Quando dal palco risuonano i primi accordi di A Che Ora è La Fine del Mondo di Ligabue esplode l’ovazione, c’è poco da fare. Il brano dà il titolo al quarto album del rocker di Correggio, con un testo che lasci spazio a poche interpretazioni. Luciano Ligabue, del resto, ci ha abituati a quel suo modo unico di raccontare le cose, vuoi una storia strappalacrime – Piccola Stella Senza Cielo – vuoi un dipinto malinconico del Belpaese – Buonanotte All’Italia – o vuoi lo sguardo straziato di chi vive un conflitto interiore (Ho Perso Le Parole).
Con A Che Ora è La Fine Del Mondo di Ligabue va in scena la satira rock’n’roll che, inevitabilmente, diventa un manifesto generazionale. Il merito è delle tante fotografie che il testo propone, tante vignette che raccontano gli anni ’90 e tutte le loro contraddizioni.
A Che Ora è La Fine del Mondo è il brano d’apertura che dà il titolo al disco uscito nel 1994, lo stesso di Cerca nel Cuore, Fuori Tempo e L’han Detto anche gli Stones.
La penna critica di Luciano Ligabue si scaglia con insistenza specialmente contro la tv del dolore (dai “serial killer” ai “serial politici”), immaginando una fine del mondo “in Mondovisione in diretta da San Pietro per l’occasione”, ma non senza aver prima trasmesso “il terzo festival del dolore” sul “canale 9”. In sostanza: “Chi è fuori è fuori e chi è dentro è dentro, e fuori TV non sei niente”. Una società che nel 1994 era già schiava dell’immagine e dello scandalo.
Dovrebbe essere risaputo, tuttavia, che A Che Ora è La Fine del Mondo di Ligabue è la versione italiana di It’s The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine) dei REM.
Il rocker di Zocca Correggio (scusate, grazie per la segnalazione) non propone una traduzione lettera per lettera, piuttosto una sua trasposizione in italiano del successo della band di Michael Stipe contenuta nel disco Document (1991). La band britannica si ispira, nel suo caso, a quella famosa storia di Orson Welles e del radiodramma sulla guerra dei mondi (qui il nostro approfondimento). E Luciano Ligabue, a chi si ispira?
Sì, se i REM si riferiscono allo straordinario regista di Quarto Potere, Luciano Ligabue si lascia ispirare dal Cav. Nel 1994 Silvio Berlusconi entra abbondantemente nelle case, nella quotidianità e nella politica degli italiani. Il momento giusto, per il rocker di Zocca Correggio (aridaje, scusate ancora), per lanciare un brano in cui la televisione è messa sostanzialmente sotto accusa.
Lo riferisce lui stesso nel 2006, durante un incontro con i fan nella Sala Montanelli di via Solferino, a Milano, dato che la città meneghina è una delle tappe del suo tour. Una fan gli chiede: “Cosa l’ha spinto ad incidere “A che ora è la fine del mondo?”, cover di un brano dei REM?”.
Il rocker risponde così:
In realtà non è proprio una cover perché ho cambiato il testo. Con quella canzone del ’94 volevo esprimere una mia impressione sulla tv: si diceva che era un mezzo di scarsa importanza. E invece, grazie alle sue televisioni, Berlusconi era riuscito a vincere le elezioni. Mi chiedevo: avrà pure avuto un peso, visto che in poco tempo Forza Italia è diventato il partito di maggioranza relativa?
Ora lo sai.
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