Ci insegna un po’ chiunque che l’onanismo è un parola sinonimo di masturbazione, e lo è dai tempi della Bibbia, con Onan il primo masturbatore noto della storia.
In realtà è uno degli infiniti falsi miti sulla Bibbia, testo che ormai è l’equivalente delle condizioni d’uso di Windows: tutti quelli che dicono di averlo sottoscritto, lo ignorano.
La prima vera menzione del“l’Onanismo” o “Vizio di Onan” nella letteratura appare nel 1716, in un anonimo libercolo aggiornato costantemente per decenni fino a diventare un gargantuesco monumento contro la masturbazione.
Il testo si chiamava “Onania: l’atroce peccato dell’autoinquinamento”, e si presupponeva scritto da un non meglio precisato Dottor Bekkers o dal famoso chirurgo John Marten.
Entrambe le attribuzioni sono spurie e non provate, quello che è certo è che Onania era l’equivalente della pubblicità truffaldina che promette cure semplici per le malattie più particolari.
Questo libercolo peraltro è l’origine di tutti i miti sulla masturbazione: il libriccino veniva venduto in ogni farmacia assicurando che i masturbatori sarebbero presto diventati ciechi, malaticci, pazzi, infertili o capaci solo di procreare prole malata e invalida ed altri brutali malanni.
E, ovviamente, le stesse farmacie che avevano “Onania” negli scaffali sarebbero state fiere di vendere sieri e ricostituenti per rendere la salute e la prosperità al nefando cliente masturbatore, esattamente con la logica con cui Listerine sollevò le vendite del colluttorio presentando l’alitosi non più come sgradevole disturbo, ma come orribile e sfigurante piaga sociale che avrebbe condannato generazioni di fanciulle ad una vita da zitelle derise per la loro terrificante fiatella.
Nel libro della Genesi (Genesi 38,6-10), semplicemente Onan era descritto come uno dei precursori del “salto della quaglia” o del coito interrotto.
Costretto in base alle leggi locali a sposare la vedova di suo fratello, Onan non aveva intenzione di ingravidarla per proseguire la stirpe come richiesto. Decise così di praticare il coito interrotto, prendendosi cura di non portare a termine i coiti eiaculando solo per terra “Spargendo il seme”.
Nonostante come tutti sappiamo ora l’efficacia del coito interrotto è minima, Dio non volle correre rischi e provvide a folgorarlo sul posto per dare il buon esempio.
Nei Dieci Comandamenti comparve così “non disperdere il seme”, inteso come evitare il sesso ricreativo per favorire quello procreativo che l’anonimo autore di “Onania” trasformò a fini commerciali in un divieto di masturbazione curabile con appositi farmaci e dispense.
Foto di copertina da Wikimedia Commons, L’onanismo, Tissot (1785), custodito nel museo dell’erotismo di Venezia
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