L’orrore trascendentale di Chargeman Ken, la serie animata peggiore della storia
Tutti voi abbastanza anziani da ricordare gli oggetti retro di parte di questa rubrica ricorderete il tenero lirismo di “Don Chuck Castoro“, avventure di un giovane castoro alla scoperta del mondo. Alcuni di voi, ma meno, il buffo mondo di “Robottino“, opera derivativa rispetto al più famoso “Dottor Slump e Arale” e parte del filone “Avanzatissimo robot che scopre i sentimenti degli esseri umani” inaugurato dall’Astroboy di Tezuka decenni prima.
Ma lo Studio Knack è anche famoso in patria per Chargeman Ken, un eroe metà supereroe mascherato, metà farabutto e tutto politicamente scorretto. Le avventure, disegnate male ed animate peggio, di un improbabile salvatore del genere umano. Un ragazzino volgare, sboccato, ricolmo di maleducazione, istinti omicidi e superpoteri mandato a salvare il mondo da goffi alieni monocoli giusto un filo meno malvagi di lui, mentre nel tempo libero osserva improbabili fotomodelle, tampina la maestra elementare e combatte disabili mentali (non la disabilità: i disabili) e terrapiattisti ludditi.
E tutto questo era un’opera destinata ad un pubblico di bambini.
L’orrore trascendentale di Chargeman Ken, la serie animata peggiore della storia
Chargeman Ken è stato trasmesso in Giappone nel 1974, e vi assicuriamo non è un creepypasta. Ma neppure è casuale il fatto che questo articolo sia, sostanzialmente, la risposta del vostro amichevole Shadow di quartiere alla domanda dell’admin
“ma perché non scrivi qualcosa sui creepypasta? Tutti amano i creepypasta”
Perché il più inquietante dei creepypasta fa sembrare l’esecuzione di Chargeman Ken (specialmente in episodi come il leggendario “Dynamite in the brain” – “Dinamite nel cervello”) un serial tratto da Human Centipede o dalla Casa dei mille corpi.
Eppure la trama base di Chargeman Ken è una via di mezzo tra Kamen Rider (serial all’epoca già in voga, la cui prima serie partì dal 1971 al 1973, chiudendosi un anno prima dell’anime dello studio Knack) e una serie di robottoni alla Go Nagai, dall’aspetto imprevisto di una parodia di entrambi.
La trama vede Ken Izumi, precoce e sboccato ragazzino appena decenne ma già coi bollori verso la maestrina elementare, figlio di due scienziati ritratti intenti a non fare un accidente di niente per tutto il giorno, inventori di una prodigiosa cintura chiamata la Cintura Vizium (un clone disegnato male della Cintura per la trasformazione di Kamen Rider).
Il setting, cantato nella sigla che occupa buona parte dei cinque minuti circa di ogni episodio, descrive l’ambientazione della storia come “il mondo futuro del 2074”, dove l’umanità è sotto attacco da parte dei “Juralians”, una razza di alieni monocoli il cui leader è inspiegabilmente munito di due occhi intenti a cercare di conquistare il pianeta per il solito motivo da anime anni ’70, ovvero prenderne possesso e viverci.
Nella storia non viene mai detto come: in un fumetto leggermente scritto meglio presentato come storia parallela viene spiegato che il dottor Izumi ha ricevuto la visita di un alieno morente che gli ha parlato dell’imminente invasione e la soluzione al problema è stato “fortificare con l’armatura della Scienza” quell’aspirante criminale di suo figlio maggiore Ken, ovvero appioppandogli un UFO dall’improbabile elica tonda, una pistola laser e la “Cintura Vizium” per mandarlo a sparare agli alieni, possibilmente facendo ritorno prima di pranzo.
Perché l’orrore?
D’accordo, messa così la trama è giusto un po’ scontata. Resa particolarmente odiosa dalla presenza dell’orribile robot “Barican”, mascotte e oggetto del bullismo di Ken e della sorellina non meno nefanda Karon (con la a, ma che si comporta come se fosse una Karen col quintuplo degli anni), ma scontata.
La visione ti fa inciampare in una serie di problemi: l’episodio medio durava come abbiamo detto circa cinque minuti. Togline uno per la sigla e un altro per scene a casaccio (metà del famigerato “Dynamite in the Brain” contiene scene di dinosauri a caso con effetti sonori rubati a Godzilla per rappresentare un film che Ken sta guardando al cinema per distrarsi dai suoi numerosi crimini di guerra…) e capirai perché le trame degli episodi sono spesso ridotte al lumicino.
Ad esempio in un episodio gli alieni decidono di sostituire Ken con un clone alieno insolitamente bene educato e dall’incredibile capacità di bere il succo di pomodoro servitogli a colazione senza fare storie.
Nei pochi minuti di episodio rimasti il clone viene brutalmente preso a colpi di mazza da baseball con inaudita ferocia dalla piccola Karon, atomizzato con una pistola laser dal buon papà Izumi e una risata finale cementa l’allegria di una famiglia basata sulla violenza inenarrabile.
In altri momenti abbiamo alieni vestiti da cowboy che inseguono Chargeman Ken su carretti pronti a prendere fuoco al primo impatto come nella peggiore parodia, improbabili ludditi terrapiattisti che rifiutano di credere allo spazio, Ken Izumi che si infiltra in un manicomio pieno di personaggi stereotipati tra cui un “forzuto da Circo” con un reggiseno rosa sulla tutina da Tarzan comportandosi come un politicamente scorretto e stereotipato disabile mentale (ovvero parlando lentamente e con parole semplici), il tutto assistito da una “tecnica” assente.
La trasformazione di Chargeman Ken, che in un singolo episodio viene descritta come legata all’energia solare, con tanto di tentativi degli alieni mai più ripetuti di fermarla oscurando la luce solare in prossimità di Ken (che, in barba a tutte le leggi della fisica, la sostituisce accendendo due fiammiferi nel corpo tondo del suo robot da compagnia…), è un evidente “omaggio” a quella di Kamen Rider, con tanto di Cintura Vizium che inesplicabilmente ruota trasformando la maglietta di Ken da gialla con una K bianca e nera a gialla con una V rossa e nera e facendo apparire un elmetto dalla visiera del tutto trasparente che rende inesplicabilmente Ken Izum e Chargeman Ken diversi agli occhi degli spettatori (un po’ per il fenomeno per cui Sailor Moon è letteralmente Usagi Tsukino con la gonnella corta e gli stivali al ginocchio e nessuno se ne accorge), viene ripetuta puntata dopo puntata.
Aggiungendo scene in cui appaiono peli di provenienza misteriosa direttamente sui disegni e persino una mano umana che regge istruzioni in un cambio di scena, per la trama resta poco.
Il tutto migliorato da tecniche di regia che fanno sembrare il “Montaggio analogico” della Corazzata Kotionkin in Fantozzi un capolavoro. Potremmo dirvi quando l’audio va fuori sincrono, ma facciamo prima a dirvi che l’audio riesce ad essere sincronizzato solo nella sigla, laddove le animazioni sono meno fognarie del resto della serie e il tema musicale, quantomeno, sembra orecchiabile in una traccia audio composta da rumoracci stock e doppiaggi degni della Dingo Pictures.
E qui si arriva ad un singolo episodio che fa capire l’orrore della serie. Episodio trasformato nel 2019 in un vero e proprio musical: il citato Dynamite in the Brain
Dynamite in the Brain: l’episodio più folle della storia dell’animazione
Come anticipato, l’episodio comincia con Ken e Karon che vanno al cinema a vedere un film con dei dinosauri che si menano, visibilmente eccitato dalla violenza in scena mentre la sorellina è umanamente terrorizzata. Ken approfitta dell’intervallo per fare il pieno di snack, incontrando il Dottor Volga, famoso scienziato della Germania dell’Est (perché apparentemente nel mondo del 2074 c’è ancora la guerra fredda), intento anche lui a cercare di ingozzarsi.
Mentre Ken gli sbatte addosso, alcuni alieni travestiti da Men in Black con giacca e cappello sequestrano lo scienziato e lo colpiscono con una pistola laser all’addome. Ken deduce che sia morto, così corre all’assemblea mondiale degli Scienziati (coerentemente a pochi passi da casa) per denunciare il Volga presente come un alieno travestito.
Giustamente gli scienziati gli ridono in faccia, quando Ken Izumi sviluppa il superpotere di sentire un ticchettio dal cranio dello scienziato, rilevando che non si sa come gli alieni gli hanno infilato una bomba nel cranio per farlo esplodere assieme agli altri scienziati.
Un “eroe” tradizionale avrebbe a questo punto cercato di salvare la situazione, probabilmente in una serie più seria lo stesso Dottor Volga si sarebbe offerto di sacrificarsi chiedendo di essere portato lontano dal laboratorio.
Il coraggioso, premuroso, nobile Chargeman Ken lo porta sul suo UFO volante, sorvola un UFO dei suoi nemici e pigiando un tasto assolutamente non protetto e mescolato ad altri tasti rivela che il sedile del passeggero sul suo mezzo volante ha una botola sul fondo. Volga sbatte di faccia sul parabrezza del mezzo alieno e muore assai male mentre padre e figlio Izumi ci regalano la seguente perla
“Il professor Volga purtroppo è morto, ma abbiamo finito la città industriale da lui progettata”
“Già figliolo, sono certo che ci guardi dall’alto”
Probabilmente inteso come i 10000 metri dai quali l’ha tirato dieci minuti prima.
Del resto, se i tuoi nemici hanno come piani per sconfiggere l’umanità coltivare per secoli una specie di farfalle carnivore per liberarle alla presenza di Chargeman Ken pronto a disintegrare una specie in pochi secondi oppure trasformare il tirannico leader degli alieni in una ragazzina appena decenne coi boccoli per mandarlo a sedurre Chargeman Ken si va sul sicuro.
E se tuo padre dopo aver investito due tizi in macchina esclama convinto “Fortuna erano solamente due alieni, altrimenti saremmo stati nei guai”, probabilmente nessuno ti ha dato l’etica che infatti non hai.
Eppure il successo
Per decenni Chargeman Ken fu relegato in quello spazio dove vivono gli incubi e i mostri di infanzia, in quella landa mentale confusa dove vivono gli episodi di Clementine (altro cartone inquietante, ma per motivi artistici), Attack of the Killer Tomatoes (che, al confronto di Chargeman Ken, è un film di Miyazaki), e la scena di “Questo Mondo non mi renderà cattivo” in cui ZeroCalcare ricorda che sua madre lo traumatizzò da piccolo descrivendo i centri di recupero per tossicodipendenti come “Quel posto dove [i tossicodipendenti] vengono chiusi dentro una botte e presi a mazzate”.
Ma nel XXImo secolo accade l’imponderabile: il Giappone riscopre Chargemen Ken, se ne innamora e decide che i mondo non potrà più farne a meno.
Nel 2019 Chargemen Ken da mefitico manga diventa un mefitico musical, dove Ken Izumi viene intepretato da un attore di 39 anni (ma dall’aspetto giovanile) e da un ventenne perché, sinceramente, un decenne sguaiato, sboccato, con istinti da latin lover e brutale omicida lo fai interpretare da un bambino?
E dove persino l’orrendo robot Barican viene rappresentato nella gloria di un costume brutto in un’opera teatrale dal sapore trash che, avrete compreso, comprende il capolavoro trascendentale “Dynamite in the Brain” con tanto di riedizione drammatica del lancio del vecchio.
Ancora prima nel 2011, un episodio dell’amata serie per ragazzini “Sergente Keroro”, storia di un buffo alieno a forma di ranocchia che, nel tentativo di reclamare la Terra per il suo pianeta, si affeziona ai suoi abitanti, il suo amico Fuyuki si imbatte in una tuta sospettosamente simile a quella di Ken Izumi che, come prevedibile, indossata lo rende un pazzo assatanato pronto a dispensare violenza criminale verso chiunque abbia la sfortuna di incontrarlo.
Emozione che potrete incontrare anche voi: dall’egualmente orrendo sito dedicato a Chargeman Ken, anche poi potete trasformarvi in Chargemen dediti alla violenza contro il prossimo, umano o alieno che sia, per la modica cifra di 220 Euro per un elmetto curiosamente indossato da una testa decapitata di manichino femminile (probabilmente per mano dell’ultimo indossatore, posseduto dalla violenza di Ken Izumi) e 18 euro per una maglietta con la Cintura Vizium disegnata sopra.
Possiamo quindi lasciarvi con la sigla rimasterizzata in 4k della serie e con la sua remix Rock and Roll.
Non siamo in grado di garantire per la vostra salute mentale.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.