Notizia Vera

Maschere da sub Decathlon diventano respiratori per aiutare durante la pandemia da Coronavirus

Ci segnalano i nostri contatti una buona notizia. Una storia di ingegno umano, creatività nata dalla necessità, genio e umanità.

Maschere da sub Decathlon diventano respiratori per aiutare durante la pandemia da Coronavirus può sembrare un titolo strano, ma è la prova che a volte il Jugaad esiste. E funziona anche nelle economie ricche.

Il Jugaad è un concetto scarsamente traducibile, come il mottainai Giapponese non è esattamente lo spreco ma più il rimpianto per aver sprecato risorse preziose, che vanno dal buttare del cibo ancora buono per la troppa sazietà al rovinare un oggetto utile e prezioso per poi gettarlo via senza provare a ripararlo.

Jugaad è un termine della lingua Hindi, tipico dell’India povera di risorse ma ricca di umanità, noto solo al bisognoso ed al maker, il creativo che ripara cose antiche, non più munite di una fonte stabile di ricambi, o cose comuni per le quali il ricambio non può arrivare.

Il Jugaad è una via di mezzo tra il life hack e la creatività alla McGyver: in un mondo in cui le risorse mancano e determinati beni servono, una mente creativa risolve il problema “inventandosi” quei ricambi preziosi. Un contadino povero può costruirsi una motozappa “fai da te” con motori rabberciati e vomeri improvvisati, o montare due vecchie ruote al posto di quei vomeri per ottenere un trolley motorizzato che trasporti sacchi pesanti di frutta e fertilizzanti attraverso la sua proprietà.

Una pensilina può essere rattoppata con piloni di legno, una pialla può trasformare un sottotetto smontato in sedie e tavoli per una famiglia…

Nel mondo del benessere il Jugaad era diventato solo un gioco: i nostri hobbisti hanno imparato a usare stampanti 3D, resine e saldatori per rimettere in funzione vecchi giocattoli e console, sostituendo le parti usurate.

Ma non avremmo mai pensato che un giorno il Jugaad sarebbe tornato anche da noi alle sue radici. Non un mezzo di sola creatività, ma della necessità che nasce dalla scarsità.

Maschere da sub Decathlon diventano respiratori per aiutare durante la pandemia da Coronavirus

Abbiamo un problema: abbiamo in casa ben tre dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Carestia, Morte e Pestilenza.

Abbiamo una forte penuria di strumenti medici: ci mancano le mascherine da dare ai nostri medici, e spesso ce ne impossessiamo noi stessi per motivi assai futili. Se siamo rinchiusi nel lockdown che ci rende infelici non è per complotti improbabili o colpi di Stato, ma perché siamo circondati dalla Pestilenza, abbiamo Carestia e Penuria di posti in ospedale e questo può provocare la nostra morte.

Non si muore “di COVID19”. Si muore perché COVID19 causa una grave sindrome respiratoria che non tutti gli organismi possono tollerare, e un contagio massivo porterebbe ad avere i letti di rianimazione pieni con persone che aspettano un turno che non verrà mai. E si muore perché oggi, durante il lockdown, avere un infarto o un grave incidente significa temere che l’ospedale più vicino stia lottando con COVID19, riducendo le tue chance di cavartela.

Siamo nella stessa situazione del contadino povero che costruisce dal nulla mezzi di lavoro perché non ha le possibilità per andare neppure da LIDL a comprarsi zappe, zappette e motozappe.

Non ci sono mascherine, non ci sono respiratori: dobbiamo costruirli.

L’intervento di Decathlon, ISINNOVA e Mestel Safety

La Startup Bresciana Isinnova ha avuto una grande idea: si possono stampare in 3D delle valvole di raccordo per usare semplici maschere da snorkeling a figura intera, come quelle vendute da Decathlon.

Decathlon è stata contattata, e con il loro aiuto sono state valutate le necessarie modifiche perché un oggetto a tenuta stagna per sua natura diventasse anche sicuro per l’uso biomedico.

E poi, è stata creata una valvola di raccordo, la valvola Charlotte, applicable tra maschera e bombole/bocchette di ossigeno negli ospedali per convertire ogni posto utilizzabile in un reparto di terapia intensiva per aiutare la respirazione ostacolata dei pazienti COVID19.

Il tutto rendendo files per la stampa 3D e istruzioni liberamente scaricabili e, saggiamente, affidandosi agli Ospedali ed alle Gerarchie perché il prodotto finito rispetti gli standard minimi necessari per assicurarsi la sopravvivenza dei pazienti.

Ma anche Mestel Safety Srl ha messo gli occhi sulle comuni maschere integrali da Snorkeling, studiando progetti per farne respiratori e mascherine.

Un progetto semplice, “povero” in un certo senso, ma non malsicuro. Brevettato, collaudato, per cercare di strappare alla Penuria la necessità.

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