si chiamava il “servizio Teledrin” al 168 e a seconda della generazione di cercapersone si poteva verificare uno dei seguenti due casi:
Sostanzialmente i teledrin sono stati uccisi dalla diffusione massiccia dei primi E/TACS di consumo, come gli StarTAC e la diffusione massiccia dei cellulari GSM: anche esperimenti come lo Swatch The Beep (avveniristico orologio analogico con un piccolo Teledrin nel quadrante) e il Motorola RSVP, una batteria per MicroTAC con un cercapersone in pancia presto caddero sotto i colpi dello squillino su cellulare.
L’ultima rete per uso di consumo è stata chiusa in Russia nel 2021, ma cercapersone vengono ancora usati da agenzie di pubblica sicurezza come comunicazioni di backup o, nel caso di Hezbollah in Libano, per motivi di sicurezza.
Per evitare rischi di intercettazioni e limitare gli attacchi supply chain, ovvero il rischio di comprare cellulari manipolati e con cimici, Hezbollah apparentemente si è affidata a cloni commerciali di uno degli ultimi modelli rimasti.
Parliamo del Gold Apollo Rugged AR924, form factor di tipo Taco (ovvero squadrato), discendente moderno dei Teledrin che furono. Adesso l’AR924 dispone di 85 giorni di autonomia, batterie al litio (mentre i suoi avi avevano batterie al Ni-Cd) e carica mediante un normalissimo caricabatterie USB-C come quelli utilizzati da ogni cellulare, dispositivo elettronico e persino accettando la carica dalle prese USB di computer fissi e laptop.
Oltre alla (presunta come vedremo) limitazione delle manipolazioni, la componente GPS di un moderno smartphone e la capacità di geolocalizzare attraverso le celle radiomobile i feature phone e i simple phone, i cellulari “modello antico” di cui abbiamo parlato ancora in commercio avrebbero potuto costuire fonte di rischio.
Apparentemente sarebbe stato però meglio per gli sventurati iscritti ad Hezbollah usare un normalissimo telefono per anziani stile Brondi o un Nokia.
Una serie di cloni del Gold Apollo, la ditta ha confermato di non averli prodotti ma di aver dato su licenza il prodotto che quindi è stato prodotto da altri hanno cominciato ad esplodere.
I numeri sono incerti: si parla di circa 3000 feriti in tutto il Libano di cui diversi in modo assai grave e 9 morti, ma dato che si parla di eventi recenti i numeri potrebbero cambiare nelle prossime ore.
Ove confermato il numero di dispositivi esplosi, la pista dell’esplosione accidentale sarebbe di fatto una coincidenza astronomicamente impossibile: la mente corre però al Samsung Galaxy Note 7, cellulare incline all’autodistruzione a causa di una batteria fisicamente sovradimensionata che espandendosi col calore e il logorio causato dal tempo si lacerava causando reazioni chimiche ed esplosive.
Il sospetto è che in questo caso interi lotti di AR924 siano stati “arricchiti” da tre microgrammi di esplosivo, sufficienti a lesionare e far detonare la batteria al litio innescando la pericolosa esplosione, attivati da un “messaggino killer”, oppure una sorta di sovraccarico indotto in stile killer poke per surriscaldare i piccoli dispositivi fino a cagionare la detonazione.
Sono tutte belle doma
nde, dato che non sappiamo neppure da dove vengono gli AR. Abbiamo visto che non sono modelli Gold Apollo, ma cloni su licenza.
Inizialmente la stampa ha riportato il comunicato di Gold Apollo, che attualmente ha rimosso dal listino l’AR924, rilasciato in home page che indica come attuali produttori del modello su licenza la ditta ungherese BAC.
Ditta che a sua volta nega di aver prodotto i cercapersone e si dichiara semplice intermediario.
Non sappiamo dunque da dove arrivano i cercapersone incriminati e chi li ha manomessi.
Ovviamente il mondo arabo e molti altri hanno dato la colpa al Mossad, i servizi segreti Israeliani, anche se non è chiaro perché essi si sarebbero mossi solo oggi.
Probabilmente qualcuno ha scoperto dei cercapersone modificati, oppure potrebbe essere stata una prova muscolare del Mossad stesso.
Al momento tutto è altrettanto probabile.
La vicenda è ancora in corso, e tra la perdita della capacità di usare i cellulari e i dubbi sui cercapersone, l’infrastruttura comunicativa di Hezbollah vive un momento di crisi.
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