Editoriale

L’ISS smentisce i novax sui decessi COVID, e noi vi avevamo avvisato

L’ISS smentisce i novax sui decessi COVID, e noi vi avevamo avvisato.

Davvero. Vi avevamo scritto un intero articolo, più una pletora di articoli che raccoglievano le varie smentite.

Ma succede sempre un fenomeno nella galassia novax, quel fenomeno che tende a descriverli come una branca particolarmente vociante e rissosa del mondo del complottismo.

Quando la Realtà dei fatti contraddice quello che dice un Novax, il Novax accuserà la realtà di menzogna.

Prima che provvedessimo a screen per competenza e ban massicci, i nostri social relativi al primo articolo erano stati istoriati da novax che pretendevano di avere ragione, dichiarando che il fatto di aver mistificato la realtà significava che noi e la realtà eravamo al soldo dei Poteri Forti.

Le scuse sarebbero gradite, ma sappiamo che non arriveranno e lo sa chi visionerà le screen. Quello che ci preme è che avevamo ragione, e l’ISS ha dovuto smentire quello che non ha detto perché qualcuno ama mettere in bocca ad altri cose che non esistono.

L’ISS smentisce i novax sui decessi COVID, e noi vi avevamo avvisato

Ve lo avevamo detto: dire che un fragile muore in quanto fragile, non significa negare che un fragile muoia.

“E’ tutto sbagliato – dice Onder – non è vero che solo il 2,9% dei decessi sono dovuti al Covid. Certo, la stragrande maggioranza dei morti sono persone che avevano malattie preesistenti ma che molto spesso erano in buon equilibrio di salute, e avrebbero vissuto ancora per molti anni”. Del resto quando si parla di anziani, visto che sono stati soprattutto loro a morire, due terzi della popolazione ha almeno un problema cronico. Tra questi c’è ad esempio l’ipertensione, della quale soffrivano almeno sei deceduti su dieci a causa del coronavirus.

“A meno di rare situazioni drammatiche l’ipertensione non porta alla morte – dice Onder – Quindi non può essere quella la causa del decesso di chi ha preso il Covid. Ma noi abbiamo rilevato anche altre patologie con le quali si può convivere per decenni, come il diabete. Gli stessi problemi cardiologici, come la fibrillazione o lo scompenso, possono essere ben gestiti grazie ai farmaci”. La sintesi è che “si sta dando un’interpretazione non corretta. E del resto sono mesi che diciamo che solo una piccola parte delle persone che muoiono di Covid non avevano altri problemi, la percentuale è sempre la stessa. Chi aveva altre patologie non ha perso la vita a causa di quelle ma del virus”.

Riferisce Graziano Onder, autore dello studio impugnato.

Visibilmente disgustato dal vedere la sua opera statistica mutata dai novax in un capolavoro di disumanità tale quanto non se ne vedeva dai regimi e dalle organizzazioni che promuovono l’eugenetica di fatto proponendo di sbarazzarsi senza pietà del debole e del malato.

Ci ricorda Onder che lo scopo della collazione dei dati, di cui abbiamo lungamente parlato è dimostrare come essere un paziente cronico oggi, nel mondo del COVID, significa rischiare di essere condannati a morte dalla stupidità e dall’egoismo altrui. Non dalla malattia.

Un diabetico, un cadiopatico, un iperteso possono vivere una vita serena e felice lunga quanto la nostra.

Finché non scoprono di dover saltare delle cure e delle visite di controllo perché l’ospedale di riferimento è pieno di tizi che hanno organizzato un COVID Party inseguendo l’immunità naturale ed ora invadono l’ospedale di una piccola comunità canadese da Intubati.

E succede anche in Italia, come si è scoperto quando un intero nucleo familiare è finito in terapia intensiva perché l’antennista li aveva dissuasi dal vaccinarsi.

Succede che le morti causate da COVID, specialmente col vaccino che riduce le morti e le ospedalizzazioni, spiccano tra coloro che sono indeboliti da una malattia, ma che avrebbero con il supporto della comunità la possibilità di vivere serenamente.

Possibilità che gli viene brutalmente strappata non solo dal COVID, ma da uno stentoreo “Io non è che voglio che muore mio nonno, ma se muore pazienza”.

Passiamo quindi al comunicato stampa. Perché non a caso abbiamo parlato del disprezzo per gli anziani.

Comunicato Stampa N°55/2021 – Precisazioni sul report decessi

Il Comunicato Stampa n 55/2021 interviene sul tema.

Ricordando non solo che “Nel rapporto non è affermato che solo il 2,9% dei decessi attribuiti al Covid-19 è dovuto al virus. La percentuale del 2.9%, peraltro riportata anche nelle edizioni precedenti, si riferisce alla percentuale di pazienti deceduti con positività per SARS-CoV-2 che non avevano altre patologie diagnosticate prima dell’infezione.”, ma aggiungendo che

  • Indipendentemente dal COVID 19, si sottolinea che la presenza di patologie croniche nella popolazione anziana è molto comune. Un recente rapporto dell’Istat indica che solo il 15% della popolazione anziana non soffrirebbe di patologie croniche e che circa il 52% soffrirebbe di 3 o più patologie croniche. In considerazione del fatto che le patologie croniche rappresentano un fattore di rischio per decesso da COVID-19 e che queste sono molto comuni nella popolazione generale, non deve sorprendere l’alta frequenza di queste condizioni nella popolazione deceduta SARS-CoV-2 positiva.

  • Non è inoltre corretto, altresì, affermare che le patologie riscontrate nei deceduti SARS-CoV-2 positivi avrebbero comunque portato a decesso “in tempi brevi”. La concomitanza di più patologie croniche nella stessa persona costituisce di per sé elemento di fragilità in genere compensato con appropriate terapie: il contrarre una infezione come SARS-CoV-2   si traduce in un aumentato rischio di complicanze e di morte. Sin dall’inizio della pandemia infatti, è stato censito un eccesso di mortalità nella popolazione, cioè un numero di deceduti superiore a quello degli anni precedenti, le cui stime sono periodicamente riportate nel rapporto congiunto Iss-Istat. Si precisa che le patologie pre-esistenti riportate nel report, finalizzato alla caratterizzazione delle caratteristiche dei deceduti, vengono valutate da un gruppo di medici dell’ISS attraverso la revisione di un campione di cartelle cliniche ospedaliere inviate ad ISS dalle regioni e Province Autonome, e le patologie preesistenti riscontrate più frequentemente nei deceduti SARS-CoV-2 positivi sono riportate nella tabella 1 del report. Le più rappresentate sono ipertensione, diabete di tipo 2 e demenza, patologie molto frequenti nella popolazione.

Possiamo dunque riassumere: il rapporto conferma esattamente quanto dichiarato dal Consiglio di Stato.

La solidarietà civica è uno dei più grandi valori della Costituzione, e lasciare che anziani e malati siano sacrificati sull’altare della Pandemia per evitarsi un tampone e un vaccino è il contrario della solidarietà.

È il contrario dei principi cardine di una società civile.

L’ISS smentisce i novax sui decessi COVID, il rapporto COVID evidenzia come la realtà smentisca non solo i Novax, ma purtroppo evidenzia che molti, troppi Italiani amano smentire i valori cardine della solidarietà e della tutela e cura per i deboli.

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