L’indinniazione corre sui social: perché, in fondo, a voi non importa niente delle vittime
È stato un mese infuocato. Mese che dimostra come a voi non importa niente delle vittime.
Ci spiace dirlo, ma è così. Ne abbiamo le prove.
Vi osserviamo, sapete? Vi osserviamo cercare lutti e tragedie, notizie di cronaca da brandire come magli contro il nemico di turno. O, semplicemente, urlare per non essere tagliati fuori dall’hashtag più cool del momento.
Una pietà ad orologeria la vosta: una pietà alla quale non importa niente delle vittime. Perché siete pronti ad abbandonare tale causa non appena ce ne sia una più viralizzabile per tornare, pentiti e non più credibili, al vostro primo amore.
Il caso emblematico: Parlami di Bibbiano
Per settimane ci avete chiesto di parlare di Bibbiano.
Certo, la stampa ne parlava, i giornali ne parlavano. Noi ne abbiamo abbondantemente parlato. Eppure no, volevate parlassimo di Bibbiano, e volevate lo facessimo alle vostre regole.
Vi chiedevamo di attendere i resoconti della magistratura? Le orde cammellate dei cattivisti da tastiera ci sciamavano in profilo chiedendo di parlare di Bibbiano, ma come volevate noi.
Accusandoci quindi di non voler condannare i cattivi perché magari siete pedofili pure voi o altre terribili cattiverie che non sono certo gratuite.
Abbiamo affrontato bufale di ogni tipo, dalle più gratuitamente omofobe ed assurde alle più bizzarre.
Proposte di legge sensatissime marchiate M5S e spacciate per fantomatiche leggi del PD per rubare i bambini, presunti sacerdoti con sermoni di fuoco e fiamme contro il nemico di turno, sordide storie di elettroshock del tutto mistificate e ardite riletture dell’ordinamento professionale degli psicologi per aggredire un professionista rimesso in libertà nella reputazione…
Il risultato? Ecco il risultato: finito il santo finita la festa.
Non appena avete trovato qualcosa per cui indinniarvi meglio, ecco che tutti voi che chiedevate di Bibbiano improvvisamente vi siete allontanati fischiettando.
Erano solo due giorni fa: avete smesso di chiedere. Avete smesso di cercare, avete smesso di informarvi.
Avete smesso anche solo di pensare a quei bambini.
Come se per voi non fossero mai esistiti: del resto, avevate un giocattolo nuovo.
E voi siete stati i bambini ora: il bambino bullo e viziatissimo che scalpita e fa i capricci per un giocattolo nuovo e perfezionatissimo e poi, ottenutolo, dopo poche settimane attratto dalle reclame pubblicitarie ne desidera uno nuovo che prenderà il suo posto.
Era il 27 luglio: e per la chiave di ricerca Bibbiano è cominciato l’irreversibile declino.
La nuova parola chiave: vice brigadiere ucciso
Era infatti il 26 luglio, giorno in cui avete deciso di dimenticare Bibbiano.
Il Vice Brigadiere Cerciello Rega muore nell’assolvimento del suo dovere.
Tanto vi è bastato per cancellare letteralmente le ricerche su Bibbiano. Tutte.
A partire dal giorno 26, con un picco nel giorno 27, Bibbiano scompare dai cuori e dalle tastiere per essere sostituito dalle keyword vice brigadiere ucciso a Roma e carabiniere ucciso da due nordafricani
Notizie più hot, più viralizzabili, parole chiave da spingere nella Rete col sorriso crudele di chi ha trovato qualcosa di nuovo e fresco, l’argomento che porterà migliaia di likes.
Ma il Destino è in agguato, e gli dei odiano la hybris dei mortali, anche la hybris 2.0.
La verità si muove a lento passo, e la Giustizia, quella della Magistratura e dei Tribunali, poco si cura della fame di likes di bulimici spettatori che vedono nella trageda il loro personale show Netflix del quale chiedono spoiler continui.
Succede che ora la pista nordafricana si rivela un flop.
Non avete notato niente di strano? La keyword vice brigadiere ucciso a Roma, come Bibbiano prima di lei, sciama e declina, si disperde nell’oblio.
Cosa prende il suo posto?
La keyword lanciata nell’iperurano dei click foto bendato americano
Esattamente: l’intera morte di Cerciello passa in secondo piano per diventare un circo dove coloro che fino a pochi minuti prima ostentavano ricerca di giustizia ora volgono loro sguardo lontano dal cadavere e dalla sua vedova ed esigono di poter vedere il mostro che balla per pochi spiccioli.
E non importa, come abbiamo detto, che tale vista avrà un amaro prezzo, sia in umanità perduta che in un vero e proprio ostacolo alle indagini che renderà difficile appurare la verità, annullerà diverse prove e scatenerà un incidente diplomatico con gli USA tale da allontanare per sempre ogni possibilità di ottenere una agevole ricostruzione della verità.
Laggente ha parlato. Laggente non voleva giustizia: voleva lo spettacolo, e lo spettacolo le è stato dato.
Cosa altro possiamo dire: il Male ha trionfato.
Sia imperitura la gloria del Male che spargete su Internet, perché oggi questo ha vinto, e non avrete bisogno di altro Male.
Lo state producendo voi, cancellando il Bene pezzo dopo pezzo.
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