Ci risiamo: Bagarini all’assalto delle Carte Pokémon negli Happy Meal è quel genere di notizia che non dovrebbe sorprendere chi segue queste vicende di mercato.
Sappiamo dell’isteria collettiva generata dalla mefitica combinazione del bagarinaggio più becero e della macchina da soldi creata intorno all’intrattenimento.
Ricordiamo come bastò la menzione in un episodio della serie animata “Rick e Morty” della “Salsa Szechuan” per scatenare fenomeni di isteria collettiva.
Da un lato avevamo una serie televisiva in voga nel “nerddom che conta”, dall’altro un condimento inizialmente distribuito nel 1998 durante la proiezione di Mulan a imitazione di un piatto cinese.
Orde di collezionisti duri e puri e bagarini intenzionati a vendere i preziosi pacchetti a quotazioni da barili di greggio finirono a scannarsi in fila per ottenere i pacchetti di salsa prima degli avventori intenzionati, banalmente, a mangiarseli.
Basta un giretto su eBay per vedere edizioni da collezione di qualsiasi cosa, e sottolineo, qualsiasi cosa, partire a costi da rapina.
Scarpe Lidl vendute a tre e quattro zeri? Le abbiamo.
Cercate di ottenere una PlayStation 5 saltando le file ormai oberate in modo tale che tra la prenotazione e l’arrivo dell’amata console possano passare mesi?
Vi trovate a diventare contemporaneamente causa ed effetto della scarsità, a comprare a prezzi moltiplicati console comprate in blocco da bagarini, così tanto da sollevare la necessità di un intervento legislativo.
Decidete che forse non sono le console nuove, ma volete comprare un Commodore 64, un Super Nintendo o una console vintage?
Ignorate il fatto che essendo diventati oggetti del desiderio, di collezione e prova della devozione alla storia del gaming, anche lì dovrete avere il portafoglio a fisarmonica (oppure sapere come evitare i bagarini, compito possibile rivolgendovi alle community…).
Sostanzialmente non solo dove c’è offerta c’è domanda e feroce, ma ci sono oggettini un tempo comuni diventati veri e propri beni di lusso.
Come le Carte Pokémon
Periodicamente gli Happy Meal di McDonald’s contengono dei gadget. Gadget che variano: piccoli libriccini di favole, giocattoli. Secondo il Patriota Q hamburger di Sciamano ben cotti… insomma, piccoli gadget poco costosi.
Non più di un dollaro circa di valore.
Problema: quest’anno si celebrano i 25 anni del franchise Pokémon (con tanto di presenza di Katy Perry, per la gioia del citato Patriota Q che già si vede nella lista degli ingredienti assieme al Kraken…), e quindi sono tornati i gadget negli Happy Meal.
Un macilento minipanino a misura di bimbo, con una bustina di carote, mele o patatine, una bibita piccola e uno yogurt da bere.
Più il regalino: totale, circa 4-5 dollari.
Moltiplicato per un numero aberrante di bagarini che sgomitano e urlano dalle 5 del mattino per fare incetta di preziosi pacchi di Happy Meal e gadget, buttare via la confezione con gli alimenti e mettere a 1500 $ la collezione completa di carte su Internet.
O il singolo pacchetto, a prezzi più “moderati” ma comunque di diversi ordini di grandezza rispetto anche al costo di un Happy Meal.
Aggiungendo alla confusione il fatto che, come per il caso della salsa Szechuan, ogni esercizio ha una sua politica.
Politica che i bagarini amano bucare in ogni modo possibile: laddove è possibile chiedere specificatamente un determinato pacchetto per evitare doppioni, lo scalper semplicemente li chiederà tutti, ove non espressamente vietato a pacchi interi.
Laddove l’esercizio ponga un limite di acquisti per persona, il bagarino si munirà di complici per riempire la quota consentita.
E così via.
La pandemia non migliora la situazione, costringendo The Pokémon Company a tamponare il bagarinaggio aumentando la produzione e la stampa delle Carte, cercando quindi di diminuirne il valore diminuendone la rarità, o quantomeno fare in modo che qualcosa arrivi anche ai bambini destinatari delle carte promo.
Perché francamente va bene il collezionismo, ma col bagarinaggio si riesce sempre a raggiungere il grado zero dell’umanità.
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