L’ipotesi Super Zona Rossa: perché dodici mesi non ci hanno insegnato niente
L’ipotesi Super Zona Rossa arriva a esattamente dodici mesi dalla ormai celeberrimma “Fuga da Milano” dell’otto Marzo 2020.
Ricordate benissimo cosa accadde. Per i più smemorati faremo un riassunto
8 Marzo 2020: Fuga da Milano
Eravamo ai tempi del primo Lockdown, in una comunicazione praticamente basata sui social e sulle indiscrezioni pronta a scavalcare i canali istituzionali.
In una combinazione mefitica di panico nella popolazione, novità per un morbo ancora sconosciuto, ansia giornalistica di arrivare per primi allo “scoop” ed una comunicazione governativa basata sui social, sul SEO e sulla diretta Facebook, ecco che saltarono fuori le indiscrezioni dei provvedimenti di chiusura prima dei provvedimenti di chisura.
Tra il 7 e l’8 marzo la stazione Garibaldi si riempì di persone pronte ad abbandonare Milano, fomentate dalle indiscrezioni a mezzo stampa.
Avevamo giurato di aver imparato. Avevamo promesso di essere migliori.
Una delle prime mosse del governo Draghi è stata una comunicazione meno incline alle fughe in avanti.
Ma ancora non è bastato, e siamo ancora qui a discutere di ipotesi.
L’ipotesi Super Zona Rossa: perché dodici mesi non ci hanno insegnato niente
L’Ipotesi Super Zona Rossa è una delle ipotesi sul tavolo, lo diciamo.
E il ritorno ad un lockdown nazionale di tre settimane, da cominciare con l’arrivo dei vaccini per creare una campagna vaccinale nazionale accelerata è una delle ipotesi in discussione.
Sottilineiamo: una. Delle. Ipotesi. In Discussione.
Le altre?
In campo dunque ci sono almeno 4 ipotesi.
- “Super zona rossa nazionale” di tre settimane
- Zona arancione rafforzata nazionale per un mese;
- Zona rossa solo nel week end;
- Coprifuoco anticipato alle 19 o alle 20 su tutto il territorio nazionale.
Ancora non è scritto nel bronzo, ma solo nella sabbia, cosa salterà fuori dai dati.
Ad esempio, Crisanti è tra coloro convinti che la “super zona rossa nazionale” non servirebbe se non a sfinire la popolazione, senza un vero piano nazionale vaccini e un sistema di tamponi sul territorio.
Il punto è che le “fughe in avanti”, avremmo dovuto imparare non servono che a creare confusione.
Le cose si decidono o non si decidono.
Non si gettano alla stampa i “Se, i ma e i forse”.
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