Il presidente messicano Enrique Peña Nieto ha presentato una proposta per estendere i matrimoni egualitari in tutto il paese. Le persone dello stesso sesso, infatti, possono sposarsi in 10 distretti su 31. La risposa da parte dei gruppi religiosi e conservatori, ovviamente, non è tardata ad arrivare. In tutto il Messico si sono moltiplicate manifestazioni contro la proposta di Nieto.
Qualche giorno fa a Celaya, il Fronte Nazionale per la Famiglia ha organizzato una marcia alla quale hanno preso parte circa 11mila persone. Undicimila persone costrette a fermarsi grazie ad un ragazzino di 12 anni che si è messo nel contro della strada con le braccia aperte.
«All’inizio pensavo che il bambino stesse solo giocando» ha raccontato il fotografo Manuel Rodriguez al quotidiano messicano Regeneración. Ma una volta tolto il ragazzino dalla strada, il fotografo gli ha chiesto perché l’avesse fatto. «Ho uno zio gay – è stata la risposta del ragazzino, che vuole restare anonimo -. E non sopporto quando le persone odiano».
Il gesto del ragazzino ricorda quello dello studente cinese che a Piazza Tiananmen bloccò i catramati dell’esercito durante le rivolte contro il regime del 1989. Un gesto di coraggio, ma soprattuto un gesto d’amore.
E foto e notizie sono vere, con l’articolo che è una traduzione letterale, parola per parola, del citato Regenacion
Maggiori dettagli li fornisce il portale Fusion.net: ovviamente, il fatto che un solo ragazzino dodicenne potesse fermare un corteo del Fronte Nazionale per la Famiglia (una associazione di coalizione di gruppi contrari alle riforme del governo Messicano in senso estensivo ai diritti delle coppie LGBT) era solo una pia aspirazione del ragazzino: che non gli ha impedito di effettuare la sua protesta e raccontarne i motivi al fotografo Manuel Rodriguez.
EDIT del 18.09.2016: Il mistero si infittisce, e nella tradizione dei serial televisivi alla Il Trono di Spade irrompe un colpo di scena.
Il portale cattolico La Nuova Bussola interviene sulla vicenda, dichiarando che secondo il portale in lingua iberica El Universal i genitori del bambino, intervistati da un inviato dello stesso, avrebbero dichiarato che l’iniziativa del bimbo era solo una birichinata, che non esisterebbe alcuno zio gay e che, comunque, non hanno gradito l’iniziativa del reporter perché ora i compagni di scuola più omofobi del bambino lo deriderebbero in quanto “omosessuale”
Ovviamente, una delle due fonti sta mentendo, dato che l’affermazione dell’ancora ignoto inviato di El Universal e di Manuel Rodriguez si presentano coincidenti solo sull’esistenza storica delll’evento, come da foto, ma non sul motivo, ponendosi anzi in posizione antitetica.
A questo punto, confidiamo in un intervento chiarificatore nei prossimi giorni che, non potendo ovviamente provenire dal piccolo, dovrà provenire da fonti esterne e, speriamo, decisive.
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