Indagini in Corso

“Maria, 19 anni, presa a calci dalla polizia francese a Marsiglia l’8 dicembre fino a romperle il cranio e procurarle danni al cervello”

I nostri utenti ci segnalano un post pubblicato sul gruppo Facebook Nuovo Servizio Sociale, e che riporta la vicenda di Maria (nome fittizio) che durante le contestazioni dei gilet gialli a Marsiglia dell’8 dicembre 2018 sarebbe stata brutalmente picchiata da alcuni agenti della Polizia francese.

Lezioni di Democrazia Europea.

Maria, 19 anni, presa a calci dalla polizia francese a Marsiglia l’8 dicembre fino a romperle il cranio e procurarle danni al cervello.
I dettagli della denuncia sono ancora più spaventosi: Maria stava tornando a casa dal lavoro con una amica, non partecipava nemmeno alla manifestazione dei gilet gialli, che era peraltro praticamente già finita. La polizia ha caricato senza alcuna provocazione, le due ragazze si sono addossate a una parete e pochi istanti dopo Maria è stata colpita ad una coscia da una granata lacrimogena sparata dalla polizia. Ferita alla gamba, è rotolata al suolo dove è stata circondata da una decina di poliziotti che la hanno picchiata ripetutamente alla testa e al corpo con manganelli e calci, fino a romperle il cranio. Solo quando i poliziotti si sono allontanati passanti e dimostranti hanno potuto prestare aiuto a Maria e chiamare il soccorso medico. Ha sporto denuncia per tentato omicidio e violenza aggravata, ma risulta che già centinaia di denunce simili siano state archiviate.

Stanno cancellando lo Stato di Diritto proprio davanti ai nostri occhi.

Marsiglia, 8 dicembre 2018. Il racconto di Maria

Le manifestazioni avvenute a Marsiglia l’8 dicembre 2018 erano note anche alle nostre cronache, e bisogna ricordare che in quel giorno, sempre a Marsiglia, erano in corso manifestazioni dei gilet gialli e anche una marcia per il clima. Le notizie su Maria, un nome datole dalla stampa locale per salvaguardare la sua privacy, sono riportate principalmente su Mediapart il 30 aprile 2019, ma il contenuto è accessibile solamente agli abbonati. Tuttavia, sul sito Stalkerzone troviamo buona parte dei contenuti riportati da Mediapart, con un ulteriore riscontro su Europe1, citato anche da Tellereport.

Secondo queste fonti la ragazza, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, ha presentato una denuncia il 30 aprile presso il Pubblico Ministero per tentato omicidio, violenza aggravata e mancato soccorso.

In quel giorno, racconta Maria a Mediapart, alle 18 aveva lasciato il negozio presso il quale lavorava come commessa e, insieme a un’amica, si stava dirigendo verso casa. Le due stavano percorrendo la via Saint-Ferréol e si dirigevano presso le vie Canebière e Vieux-Port, ma in quel punto c’erano ancora strascichi di scontri tra la polizia e i manifestanti. Alcuni agenti avevano riferito che stavano delimitando un percorso di sicurezza, dunque le ragazze avevano cambiato strada e continuavano a camminare verso casa di Maria. Tuttavia, secondo il suo racconto, le tensioni si erano spente. Per le strade si potevano vedere agenti della Polizia nell’atto di contenere alcuni giovani e i Vigili del Fuoco intenti a spegnere alcuni cassonetti dati alle fiamme.

A questo punto la ricostruzione di quanto avvenuto a Maria è affidata ad alcune testimonianze.

Le testimonianze

Olivia racconta che “un gruppo di uomini” che ella stessa avrebbe identificato come “appartenenti alle forze dell’ordine”, improvvisamente, aveva preso a correre verso la sua direzione (di Olivia, attenzione) imbracciando delle mazze. Questi uomini erano vestiti di nero. Olivia, per evitare di essere colpita, si era schiacciata contro una parete.

Camille, presente durante la carica, ha riferito che una linea di CRS (il corpo antisommossa della polizia francese) e delle Brigate Anticrimine aveva iniziato a sparare alcuni proiettili – di cui Camille non sa riferire la tipologia – e ad avvicinarsi di corsa. Le persone, dunque, si erano ritirate verso la rue de la Glace e Camille, in quel momento, aveva sentito il grido di una ragazza che in quel momento era finita a terra. Quella ragazza era Maria.

Maria, infatti, racconta che un proiettile aveva colpito la sua gamba e che dunque era caduta a terra, dolorante. Si trattava, in sostanza, di una palla sparata con aria compressa da un’arma che gli agenti hanno in dotazione per manovre di contenimento delle folle.

The Local

Laurence, un altro testimone, ha riferito che la persona a terra (Maria) veniva circondata da agenti di polizia e bastonata violentemente e di continuo. Camille descrive “una decina di agenti che indossavano jeans, caschi, impugnavano manganelli e portavano bracciali sul basso”, e che la ragazza “veniva colpita a turno”. Denise, un’altra testimone, riferisce di aver contato almeno 3 manganellate e un calcio in faccia. Gli agenti, inoltre, impedivano ai presenti di farsi largo per soccorrere la ragazza, ma nonostante tutto Denise riferisce di esser riuscita a divincolarsi e a raggiungerla. Una volta raggiunta, Denise riferisce che Maria giaceva sull’asfalto. Per terra e sulle pareti c’erano macchie di sangue e gli agenti, che nel frattempo si allontanavano, non le prestavano soccorso.

Denise, infine, riferisce che l’aggressione ha avuto luogo alle 18:40.

Mediapart riferisce di aver visionato dei filmati che mostrano l’aggressione:

Mediapart via Stalkerzone

Nel racconto di Maria, ancora provata dall’episodio, scopriamo che del momento in cui gli agenti l’avevano assalita si ricorda il colpo alla testa e la sensazione di calore.

La causa dell’aggressione secondo Maria

Sempre secondo MediapartStalkerzone, Maria ricorda che poco prima dell’aggressione aveva lanciato “innocui petardi” sul terreno insieme alla sua amica, oggetti comprati per essere usati durante una partita di calcio. L’aggressione è iniziata, secondo Maria, 15 minuti dopo il loro gesto.

L’arrivo in ospedale

Maria è stata trasportata all’ospedale di Timone dai vigili del fuoco e lì è stata operata da un neurochirurgo. La ragazza accusava un trauma cranico e contusioni cerebrali. Il suo stato di salute l’aveva portata a prendersi un riposo di 4 mesi dal lavoro, e oggi ha incubi ricorrenti con episodi di insonnia.

L’avvocato Brice Grazzini

L’avvocato Grazzini, legale di Maria, il 19 dicembre ha informato l’IGPN (Ispettorato Generale della Polizia Nazionale) sull’accaduto, che in seguito è stato contattato da Mediapart e ha riferito che secondo un rapporto del Ministro dell’Interno Christophe Castaner esistono 220 indagini aperte sulle violenze della polizia durante le dimostrazioni, di cui 25 risultano chiuse.

Brice Grazzini riferisce a Mediapart ed Europe1:

Le ferite dei miei assistiti sono estremamente gravi, ed è ovvio che questo sia un esempio della tendenza attuale di gestione degli eventi da parte del governo.

Il governo francese, su questo caso, ha affermato che i CRS non hanno mai fatto ricorso ai fucili ad aria compressa, che Tellerreport riporta come LBD40.

Le fonti sui social

Il giornalista David Perrotin ha pubblicato la notizia in un tweet:

Troviamo riscontro anche sul profilo Twitter ufficiale dello scrittore e documentarista David Dufresne:

Maria ha presentato una denuncia con la consulenza dell’avvocato Brice Grazzini e le indagini sono in corso.

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