L’ultima gaffe: Elon Musk insulta lavoratore disabile, poi si scusa. Questo il riassunto di una folle giornata da leoni (da tastiera) che ha coinvolto il magnate social Elon Musk, non nuovo peraltro alle esternazioni da social con codazzo di polemiche.
E comincia tutto con l’ondata di licenziamenti in un Twitter che ormai sembra l’ombra di ciò che era.
All’inizio della vicenda Haraldur “Halli” Thorleiffson, affetto da distrofia muscolare, posta un tweet indignato per essere “stato messo in attesa”. Sono infatti a suo dire nove giorni che attendeva di sapere il suo destino lavorativo, ovvero se rientrava in una lista di licenziati o meno.
Con decisamente poco spirito sportivo, e dimostrando la stessa mancanza di tatto e riconoscimento delle “disabilità invisibili” che abbiamo visto noi stessi in diversi casi di bullismo social (come nel caso di un utente che minacciava di “spaccare una gamba” ad una donna disabile per averla vista in piedi…) Elon Musk Twitta sulla situazione un post alquanto amaro
“Questo ragazzo, che è benestante, non lavora e rivendica come scusa di avere una disabilità che gli impedisce di digitare con i tasti ma non di twittare”
Evidentemente cercando la simpatia di un uditorio che invece ha rigettato il suo attacco frontale al manager disabile criticandolo rudemente.
Il manager ha avuto quindi modo di replicare che
“Non sono in grado di svolgere lavoro manuale per lunghi periodi senza che le mie mani comincino a soffrire di crampi. Posso scrivere per un’ora o due. Non era un problema ai tempi di Twitter 1.0 quando ero un senior director e il mio lavoro prevedeva di aiutare i team a progredire con indicazioni strategiche”
Stimolando le critiche degli utenti social, tra cui un collaboratore che tra le critiche feroci ha trovato il tempo di rispondere allo sgarbato tweet del magnate col linguaggio della gentilezza e della cortesia
Come qualcuno che ha lavorato direttamente con @iamharaldur durante un momento difficile, questo mi suscita una profonda delusione. Non solo la sua etica del lavoro è di livello superiore, il suo talento e la sua umiltà sono di livello mondiale. Esattamente il tipo di persona che vuoi nella tua squadra quando le probabilità sono contro di te. Sono certo che ci sia un profondo malinteso da qualche parte su quel “non lavora”.
A questo punto, il magnate ha capitolato: dopo un tweet in cui ha ammesso che “è meglio parlare di persona con le persone che non giudicare su Twitter” sono arrivate le sue scuse, e l’ammissione che “il manager sta pensando di restare”
Tutto a posto, direte voi? Non proprio
Ovviamente, l’invito di Musk a “parlare prima, Twittare poi” arriva per ultimo, come il proverbiale chiudere la stalla quando tutti i buoi sono già fuggiti da lungo tempo.
Non è un caso se il Manifesto della Comunicazione non Ostile che abbiamo sottoscritto raccomanda in vari modi il “contare fino a 10” prima di postare qualcosa che ogni ragazzino conosce.
In secondo luogo, l’attuale gestione Musk fatta di licenziamenti continui, incolpare la “passata gestione” di ogni disservizio sulla piattaforma e riammettere anche account rei di spargere contenuti di odio non è passato inosservato agli enti regolatori.
Che ora si chiedono se il “giocattolo nuovo di Elon” sia ancora in grado di assicurare un ambiente sicuro per gli utenti al fronte di licenziamenti massicci.
Oltre, naturalmente, ad evitarci il dramma quotidiano.
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