L’ultima challenge TikTok: la “cicatrice francese” e il rischio emulazione
L’ultima challenge TikTok è arrivata: la “cicatrice francese”. La challenge, ovvero “sfida virale” è esattamente quello che il nome fa presagire. L’invito ai giovani a cagionarsi ferite e lividi sul volto, all’altezza degli zigomi, come a simulare la partecipazione ad una rissa
Il senso è una perversa “prova di coraggio”, tribale ma presente anche in altri contesti sociali fortunatamente ormai superati, fino ad oggi.
L’ultima challenge TikTok: la “cicatrice francese” e il rischio emulazione
Il riferimento “culturale” immediato è ai miliziani di Francois “Papa Doc” Duvalier, il cui viso sfregiato dalle botte elargite e ricevute veniva percepito come segnale di coraggio.
Ma anche alle cicatrici dei “duelli alla sciabola” delle università germaniche del 19mo secolo, duelli al “Primo sangue” che si concludevano quando la sciabola dell’avversario feriva le guance e la fronte del nemico.
Cosa che portava molti uomini dell’epoca a “simulare” di essere coraggiosi scavezzacollo avvezzi alla lotta aggravando le ferite ricevute al collegio per esasperarne le cicatrici o infliggersi sfiguranti cicatrici in proprio millantando di averle guadagnate duellando.
Usi questi che affondano le radici in una concezione tribale della forza: la violenza diventa un “rito di iniziazione” e ai giovani, facilmente influenzabili, viene chiesto per “entrare nel gruppo” di partecipare a riti di violenza o simularli infliggendo violenza sulla propria carne.
Va da sé che se ci siamo evoluti come società superando tali brutali ritualità è proprio per non dovervi ritornare. Cosa che purtroppo, complice anche l’immagine del “guerriero” spesso usata e abusata da movimenti complottisti, antikasta e notutto spinge diversi giovani a infliggersi deturpazioni per ostentare una presunta natura di “guerrieri”.
I rischi
Va detto che simili sfregi non sono senza rischio: gli ematomi prodotti possono sfigurare i volti per settimane, mesi, o addirittura richiedere trattamenti col laser per svanire, e data la zona delicatissima dello zigomo (a pochi centimetri dagli occhi) il rischio di danni maggiori è evidente.
Inoltre, come per il caso degli altri “guerrieri”, sono evidenti il rischio di emulazione e spersonalizzazione: un giovane così isolato da cercare di sfregiarsi a vita perché la “comunità” gli ha chiesto un rito di iniziazione sarà pronto a commettere atti ancora peggiori pur di sentirsi accettato.
Avrete notato che abbiamo usato una foto di repertorio di una modella: in realtà si moltiplicano le segnalazioni di adolescenti e preadolescenti pronti alla “prova di coraggio”.
Come per il caso Blue Whale è un serpente che si morde la coda fomentato dall’emulazione: anche se i primi casi fossero stati estemporanei, viralizzato il concetto della “prova video di coraggio”, ecco che si rischia l’escalation.
Cosa fare
La Polizia Postale ha pubblicato una serie di consigli utili.
Per i genitori, suggerisce di parlare ai ragazzi della challenge della cicatrice francese e in generale delle sfide, per cercare di capire quale interesse e importanza possano avere per loro, facendolo quindi in modo di sottrarre il dialogo alla viralità, ma per ricordare loro che nessun livello di popolarità online merita di esporsi al rischio di agire illegalmente o di farsi del male.
Aggiungendo inoltre di imporre ai giovani un limite di tempo massimo e di controllo per la navigazione social e mantenersi informati sulle “tendenze virali” del momento. Cosa, che, aggiungiamo, vi stiamo aiutando a fare. Consigliando altresì di segnalare alle autorità tutti i casi di “challenge pericolose” in cui vi si imbatte.
Per i più giovani si ricorda che è reato diffondere informazioni e immagini private di altri, soprattutto se minorenni e, come visto in passato, il rito di spingersi in challenge virali con lesioni ed eventi nocivi ritraendo altre persone può portare a gravi conseguenze legali.
Questo a parte il fatto, in questo caso, di rischiare di trovarsi sfregiati per una moda che, come tutte, finirà.
Foto di Copertina: Woman with Bruises, Getty Images via Canva
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