Lo spettro del “colpo d’aria” si aggira nelle case
Avrete tutti sentito parlare dello spettro del “colpo d’aria”, questa malefica entità quasi sovrannaturale causa di ogni malessere del genere umano dai tempi di Pandora ad oggi.
Mal di gola? È stato il colpo d’aria. Polmonite? Pure. COVID19? Qualcuno vi dirà che il colpo d’aria ha fatto il suo.
Partiamo da un punto di vista: senza patogeno non esiste infezione, nessuno contrarrà nella storia umana una malattia infettiva perché “il colpo d’aria”.
Lo spettro del “colpo d’aria” si aggira nelle case
Se bastasse “lo spiffero della finestra” per causare laringiti fulminanti, polmoniti gravissime e altre malattie respiratorie, non avrebbe senso il fatto che chi lavora ad esempio in celle frigorifere non è ridotto ad un moribondo rottame e il fatto che non solo malattie gravissime come la turbercolosi erano più diffuse nei paesi caldi che non nei paesi freddi (e tutt’oggi lo sono).
Un improvviso sbalzo termico può essere responsabile di crampi e torcicolli, ovvero di contratture muscolari dovute al subitaneo raffreddamento di muscoli caldi e affaticati, ma da solo causa di ogni malanno umano.
L’aria fredda, se molto fredda, può irritare le mucose respiratorie, ma non spiega perché di inverno influenza, COVID19 e altri malanni respiratori colpiscano più forte.
Tale circostanza è infatti spiegata dal fatto che in inverno si passa più tempo al chiuso e in luoghi con scarso ricambio d’aria.
I rischi della leggenda del colpo d’aria
Mi direte che la leggenda metropolitana del resto “non fa male perché invita a coprirsi”. Ma come ricorda FNOMCeO, invita anche atteggiamenti assai malsani.
Chiudere ermeticamente le finestre per paura dello spiffero mortale è un invito ad avere camere prive di ricambio d’aria, ricettacolo di patogeni, aria consumata e fenomeni come il gas radon.
Ma anche un invito a rinunciare a climatizzatori e ventilatori, esponendo quindi anziani e malati a temperature elevate, specie nel corrente clima alterato, senza fornire loro il necessario sollievo.
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