L’incontro tra Putin e Macron distanti 4 metri: il leader francese, il tampone e il DNA
L’incontro tra Putin e Macron al Cremlino è durato circa 5 ore. I due leader hanno parlato della crisi ucraina, ma a tenere banco tra gli organi di stampa è stata la modalità del meeting: tra il presidente russo e il leader francese, infatti, c’era una distanza di 4 metri delimitata da un tavolo. Le foto hanno fatto il giro del web. Perché tanta distanza tra Putin e Macron? I motivi non sarebbero legati a questioni politiche.
Cosa dice Reuters
Secondo alcune fonti, riprese anche dagli organi italiani di stampa (AGI, per esempio), il motivo di tanto distanziamento sarebbe dovuto a un rifiuto di Macron di sottoporsi a un test PCR obbligatorio all’arrivo in Russia. Nello specifico, il leader francese avrebbe preferito sottoporsi a un tampone effettuato dal personale sanitario presidenziale anziché affidarsi agli operatori russi per non cedere alla Russia il suo DNA. Questo è ciò che riferisce Reuters citando come fonte alcuni non meglio specificati membri dell’entourage di Macron.
Sapevamo molto bene che ciò significava nessuna stretta di mano e quel lungo tavolo. Ma non potevamo accettare che mettessero le mani sul DNA del presidente.
Sempre secondo Reuters, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov avrebbe confermato il rifiuto di Macron di sottoporsi al tampone, mentre una seconda fonte vicina al leader francese avrebbe riferito che Macron si è sottoposto a un test PCR prima della partenza e ad un antigene rapido una volta arrivato in Russia, effettuato dal suo medico personale.
Ancora, l’ufficio del governo francese avrebbe definito “inaccettabile” il protocollo sanitario russo. La redazione di Reuters ha incassato gli interlocutori dell’entourage sul dettaglio secondo il quale Macron si sarebbe rifiutato di cedere il DNA alla Russia, la risposta: “Il presidente ha medici che definiscono con lui le regole che sono accettabili o meno in termini di protocollo sanitario”.
Macron temeva che il suo DNA finisse in mani russe?
Facciamo notare che a parlare del “DNA del presidente” sarebbero stati i membri del suo entourage. Reuters, infatti, scrive di aver incalzato gli informatori sulla questione del DNA, ma non è arrivata una risposta chiara. Ansa, inoltre, parla di “motivazioni addotte da alcune testate giornalistiche”. Sempre Ansa riporta altre dichiarazioni dai portavoce di Macron:
La questione è soltanto quella delle condizioni del tampone, ma questi sono elementi che spetta al medico decidere. Stiamo parlando di questioni come la persona che esegue il tampone, come il tampone viene praticato e quali sono le esigenze imposte in termini di tempistica (ad esempio, presentarsi molto in anticipo per il test). Abbiamo semplicemente ritenuto che le condizioni che avrebbero consentito un minore distanziamento non erano accettabili per noi e abbiamo scelto l’altra opzione proposta dal protocollo russo.
The Guardian sottolinea il fatto che Reuters parli di due fonti vicine a Macron: la prima parla del DNA del leader francese, la seconda riferisce che “i russi ci hanno detto che Putin doveva restare in una rigida bolla sanitaria”. Il riferimento al DNA arriva dunque dalla prima fonte. Anche Il Post, in Italia, specifica che la prima fonte non è andata oltre sulle motivazioni legate al DNA.
Quindi?
Sostanzialmente, da Macron non sono mai arrivati riferimenti alla sicurezza del suo DNA, piuttosto è una motivazione espressa da una delle fonti in contatto con Reuters e ripresa dagli organi di stampa come unica ragione del distanziamento tra i due leader. Macron e il suo staff hanno preferito rispettare il distanziamento anziché sottoporsi ai protocolli sanitari russi, ritenuti “inaccettabili”. Dai rispettivi canali istituzionali, in ogni caso, non arrivano commenti.
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