L’improbabile battaglione polacco LGBT esiste solo nelle fonti russe
L’improbabile battaglione polacco LGBT esiste solo nelle fonti russe, che ormai si cementano come garanzia di assurdità regalandoci costanti attacchi all’Occidente che tracimano nel grottesco
Le accuse sono ormai le stesse, un costante rumore di fondo che sembra vomitato più da uno spogliatoio di palestrati strafatti di ormoni e psicotropi che non dalla “macchina della Disinformazia Russa” ereditata da Stalin ed evolutasi nei loro nipotini degenerati: le c.d. #fontirusse.
Laddove Stalin usava false informazioni ai dissidenti per avvelenare la capacità Occidentale di avere informazioni sul Regime, laddove le Fonti Russe hanno creato cercato di creare dissenso intorno ai nemici del Putinismo e consenso verso un Putin mitizzato idolo di novax, spiriti liberi e tradizionalisti ex QAnon la de-evoluzione si è compiuta.
Le #fontirusse diventano ora un costante rantolo, un infantile pianto che vede i Russi popolo ipervirile, possente, ligio alle tradizioni e gonfio di muscoli e armi minacciato da improbabili armate di omossessuali drogati sovversivi e pedofili che non vogliono bene a Putin (ma in modo maschio) e minacciano l’intera società Russa di distruzione o omosessualizzazione, presentati come esiti equipollenti con una fortissima vena omofoba.
L’improbabile battaglione polacco LGBT esiste solo nelle fonti russe
La cosa più ironica è che l’accusa di mandare un battaglione polacco LGBT a distruggere la Russia, autentico anatema in una Russia che venera il culto della virilità dei suoi leader così tanto da avere in onda improbabili reality dove si invita lo spettatore a casa a stanare l’omosessuale nascosto colpisce la Polonia.
Paese che negli anni abbiamo visto avere posizioni non proprio di completa apertura verso la comunità LGBT, dove solo a giugno 2022 si è chiusa la saga definita delle “zone LGBT-Free” e dove una lunga tradizione culturale che affonda le sue radici nella dominazione sovietica rende l’idea stessa di una “armata LGBT” quantomeno una tarasconata da fonte russa.
Il canale indipendente Nexta, fonte di opposizione al Governo Bielorusso, non può che confermare. Il video, che vede immagini di soldati in loop malamente montate su sottotitoli fatti in casa e pure male, viene bollato come “propaganda Vatnik”
Termine questo inizialmente usato per definire le tipiche giacche indossate dai cittadini sovietici di ceto medio-basso prima della scivolata verso lo stile Gopnik e poi diventato sinonimo est europeo di “Fonte Russa”.
Il Vatnik viene infatti descritto come un invasato supporter di Putin, spesso di scarsa cultura e di ridotte possibilità di estendere la stessa, diventato “utile idiota” al servizio della propaganda russa come costante spammatore seriale di fake news.
Conclusione
L’improbabile battaglione polacco LGBT esiste solo in un montaggio fatto male e diffuso dalle “fonti russe”, bollato come “Propaganda Vatnik”.
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