Mariya Oktyabrskaya, ovvero come la vendetta è un piatto che va servito freddo

di Shadow Ranger |

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Mariya Oktyabrskaya, ovvero come la vendetta è un piatto che va servito freddo Bufale.net

Mariya Oktyabrskaya era un’eroina di guerra dell’URSS. Ironicamente, la prova vivente che l'”Operazione speciale di Denazificazione” è una bufala financo dal nome, dato che i buon Russi dovranno ammettere che una delle principali eroine della Seconda Guerra Mondiale era Ucraina.

E anche all’epoca uomini e donne ucraini avevano pesanti problemi coi dittatori: così tanti che una certa Mariya Oktyabrskaya decise di reagire alla morte del marito nel Secondo Conflitto mondiale in un modo perfettamente logico e ragionevole.

Comprare un Carro Armato, installarci insegne customizzate e usarlo per sparare ai nazisti.

Mariya Oktyabrskaya, ovvero come la vendetta è un piatto che va servito freddo

La Oktyabrskaya nacque poverissima nell’Ucraina del 1905, secondo altre fonti nel 1902, va detto che nelle regioni rurali neppure le anagrafi funzionavano. Orfana e con fratelli a carico lavorò in un conservificio e come telefonista per poi, nel 1925, sposare l’ufficiale Ilya Oktyabrsky e addestrarsi come infermiera militare e nell’uso delle armi.

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Mariya Oktyabrskaya, ovvero come la vendetta è un piatto che va servito freddo

Il 9 agosto del 1941 il marito, nel frattempo passato alla 206ª Divisione fucilieri, fu ucciso dalle forze naziste presso Kiev come vitttima dell’Operazione Barbarossa.

Mariya Oktyabrskaya ne fu informata solo nel 1943, ed ebbe due reazioni, entrambe dimostranti la sua tempra. La prima, chiedere di potersi arruolare ed essere spedita al fronte. Riformata per motivi di età (era quasi quarantenne e con postumi di tubercolosi ossea), ricorse al piano B: vendere tutti i suoi averi per donare un Carro Armato T-34 all’Esercito Sovietico, all’epoca l’ultimo ritrovato tecnologico dell’URSS.

Forzando la mano dell’intera URSS allegò alla sua donazione un telegramma per Stalin in cui dettava le condizioni della donazione:

Mio marito, il commissario del reggimento Ilja Fedotovič Oktjabr’skj, è morto nelle battaglie per la Patria. Per la sua morte, per la morte di tutto il popolo sovietico torturato dai barbari fascisti, voglio vendicarmi dei cani fascisti, per cui ho contribuito dando tutti i miei risparmi personali alla banca statale per costruire un carro armato: 50.000 rubli. Ti chiedo di nominare il carro armato “Fidanzata Combattente” e di mandarmi al fronte come conducente di questo carro armato. Ho le capacità di un conducente, ho un’ottima padronanza di una mitragliatrice, sono un tiratore scelto Vorosilov.
Vi mando un caloroso saluto e vi auguro salute per molti, molti anni, per la paura dei nemici e per la gloria della nostra Patria.

Sorprendentemente, ottenne sia la guida del mezzo, di fatto un “autocomodato per vendetta” che la possibilità di avere una insegna custom, la “Fidanzata Combattente”.

Altrettanto soprendentemente, Stalin accettò la proposta con un laconico “Il tuo desiderio sarà esaudito. Ti prego di accettare i miei saluti. “

Il sospetto che il tutto fosse solo propaganda nella segreta speranza del trapasso della Oktyabrskaya si scontrò con la realtà dei fatti. La Oktyabrskaya infatti si sottopose ad un addestramento di cinque mesi, ben più di quanto la media dei carristi sovietici avesse mai fatto e partì per il fronte.

Il 21 ottobre 1943 fu promossa sergente per aver annientato diversi pezzi di artiglieria tedesca ed essere riuscita a riportare il suo carro armato Fidanzata combattente alla base quando, danneggiato dall’artiglieria, era impossibilitato dal muoversi e dovette uscire dalla torretta per ripararlo.

Nuovamente il 17 novembre si espose per riparare i cingoli danneggiati e distruggere installazioni nemiche a Vitebesk.

A questo punto la sua fama di invincibilità era enorme: ma la terza volta le fu fatale. Il 17 gennaio 1944 fu centrata alla testa morendo il 15 marzo 1944.

La Fidanzata Combattente però era ancora efficiente, e quando non lo fu più la sua insegna passò ad altri tre carri armati (più una infinità battezzati in suo nome), di cui l’ultimo tutt’ora esibito.

Mariya Oktyabrskaya fu insignita col titolo di Eroina dell’URSS, ma come abbiamo visto con altri eroi ucraini tra cui Petro Dziuba, celebrato sotto le bombe che ne distruggevano la sepoltura, la Russia attuale sembra non aver posto per la gratitudine.

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