“Lo sapevi che il miele…”: attenti alla disinformazione sui supercibi
Ci è stato segnalato un lungo elenco di curiosità sul miele, preceduto dal rituale “lo sapevi che il miele…” che descrive proprietà supreme del noto alimento.
Da X fino a Facebook il miele viene descritto come alimento salutare (e fin qui), come alimento in grado da solo di sostentare l’intera alimentazione di un essere umano, anzi, di nutrire un essere umano con un solo cucchiaino al giorno (!!!), spingendosi a descrivere qualità di miele anallergiche.
Tutte qualità grandemente esagerate, vedremo.
“Lo sapevi che il miele…”: attenti alla disinformazione sui supercibi
Andiamo nell’ordine seguito dalle varie condivisioni per fare chiarezza però
Il miele da solo può sostenere la vita sulla Terra, basta un cucchiaino
Cento grammi di miele forniscono 288 calorie. Contengono esattamente lo 0% di grassi, circa 76 grammi di carboidrati e 0,4 grammi di proteine.
Postulando un cucchiaino da té, esso conterrebbe circa 7 grammi di sostanza, e quindi le misure fornite andrebbero ridotte in proporzione.
Il fabbisogno calorico di un uomo adulto si aggira tra le 2000 e le 3000 calorie, e dovrebbe comnprendere grassi, proteine e carboidrati assieme.
Per quanto il miele sia un alimento salutare, seguendo pedissequamente quando detto dalla dieta l’ipotetico essere umano che decidesse di nutrirsi di solo miele, e solo un cucchiaino al giorno, morirebbe di fame in tempo breve.
Il miele è il più potente antibiotico e non scade mai!
Dire “il più potente antibiotico”, senza avere alcun termine di paragone è una sciocchezza scientifica. Gli antibiotici vanno infatti classificati in base al loro scopo.
Abbiamo in passato esaminato come il miele sia, di per se stesso, un ambiente ostile alla proliferazione di muffe e batteri.
Non è un caso che sui barattoli di miele sia dovente indicata una data entro cui consumare il prodotto pari a due anni: il miele può invecchiare.
L’esposizione a temperature troppo alte, o alla luce solare diretta specialmente possono portare avanti tale processo. La data dei due anni non è la data entro cui diventa impossibile consumare il miele, ma quella oltre cui è possibile che il miele abbia perso alcune caratteristiche organolettiche
La diastasi, un enzima a cui il miele deve le sue proprietà antibatteriche, diminuisce con “l’invecchiamento” della preziosa sostanza e gli zuccheri in esso contenuto degradano.
Il miele invecchiato avrà quindi un sapore più acido, un colore più scuro e ridottissime proprietà antibatteriche. Non sarà certo nocivo, ma sarà come bere una bevanda che ha perso ogni sapore o un piatto lasciato raffreddare troppo, con “l’aggravante” di non portare più i benefici del miele. Nessun danno, ma nessun beneficio.
Il miele può invece andare a male qualora, per un difetto di conservazione e produzione o perché conservato in ambienti troppo umidi, l’umidità all’interno del barattolo sia aumentata.
In tal caso il miele andato a male diventerà schiumoso, bianchiccio e dal pessimo sapore, pieno di lieviti e non più commestibile.
“Per fare tot miele servono tot fiori”
Le diverse qualità di miele hanno diverse provenienze, questo è chiaro. Esistono mieli di nettare e mieli di melata (nati cioè dalla secrezione zuccherina lasciata da insetti che si nutrono di linfa), mieli monofloreali e mieli plurifloreali.
Un alveare di 10-20mila individui produrrà circa 20-30 chili di miele, con ogni calcolo derivante dal tipo di specie coinvolta e dal tipo di miele.
Impressionanti anche senza cercare di impressionare l’uditorio con improbabili “conti della serva”.
Ovviamente anche i tipi di nettare e melata giustificheranno le varie e potenzialmente infinite sfumature di colore dello stesso. Nessun segreto esoterico.
Esistono appositi cucchiai per il miele
Per la legge dei grandi numeri, o per riempire l’aneddotica in modo che sia abbastanza massiccia da rendere impossibile ogni verifica, ci saranno ovviamente dei dati legittimi.
Il dosamiele in legno esiste, ma non perché dia risultati organoletticamente superiori, ma semplicemente è più facile da usare senza restare con le dita “attaccaticce” per il miele che potrebbe scorrere sul liscio manico del cucchiaino da caffè.
I più grandi imperatori sono sepolti in bare di oro e immerse nel miele per evitare il “marcimento”
Effettivamente Erodoto riportava l’uso della mellificazione del cadavere, ma del resto parliamo dello stesso Erodoto che, sia pur definto il padre della Storia, era ancora un logografo.
Per sua stessa ammissione riportava tutto quello che gli era narrato, lasciando al lettore quello che oggi definiremmo onere del fact checking, ovvero valutare se credere a quanto a sua volta riferitogli o meno.
“Stiff” dell’anatomopatologa Mary Roach ridimensiona il mito dell'”uomo mellificato”, ricordando che sì, si registrano nella storia casi di descrizioni di uomini inumati nel miele, ed Alessandro Magno si suppone abbia ricevuto tale fato, ma fu nell’800 che si diffuse massicciamente e senza prove il mito dell'”Uomo Mellificato”, il cadavere lasciato nel miele che non solo a distanza di millenni risultava essere intatto, ma trasformava lo stesso miele in un farmaco miracoloso in grado di guarire chi l’avrebbe ingerito da diversi malanni.
“I pascoli di api sono il cibo più salutare del mondo”
In che senso? Si intende il miele, cosa che già era stata detta?
Le api stesse, per la gioia dei complottisti noinsetti?
I fiori? Potremmo mangiare direttamente i fiori? Anche qui il testo non è chiarissimo.
Il miele non è dolcificato, il miele di manuka è anallergico e fa bene alle donne incinte ed ai bambini
Ora, il miele è composto essenzialmente di zuccheri.
Definire il miele non dolcificato è come dire di aver scoperto l’acqua liofilizzata e di conservarla in appositi barattoli.
Il miele di Manuka è apprezzato perché variante monofloreale derivata da un fiore usato nella fitoterapia in Australia e Nuova Zelanda: resta comunque una qualità di miele.
Come tale andrebbe evitato servire miele a bambini di età inferiore ad un anno, per evitare in caso di cattiva conservazione di esporli alle spore del botulismo e chi è allergico alle api e al miele dovrebbe tenerne di conto lo stesso.
Calcoli sulle api
Un’ape regina depone circa 2000 uova al giorno, vivendo dai due ai quattro anni di media.
Un’ape batte le ali circa 200 volte al secondo. E sin qui i calcoli sono corretti. Ma il resto non torna.
Le api sono l’unico animale che produce cibo per l’uomo
Organizziamoci su questo. Le api producono il miele essenzialmente per avere nettare da consumare in assenza di fonti alimentari e perché lo stesso non fermenti diventando inedibile.
Le api non producono “cibo per l’uomo”, l’Uomo passa di là per caso mentre le api lo producono, oppure addomestica le api perché producano miele in ambiente controllato per nutrirsene.
Come fa con le mucche che gli danno il latte, le galline che gli danno le uova ed ogni altro animale addomesticato a scopo alimentare.
Torniamo quindi al mito del “supercibo”, alimenti a cui diamo qualità superiori e superumane.
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