L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, punto per punto
Nel mese di gennaio abbiamo visto che cosa perde l’Unione Europea senza Londra, da un punto di vista economico e sociale.
Ma cosa perde il Regno Unito uscendo dall’Unione Europea?
- La capitale londinese rimane sicuramente un centro finanziario rilevante, ma secondo il Financial Times perde circa € 6 miliardi in volumi di contrattazioni giornaliere in azioni europee, equivalente a circa la metà del volume totale.
Le trattative UK-UE hanno infatti tenuto fuori, incredibilmente, proprio i servizi, che portano alla corona circa il 70% del PIL.
- Circa 330 conglomerati finanziari e bancari hanno spostato le sedi dalla City ad altri luoghi europei. Al primo posto tra le città di destinazione figura Dublino, con quasi un 40% di imprese accolte, seguito da Lussemburgo e Parigi.
Analisti del NewFinancial stimano che le aziende emigranti si moltiplicheranno nei prossimi anni e che gran parte del business di imprese finanziarie e banche finirà in altri centri europei.
- Da Aprile 2019 le banche hanno trasferito più di $1 trilione di dollari fuori dal Regno Unito e aziende operanti nei settori di gestione patrimoniale e assicurazioni hanno trasferito circa $130 miliardi di dollari.
- Gli studenti britannici verranno considerati al pari di quelli internazionali per quanto concerne tasse universitarie e affini: non solo, gli universitari perderanno anche la facoltà di usufruire dei progetti Erasmus.
- 39 miliardi di sterline. A questa cifra ammonta il costo del divorzio dall’Unione per la Corona.
- Paul Krugman, premio Nobel per l’economia nel 2008, stima che il costo netto del non partecipare nel mercato unico sarà pari al 2%. Sembra una cifra irrilevante ma ammonta a circa 56 miliardi di dollari.
- I cittadini del Regno Unito perdono l’appartenenza a un progetto di Unione fondato sulla pace.
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