Una vecchio articolo mai aggiornato pubblicato il 10 maggio 2017 su InfoFree circola nuovamente di bacheca in bacheca, con l’appetibile argomento del Metodo Di Bella che, secondo l’articolo, avrebbe funzionato su un paziente dopo l’autorizzazione alla somministrazione da parte dell’AUSL di Teramo.
Lo hanno fatto morire da ciarlatano, ma ecco la sua rivincita: Metodo Di Bella – l’AUSL di Teramo lo autorizza come terapia anticancro. Il tumore regredisce!
Come ci ricorda Wired, l’8 maggio 2017 la Gazzetta Di Modena ha pubblicato un articolo nel quale riportava una nota ricevuta da Giuseppe Di Bella, medico e figlio del famoso Luigi Di Bella. Secondo la nota, ricevuta via mail da Giuseppe Di Bella dal suo studio sito a Bologna:
Un centro istituzionale ha certificato su carta intestata che un grave tumore cerebrale in progressione dopo i trattamenti oncologici classici, l’intervento chirurgico, la chemioterapia e la radioterapia, ha ridotto il suo volume del 50%. Ma non basta: lo stesso oncologo di riferimento, che lavora per l’Ausl, ha consigliato caldamente il proseguimento della terapia.
Facciamo attenzione alle parti in grassetto: oltre alla presunta somministrazione del Metodo Di Bella, lo stesso figlio Giuseppe riporta che la paziente aveva ricevuto già i trattamenti oncologici classici e un intervento chirurgico.
Inoltre, il figlio di Di Bella – unica fonte cui la Gazzetta di Modena si riferisce – parla di “25 pubblicazioni scientifiche con casistica documentata” che sarebbero state pubblicate entro il 2017. In realtà esistono altre pubblicazioni, che però trovano sempre il muro di cemento della comunità scientifica che non attesta la validità dell’MDB e dunque declassa ogni proposta come inefficace.
Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Di Modena la AUSL di Teramo è stata letteralmente travolta da telefonate e email da parte di pazienti oncologici in cerca di spiegazioni, ma anche da parte di giornalisti e debunker che chiedevano conferma. Ci avevano pensato anche i colleghi di Butac, citati da Wired, e per questo la AUSL si è trovata costretta a una smentita:
La Direzione Generale della Asl di Teramo, in merito all’articolo pubblicato ieri sulla Gazzetta di Modena, dal titolo ‘Modena, la cura Di Bella funziona: l’AUSL di Teramo l’autorizza’ precisa di non aver mai autorizzato nessun paziente ad usufruire della cosiddetta ‘cura Di Bella’.
In seguito lo stesso Giuseppe Di Bella aveva contattato la redazione di Wired e aveva precisato:
Non ho assolutamente affermato nella mia email alla Gazzetta di Modena che l’Asl di Teramo abbia autorizzato il Metodo Di Bella, non ne avrebbe avuta d’altra parte alcuna veste scientifica o giuridica. La Direzione Generale della Asl di Teramo si è scomodata inutilmente smentendo affermazioni mai fatte dal sottoscritto. Ho affermato invece e documentato dati clinici ben più rilevanti refertati su carta intestata dell’Asl di Teramo da un oncologo dipendente dell’Asl di Teramo di pazienti in cura presso l’Asl 4 di Teramo.
In poche parole: il titolo pubblicato dalla Gazzetta Di Modena affermava che la AUSL di Teramo avesse autorizzato un trattamento Di Bella su una paziente oncologica che, dopo la cura, avrebbe visto il tumore regredire fino al 50%. La loro fonte era una mail di Giuseppe Di Bella, che però in seguito aveva precisato di non riferirsi alla AUSL di Teramo bensì a un solo oncologo dipendente dell’ASL di Teramo. In vista del titolo della Gazzetta Di Modena – che, ripetiamo, attribuiva l’autorizzazione proprio alla AUSL di Teramo – l’azienda sanitaria aveva smentito ogni autorizzazione.
La Gazzetta Di Modena aveva poi rettificato l’articolo, anche se nell’URL resta ancora una traccia della vecchia versione.
Parliamo di bufala, quindi, perché:
Per conoscere a fondo la storia del Metodo Di Bella vi consigliamo questo dossier pubblicato da Salvo Di Grazia su Medbunker.
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