La Russia cancella la storia e letteratura Ucraina perché “nazionaliste”, e possiamo considerarla una triste promessa che l’esercito Russo ha mantenuto.
Del resto, la parola d’ordine è “denazificazione”. Parola svuotata di ogni significato che si traduce nella completa eradicazione della storia, della cultura e della Patria di chiunque sia nemico del Cremlino.
Perché nella neolingua Putiniana Post-Sovietica si dice nazista, ma si intende “colui che non si conforma ai diktat del Cremlino”. Una aberrante teoria per cui “la denaficazione deve durare almeno una generazione”. Generazione in cui “lo stato denazificato non può essere sovrano” perché bisogna procedere con la completa eradicazione delle “idee antirusse”. In una parola, alla distruzione totale del dissenso in una distopia Orwelliana.
Se ne parlava già ad Aprile su Ria Novosti, in un articolo dall’inquietante nome di “Cosa dovrebbe fare la Russia con l’Ucraina?”
I concetti erano stati ampiamente descritti e dibattuti discorso per discorso, intervento per intervento. Basta molto poco per essere etichettati nazifascisti dalla narrativa pro-Cremlino basta semplicemente essere contro il Cremlino stesso.
È una insidiosa narrativa, registrata da Marcus Kolga and Josh Gold come parte della narrativa FiloRussa e come strategia che, nel nostro piccolo, abbiamo visto usata dai peggiori troll su Twitter.
“Se non sei con noi, sei contro di noi. E se noi siamo la Falce e il Martello che hanno sconfitto il nazismo, ovviamente sei un pericoloso nazifascista, dobbiamo denazificarti, ti disconosciamo anche la dignità di uno scontro militare sul campo perché sei meno che noi”.
Narrativa che mescola desideri di grandezza, rivincita sociale e riscrittura creativa della storia. E per riscrivere deve prima distruggere il passato. Nel senso più plateale e manifesto possibile.
La denuncia arriva da Angelina Kovalenko, la preside dell’Istituto superiore numero 4.
Nella Melitopol occupata la Russia cancella la storia e letteratura Ucraina. L’accusa è “nazionalismo”
Le lezioni si tengono in russo, i soldati russi sono pronti a distruggere il materiale scolastico che inneggia al “nazionalismo Ucraino”, dove per nazionalismo si intende la preservazione di quella storia e cultura che la Russia ha riscritto come appendice non voluta della loro.
Si parla di insegnanti interrogati o costretti alla fuga, programmi “creativamente” riscritti per fare il vuoto.
Il processo di “denazificazione” è cominciato. E non inganniamoci, non si tratta di denazificazione ma deUcrainizzazione.
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