Il gruppo Facebook “Con Salvini alle politiche 2019” ci darebbe da lavorare da qui fino ai prossimi dieci anni. Un avvertimento ai frequentatori di questa pagina: non è il profilo ufficiale del Ministro dell’Interno. Tra le tante pubblicazioni, ad opera di un gruppo di admin piuttosto agguerriti, una in particolare è stata sottoposta alla nostra attenzione.
Il post dice: «L’imam espulso: «Vi uccideremo e mangeremo i vostri cadaveri». Inquietantissimo, soprattutto considerando che, lungi dall’essere un allarmismo gratuito, sembra che l’imam Mahmoud Jebali abbia pronunciato più o meno queste parole. Prima di essere espulso dall’Italia. A gennaio. L’espulsione è riportata da Il Messaggero e da Padova – Il Gazzettino tra il 10 e l’11 gennaio. Il 31enne è arrivato in Italia su un barcone e non possedeva un permesso di soggiorno al momento dell’arresto a Padova.
Il post del gruppo Facebook “Con Salvini alle politiche 2019” prosegue dando informazioni biografiche su Mahmoud Jebali. «Lo strano caso del Tunisino arrrivato a Lampedusa con le ONG : prete, falsario, rapinatore, spacciatore di droga e ” dulcis in fundo, pure cannibale : una vera “risorsa”». Chiudendo un occhio sulle evidenti sgrammaticature, la didascalia non dice il falso. Effettivamente Mahmoud Jebali era stato arrestato per furto, utilizzo illecito di carte di credito e detenzione di stupefacenti. Messo sotto osservazione grazie a segnalazioni di guardie carcerarie, l’imam sarebbe voluto andare a combattere in Siria una volta uscito di prigione.
Era diventato punto di riferimento per tutti i credenti e praticanti del carcere. Ma non c’è niente di illecito nel celebrare la sacralità del venerdì. Hanno portato all’espulsione dall’Italia di Mahmoud Jebali alcuni apprezzamenti a video a tema ‘la macellazione lecita di un cristiano’. Insomma, un individuo decisamente border line. Le forze dell’ordine e il Nucleo investigativo Centrale hanno provveduto alla sicurezza dei cittadini. Ma dove gli admin di “Con Salvini alle politiche 2019” abbiano saputo che l’imam tunisino sia sbarcato in Italia grazie ad ONG è un vero e proprio mistero. La scelta di denominarlo ‘risorsa’ ha contribuito a suscitare quella barbara indinniazione nei confronti della senatrice Laura Boldrini, come si può leggere da alcuni commenti.
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