Oggi muore il dottor Giuseppe De Donno, 54 anni, ex primario di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, Aveva 54 anni.
Portato sulle pagine della stampa dalle sue ricerche e dichiarazioni sull’uso del plasma iperimmune, De Donno era molto provato dagli effetti di quella notorietà che, specie sui social, spesso diventa morbosa attenzione che inghiotte e divora.
L’avevamo già visto chiudere i suoi profili social, snervato da tanta attenzione, per poi chiedere requie e quiete, e la possibilità di riprendere a lavorare in silenzio.
Dal cinque luglio aveva abbandonato il suo ruolo di primario per dedicarsi alla medicina generale. Veniva descritto come stanco, provato, e infine l’estremo gesto, purtroppo anticipato dalle voci di corridoio social che già ad aprile vedevano la sua richiesta di silenzio attribuita ad un improbabile “omicidio spacciato per suicidio”.
Il medico lascia nel dolore la moglie Laura Mizzulinich e i figli Edoardo e Martina.
Apprendiamo dalla stampa il cordoglio di chi l’ha conosciuto:
“Siamo sinceramente allibiti — afferma il direttore dell’Asst di Mantova intervistato dal Corriere della Sera – Ho avuto modo di conoscere di persona e confrontarmi più di una volta con De Donno e devo dire che era una persona davvero squisita: onesto fino in fondo, si è sempre speso per la verità e per gli altri. Durante la prima ondata del Covid aveva dato il meglio di se stesso ed era davvero apprezzato sia dai colleghi medici che dalle centinaia di pazienti che hanno avuto a che fare con lui. Aveva investito moltissimo anche nelle ricerche sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. L’abbandono del plasma per altre cure per lui è stato sicuramente un colpo decisamente difficile da gestire”.
“Giuseppe era una persona straordinaria – ha detto tra le lacrime all’Ansa – . Ho avuto il privilegio di essere al suo fianco nella prima fase del lockdown e ho visto quanto si è speso per i suoi pazienti. La storia lo ricorderà per il bene che ha fatto”. La morte del medico ha lasciato tutti sgomenti perchè non c’erano stati segnali che potessero far pensare a un gesto estremo: “Con l nuovo lavoro di medico di base – ricorda ancora il sindaco – l’avevamo visto felice della nuova opportunità. Io stesso lo avevo affiancato quando ai primi di giugno aveva annunciato che lasciava l’ospedale per dedicarsi alla medicina di base”.
Aggiunge il sindaco di Curtatone Carlo Bottani.
Non possiamo che sperare che l’attenzione spesso morbosa che lo circondò in vita lasci almeno tempo al cordoglio.
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