È morta Catherine Spaak, ed un pezzo della storia del cinema va via. Solare, poliedrica, francese di famiglia Belga aveva trovato il principio e le fondamenta del suo travolgente successo in Italia.
La sua carriera parte così, quindicenne nel film francese “Il Buco” e subito dopo nel film italiano “I dolci inganni”, come la figura di una studentessa di buona famiglia con una torrida relazione con un uomo maturo. Una forma di typecast la porterà in seguito in film come “Il Sorpasso” a diventare giovinetta, e poi giovane donna, icona di trasgressione e sensualità, per poi sbocciare in ruolo di adulta seduzione borghese.
Ma non fu solo attrice: cantante, scrittrice, regista e conduttrice televisiva di un Forum diverso dall’attuale, legato alla ieratica figura del compianto Santi Lichieri.
L’elenco di coloro che hanno potuto collaborare con lei, in tutte le sue imprese artistiche è troppo lungo per un articolo, e non basterebbe un necrologio per ricordare la sua capacità di spaziare dal registro sensuale al comico, al romantico.
La sua carriera si chiude con un ritorno alle origini, un eco ironico: il suo ultimo ruolo, in “La Vacanza” del 2019, la mostra come donna in fuga dalla famiglia e che trova l’amore in un ragazzo giovane, come il suo personaggio ne “I Dolci Inganni”.
Quattro volte moglie, due volte madre, subì il dolore di vedere la figlia maggiore, Sabrina, strappata a seguito di una querelle giudiziaria nella quale il suo ruolo di attrice fu usato contro di lei come prova di una asserita indegnità al ruolo genitoriale.
È nel 2020 che la sua vita subisce un ulteriore cambimento che la condurrà alla morte odierna: un’emorragia cerebrale, dagli effetti devastanti, che le ha lasciato cicatrici dai postumi invalidanti, come attacchi epilettici.
Le sue condizioni di salute non sono mai tornate ottimali, e lei ha accettato con coraggio e con grinta i suoi ultimi due anni di vita.
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