Ci segnalano i nostri contatti una serie di condivisioni che con sguaiata e ridanciana ilarità hanno condiviso il Twitter di Laura Boldrini Al fianco delle ragazze e dei ragazzi che chiedono di ridurre l’IVA sugli assorbenti.
Premessa: il Tweet è vero
Perché evidenziare quel i ragazzi con corteggio di risatine e battutacce, è il tipico esempio del pruriginoso e morboso analfabetismo funzionale che attanaglia ed avvelena il dibattito politico.
In realtà sarebbe bastato cliccare sul video e non sulla pletora di insulti, variamente a sfondo omofobo, sessuale e xenofobo (vi facciamo solo immaginare le allusioni sessuali a base di uomini di colore superdotati che in questo preciso istante sono state comunicate all’interessata assieme ai nomi e cognomi di chi le ha vergate…) per comprendere che, effettivamente, il riferimento è ad una manifestazione del 31 maggio dove uomini e donne hanno protestato assieme contro la c.d. Tampon Tax.
E francamente, ci è incomprensibile il motivo di tale sguaiata ironia.
Noi stessi ci siamo occupati della Tampon Tax, e senza alcun input o feedback politico.
Vi sveliamo un piccolo segreto: il collaboratore che ha parlato dell’IVA sugli assorbenti è un uomo. Distante qualche primavera dai “ragazzi che chiedono di ridurre l’IVA sugli assorbenti”, ma comunque è un uomo.
E ci domandiamo cosa ci sia di strano in un uomo che si occupa di un problema che, come abbiamo descritto, impatta la salute e la produttività di una intera Nazione.
Abbiamo letto di ricette assai più bizzarre per risollevare i destini produttivi dell’Italia: francamente, a noi sembra invece che mantenere il 50% della forza lavoro produttiva anche per cinque giorni al mese (quando va bene) in cui la stessa abbisogna di strumenti che vengono tassati al pari di beni di lusso sia invece una ricetta semplice ed economica per ottemperare a tale incombente.
Per maggiori dettagli sulla Tampon Tax e perché i “ragazzi che chiedono di ridurre l’IVA sugli assorbenti” probabilmente sono persone savie ed avvedute più di voi che vi contorcete nel riso tipico dello stolto potrete leggere il nostro precedente articolo.
Nel frattempo, vi ricordo che non esistono ragioni ostative perché un ragazzo protesti per una causa femminile. Oltretutto, a voler ripagare grossolana cattiveria con cattiveria, potremmo insinuare che quei ragazzi sono a conoscenza di un semplice fatto. Anche volendo essere egoisti e pensare solo a se stessi, un giorno quei ragazzi saranno mariti e padri. Parteciperanno al bilancio di una famiglia comprendente anche donne, e nel bilancio si interrogheranno sul perché una confezione di assorbenti gravi sul fisco più di una scatola di tartufo fresco. Potremmo quindi insinuare che chi invece ride scomposto e ridanciano sa che finirà i suoi giorni solo, senza né prole né moglie.
Ma torniamo al concetto cardine per cui non esistono ragioni ostative perché un ragazzo protesti per una causa femminile.
Ad esempio, ogni santissima volta che pubblichiamo una notizia sugli animali, veniamo stimolati da numerose persone variamente interessate. Alcune educate e conferenti, altre meno, non è questo il punto.
Dovremmo forse rispondere loro ridendogli in faccia, perché per parlare dei diritti degli animali non umani devi essere un gibbone, un cammello, un cane o un cavallo?
Bisogna forse essere vittima di discriminazione per essere contro la discriminazione?
Quale assurda nazione di egoisti siamo diventati, se si trova risibile l’idea che qualcuno voglia scendere in piazza per concedere diritti a qualcun altro?
Se domani cominciassimo a rispondere a tutti quelli che hanno riso dandosi pacche sulle spalle a vicenda per questa bizzarra prova di Analfabetismo Funzionale con
Fatti tuoi, scrivitelo tu l’articolo, frega solo a te, l’antibuffala che ti hanno fatto la buffala sono ca**i tuoi!
Sareste più contenti? Crediamo proprio di no.
E ci stupiamo di come miopi stiate diventando.
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