Michele Morrone chiede scusa a Imane Khelif: questo è il caso della settimana, che segue a stretto giro di posta il caso precedente: la denuncia-querela, diretta a diverse personalità attive sui social (come la scrittrice J.K. Rowling e il magnate Elon Musk) e a X allo scopo di “stanare dall’anonimato” il maggior numero possibile di hater attivi sui social sporta dall’atleta e oro olimpico contro i diffusori sulle fake news politicizzate e transfobiche a suo danno.
Molti messaggi infatti hanno diffuso la falsa narrativa per cui l’atleta algerina sarebbe in realtà un uomo “sbugiardato” dal “Sindacato mondiale del Pugilato” (in realtà la IBA di Kremlev, già esclusa dai circuiti olimpici per questioni di governance) che “picchia le donne” e che “compete da uomo sul ring delle donne” e che quindi bisognerebbe in nome dei “veri valori” denigrarla, insultarla e negarle anche il diritto al suo sesso biologico.
Arrivano però tra i tanti messaggi che scioccamente rilanciano la posta aggiungendo insulti su insulti nella falsa credenza che ove querelati potrebbero salvarsi “chiedendo i documenti dell’IBA” messaggi che più saggiamente porgono scuse e rispetti alla donna.
“Chiedo pubblicamente scusa a Imane Khelif per aver postato una storia in cui ho scritto che la partita alle Olimpiadi contro l’azzurra Angela Carini non è stata giusta ed equa. Ho commentato frettolosamente senza informarmi a fondo. Chiedo scusa anche al popolo algerino e anche a tutti quelli che si sono sentiti offesi dalle mie parole. Credo che come essere umano si possano commettere errori, ma ammetterli se ci si rende conto dell’errore è più importante di ogni altra cosa. Adesso ad Imane va un mio grande abbraccio” scrive ora l’attore italiano.
Un bel gesto, ma a nostro dire troppo poco e troppo tardi.
Come abbiamo avuto modo di far notare relativamente ad altro genere di fake news, ma comunque collegate, diffondere una fake news non significa esserne vittima, significa essere parte attiva del problema.
Immaginate di avere una pistola carica in mano ed in un momento di rabbia decidere se sparare o meno ad una persona.
Il fatto che poi possiate sentirvi in colpa per aver premuto il grilletto, per aver agito frettolosamente non riporterà la pallottola nella canna e non riparerà il corpo della persona che avete straziato.
Chiedere scusa non ripara le conseguenze delle vostre azioni, che restano.
Potevate chiedervi prima se valeva la pena tirare il grilletto. Quando state per postare “frettolosamente” una bufala che può rovinare la vita di qualcuno, avete la scelta. Potete postare o non postare.
E il peso della scelta, le conseguenze della scelta, resteranno a prescindere se vi scusiate.
Bene comunque le scuse, ci è capitato di sbugiardare diversi post di persone che adesso farebbero bene, anzi benissimo a implorare il perdono di Imane Khelif.
Ma sapendo che le conseguenze delle loro azioni restano.
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