Macachi e vaccino anti Covid: “Si sapeva da 5 anni, uccisi 20mila esemplari”, la semplificazione dei complottisti
Macachi e vaccino, questa è la nuova ossessione di complottisti, negazionisti e no-vax. I nostri lettori ci segnalano un video pubblicato sulla pagina Facebook God News Italia il 15 luglio, un “servizio” di Rainbow Television per la rubrica Fuori Dal Virus. Lo stesso video viene ripreso da Raffaele Palermo nel suo blog.
Un ricercatore (attenzione, non un medico, e difatti il suo nome non compare nell’anagrafica FNOMCeO) riporta uno studio pubblicato su The Lancet che dimostrerebbe che gli studi sul vaccino mRNA anti Covid sarebbero partiti 5 anni fa con sperimentazioni su 20mila macachi che sarebbero morti durante il processo e per questo si sarebbe deciso di passare all’uomo. In poche parole, secondo Rainbow Television la pandemia era già nota da 5 anni e l’uomo sarebbe a rischio estinzione per via del “vaccino sperimentale”. Non manca il riferimento a Montagnier, di cui abbiamo già parlato.
Lo studio “in una sorta di darkness”, ma è consultabile su Nature
In appena 2 minuti il ricercatore semplifica uno studio pubblicato su Nature (non su The Lancet) e riferisce che tale studio si trova “in una sorta di darkness”, intendendo probabilmente il deep web, mentre in realtà è sufficiente googlare il titolo che viene mostrato per trovare la pagina originale. Nessun deep web, quindi: lo studio è consultabile a questo indirizzo ed è stato pubblicato il 1° aprile 2019. “5 anni fa loro sapevano già tutto, su questi vaccini”, dice il ricercatore con un certo sensazionalismo, e qui abbiamo la seconda disinformazione: i vaccini a mRNA non sono nati con il Covid-19 bensì vengono studiati da almeno 20 anni e principalmente per la lotta contro il cancro.
I vaccini a mRNA non nascono con il Covid
È risaputo che gli studi sui vaccini a mRNA non nascono nel contesto della pandemia del Covid-19. Come ricorda Humanitas da almeno vent’anni gli studi su un vaccino mRNA nascono contestualmente alla ricerca contro il cancro come vaccino terapeutico.
In questa cronistoria presente sul sito Storia Della Medicina leggiamo, addirittura, che la prima iniezione muscolare di RNA messaggero fu effettuata nel 1990 dopo gli studi della biochimica ungherese-statunitense Katalin Karikó. L’intento – come già detto – era quello di trovare un vaccino terapeutico contro il cancro, ma la ricerca ebbe scarsi risultati.
Nel 2020, quando gli scienziati cinesi riuscirono a isolare il virus SARS-CoV-2 nei pazienti, pubblicarono online la sequenza genetica. Da quel momento le aziende Moderna e BioNtech riuscirono a trovare tutti gli elementi chimici necessari per progettare il vaccino, dal momento che la tecnologia mRNA non richiede il virus stesso per studiare l’immunizzazione.
No, non “sapevano già tutto”
Il ricercatore interpellato da Rainbow Television sostiene che “loro” (chi?) sapessero già tutto per il fatto che uno studio pubblicato su Nature prima della pandemia parlasse di vaccini con tecnologia mRNA, ma la risposta è nello stesso studio indicato. In primo luogo, in nessun punto dello studio viene fatta menzione del Coronavirus, della Covid-19 e del SARS-CoV-2. Si parla, più che altro, di vaccino antinfluenzale, contro il virus Zika e contro il cancro. Il modello scelto per lo studio condotto, inoltre, è quello del vaccino contro la febbre gialla.
Come abbiamo riportato nel paragrafo precedente, la tecnologia mRNA dei vaccini è oggetto di studio da tanti anni, specialmente contro il cancro, dunque è normale che anche nel 2019 si effettuassero degli studi sul tema.
Gli studi sui macachi
Secondo il ricercatore, durante gli studi sul vaccino mRNA contro il Covid-19 sarebbero morti 20mila macachi, una vera e propria ecatombe animale. Questo dato, tuttavia, non è presente nello studio Nature cui l’interlocutore fa riferimento.
Nature scrive, piuttosto, che gli studi sono stati condotti su 5 esemplari di macaco, quattro di 9 anni e uno di 12. Per due degli animali utilizzati nella sperimentazione, bisogna dirlo, non c’è stato un lieto fine. Due, non 20mila, specifichiamo solo per dovere di cronaca. Il ricercatore fa riferimento a un rumor secondo il quale, appunto, gli scienziati avrebbero interrotto gli esperimenti sugli animali dopo la morte di tutti gli esemplari per poi passare alla “sperimentazione sull’uomo” così, de botto e senza senso.
Questo genere di notizia arriva da acque internazionali e i colleghi fact checker statunitensi hanno già fatto chiarezza. Oltre a PolitiFact, Full Fact ha raccolto un parere dell’associazione Understanding Animal Research che ha sottolineato che se davvero fossero morti tutti gli animali sui quali è stata effettuata la sperimentazione, la campagna vaccinale sull’uomo si sarebbe certamente interrotta.
Usa Today ha intercettato un intervento di Angelina Farella, pediatra del Texas, con il senatore Bob Hall. La pediatra sostiene la teoria della sperimentazione interrotta a seguito dell’ecatombe di animali, ma stiamo parlando una persona convinta dell’efficacia dell’idrossiclorochina contro il Covid-19. Le aziende produttrici dei vaccini hanno sì effettuato dei test su roditori e primati, ma nessuna fonte parla della morte di tutti gli esemplari.
Altra confusione viene fatta per uno studio sui vaccini contro la SARS (non il SARS-CoV-2, attenzione) del 2012, ben prima della pandemia, durante il quale gli animali impiegati furono soppressi e non morirono a seguito del vaccino.
Conclusioni
- Lo studio cui fa riferimento il ricercatore non è segreto come si vuole far intendere, ma consultabile in chiaro sul sito di Nature;
- Chi crede che tutto fosse già noto solo perché più di un anno fa si studiavano i vaccini a mRNA deve ricordare che questa tecnologia è oggetto di studio da almeno 20-30 anni, e per altri scopi;
- Non esiste fonte sulla morte di 20mila macachi durante le sperimentazioni sul vaccino mRNA: nello studio cui fa riferimento il ricercatore (che non ha alcuna attinenza con il Covid-19) ne furono soppressi 2 su 5, mentre nel 2012 gli animali impiegati negli studi sulla SARS furono soppressi, anch’essi, e non morirono per via del vaccino.
Nel 2020, del resto, la sperimentazione del vaccino Moderna sui macachi diede esito positivo: gli animali svilupparono una “robusta risposta immunitaria”.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.