Editoriale

L’improbabile piano di Elon Musk per la pace in Ucraina

Il piano di Elon Musk per la pace in Ucraina è, francamente parlando, l’equivalente virtuale della gag della Regina di Bellezza che promette, in caso di elezione, di attivarsi per la pace nel mondo e per dare da mangiare agli affamati. Non è in suo potere fare una cosa né l’altra, ma ci si aspetta tutti che dica qualcosa di deliziosamente banale e lo fa. Ed essendo la Regina di Bellezza, nessuno ci farà più tanto caso.

Il piano geniale di Elon Musk per la pace in Ucraina ha le stesse possibilità di successo, ancorché la stessa visibilità social dei tentativi di acquisire Twitter. Nonché le stesse possibilità di successo di un’aragosta di uscire viva dalla vasca di un ristorante di lusso. Semplicemente non ha speranza di esistere.

“rifare le elezioni nelle regioni annesse sotto la supervisione Onu”, con la Russia “che lascia se questa è la volontà del popolo”; “la Crimea formalmente parte della Russia, come è stato dal 1738 (fino all’errore di Krusciov)”; “forniture d’acqua assicurate alle Crimea”; “l’Ucraina resta neutrale”.

Riporta ANSA, assieme al parere di osservatori che le trovano “ragionevoli”. Ovviamente, il concetto di osservatore su Twitter e sui social tende a variare, e il parere degli stessi a deragliare sui fatti.

L’improbabile piano di Elon Musk per la pace in Ucraina

Nonostante il parere degli “esperti” infatti il sessanta per cento dei votanti ha bocciato il piano, riconoscendone improponibilità ed errori storici. Ad esempio l’idea di “rifare” il Referendum promosso dalla Russia.

Le improbabilità del piano di Elon Musk per la pace in Ucraina

Quello definito dalla comunità Internazionale come una colossale farsa, con tanto di urne trasparenti e soldati armati che vanno casa per casa per “spingere” i locali a votare, restando lì davanti all’urna trasparente con ogni possibilità di vederne il risultato o quantomeno agire come dissuasori umani.

Quanto al presunto “errore di Kruscev”, va detto che Elon Musk sembra sposare la versione della storia rozzamente semplificata ed erronea offerta da Putin come giustificazione per “l’operazione speciale di denazificazione”.

Versione che curiosamente dimentica l’esistenza di eventi come il Memorandum di Budapest del 1994 sottoscritto sotto Boris Eltsin, col quale la Russia riconobbe l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini dell’epoca (che comprendevano anche la Crimea) in cambio della rinuncia di quest’ultima all’arsenale nucleare sovietico, che sarebbe stato consegnato alla Russia per la dismissione.

Dismissione che possiamo pacificamente ritenere non prevedesse minacciare di usarne altre per riprendersi la Crimea.

Crimea che peraltro dovrebbe inesplicabilmente “ricevere acqua dall’Ucraina” in qualcosa che più che un accordo pacifico somiglia all’antico adagio “Tagliare due fettine di cu*o e portare l’acqua con le orecchie”.

Taceremo sul concetto di “neutralità Ucraina”, specialmente alla luce del concetto di Neutralità Putinista che abbiamo visto più volte ritenersi realizzato solo dopo aver “denazificato l’Ucraina” cancellandone ogni vestigia di libertà, indipendenza e financo la cultura.

Le risposte non si sono fatte attendere.

Le risposte al piano

“Elon Musk, esiste un piano di pace migliore”, gli ha risposto in un altro tweet Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky -: 1. l’Ucraina libera i suoi territori. Compresa l’annessa Crimea. 2. La Russia subisce la smilitarizzazione e la denuclearizzazione obbligatoria in modo da non poter più minacciare gli altri. 3. I criminali di guerra affrontano un tribunale internazionale”.

Mentre l’Ambasciatore Ucraino Melnyk ha una risposta più breve. Dichiarando che un “Fancu*o”, ma diplomatico è la risposta che potrà porre fine alla controversia.

Reazioni alle quali Elon Musk ha replicato dichiarando di aver sempre supportato l’Ucraina, e la prova è il costo dell’infrastruttura Starlink usata dagli Ucraini e non dai Russi (nonostante un certo contributo economico degli USA).

Peskov ha dichiarato di apprezzare la proposta di Musk, citando il diniego di Zelensky di trattare con Putin in modo negativo.

Ci permettiamo rispettosamente di far notare che tra i candidati al Nobel per la Pace c’è Zelensky, ma mancano Putin, Peskov, Musk, Banana33, Fragolina79, Napalm51 e tutti i valorosi partecipanti social a questo interessante dibattito.

Ci sarà un motivo.

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