Abbiamo già parlato delle liste di medici e politici su Telegram novax, e sugli effetti che tali liste di proscrizione hanno avuto in questi giorni.
Sostanzialmente un aumento della violenza verso giornalisti e giornalisti, emblematico il caso del virologo Bassetti inseguito da un soggetto intenzionato a minacciarlo per ripubblicare le sue azioni nefaste online. Con tanto, ovviamente, di cellulare stretto nel pugno.
Ma anche il caso del giornalista di Repubblica percosso da un collaboratore scolastico.
Il tutto, come abbiamo fatto notare in un editoriale, nonostante dal punto di vista dialettico il danneggiato principale di queste azioni siano gli stessi novax, dato che ad oggi diviene impossibile appurare anche solo se il soggetto che ti si accosta per parlare di “tematiche novax” venga davvero in pace o stia simulando un intento pacifico per estrarre il cellulare e percuoterti selvaggiamente per il divertimento della sua bolla social.
Il movimento novax in queste ore ne esce fortemente indebolito e criticato severamente, ma vi è ancora altro.
Proprio dalla genesi di tutto questo, ovvero dalle liste di medici e politici su Telegram novax, sta indagando la Procura.
Procura dopo AdnKronos resa edotta dell’esistenza di Telegram di una vera e propria bolla social nella quale gli utenti vengono incitati a ripubblicare e condividere indirizzi, recapiti e numeri di telefono di medici, politici e giornalisti, con tanto di richiesta di mandare “video e registrazioni audio per far divertire anche gli altri”.
Cosa, questa, che sembra spiegare perfettamente perché il minimo comune denominatore degli atti di violenza di questi giorni sia un cellulare impugnato nella mano dell’aggressore come una via di mezzo tra un feticcio ed il “trofeo” che nei film slasher l’aggressore prende dalla vittima.
C’è quindi, secondo la Procura della Repubblica, materiale necessario per le indagini.
Riferisce ad ADNKronos che “Nel fascicolo, aperto a carico di ignoti in concorso, si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala”.
La struttura stessa di Telegram, va detto, rende altamente probabile, come nel caso dei Gruppi Telegram per i “Green Pass Fake”, che i primi ad essere identificati e indagati siano proprio coloro che, incitati dai “capi” coperti dietro account “admin” e simili, hanno conferito e conferiscono volontariamente dati altrui e video “divertenti” col loro nome, cognome e numero di telefono in chiaro.
E non solo la Procura indaga.
Contro le liste di medici e politici su Telegram novax, e contro la bolla social e messenger dei novax militanti, si schiera anche il Copasir.
Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha già fissato un’audizione sulle attività in Rete dei Novax e sui loro effetti.
Un buon consiglio è smettere di interagire con gruppi evidentemente militanti e violenti, segnalando immediatamente alle autorità competenti ogni interazione e messaggio.
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