Libero Giovanni Brusca, ma tutto nasce dal decreto legge del 15 gennaio 1991 e non dai magistrati. La scarcerazione di Giovanni Brusca, mafioso che diede vita alla strage di Capaci, ha creato tanta indignazione sul web, con diversi commenti che stanno inondando le varie pagine social ed anche Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone ucciso durante quell’attentato, ha voluto dire la sua.
In passato, alcuni premi per Giovanni Brusca avevano già scosso l’opinione pubblica italiana, come riportato attraverso articoli specifici. La donna si è mostrata alquanto addolorata dal punto di vista umano, ma ha anche evidenziato come sia stata la legge a scarcerare Brusca, legge tra l’altro voluta proprio da Giovanni Falcone ed in quanto tale va assolutamente rispettata.
Il criminale senza scrupoli Brusca, che diede vita alla strage di Capaci e fece sciogliere nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, è rimasto solo 25 anni in carcere, pena troppo leggera diranno molti, ma è ciò che dice la legge. Come infatti detto da Maria Falcone, fu proprio Giovanni Falcone che, insieme ad Antonino Scopelliti, riuscì a spingere questa legge sui collaboratori di giustizia che venne approvata in parlamento il 15 gennaio del 1991. Una legge voluta dal magistrato ucciso proprio da Brusca e dall’unico giudice ucciso dalla ‘ndrangheta in Calabria.
Una situazione alquanto paradossale, ma reale che Falcone ha voluto fortemente e che permette di scontare parte della pena a quei mafiosi che, durante il periodo di carcere, decidono di fornire informazioni fondamentali alla magistratura per risolvere indagini, svelare le identità dei mafiosi o sventare reati legati alla criminalità organizzata. Per Falcone era più importante ricevere informazioni dettagliate per incastrare qualche malavitoso, piuttosto che catturarne pochi e lasciarli marcire in galera.
In questo modo furono creati i collaboratori di giustizia che aiutarono i magistrati ad incastrare altri boss malavitosi. Lo scopo di questa legge è stato quindi alquanto chiaro e non è mai stata cambiata nell’arco di tutti questi anni, vista come potente strumento in mano ai magistrati. La mafia poteva essere combattuta solo avendo al proprio fianco chi aveva fatto parte di questo atto criminale assolutamente vergognoso.
Il decreto è disponibile per tutti online. Una legge che ha consentito lo scarceramento del dolore e creato dolore ricordando quei tragici eventi commessi da questo mafioso. Dunque, se da un lato è vero che ormai sia libero Giovanni Brusca, dall’altro era doveroso ridare credito ai magistrati menzionando il decreto legge 15 gennaio 1991 voluta anche da Falcone.
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