DISINFORMAZIONE Lezioni di comunismo alle elementari – bufale.net
Un nostro contatto pistoiese ci invia questo articolo, rilanciato dalla stampa nazionale, contenente una serie di accuse rivolte a Giampietro Lippi, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani, sede di Cervia, accusato di indottrinamento per aver tenuto un ciclo di lezioni sulla Resistenza.
La notizia è vera: ciò che non è condivisibile è l’accusa di “indottrinamento di partito” che, per completezza, la stampa riporta essere stata rivolta da uno dei genitori e le riletture dell’iniziativa in salsa “propaganda di partito”.
Scopriamo infatti da una lettura delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione che il programma Ministeriale per le scuole elementari già di suo deve prevedere ampio spazio dedicato ai movimenti di resistenza, infatti a pag. 42 del citato elaborato leggiamo:
La storia generale a scuola
Occorre, dunque, aggiornare gli argomenti di studio, adeguandoli alle nuove prospettive, facendo sì che la storia nelle sue varie dimensioni – mondiale, europea, italiana e locale – si presenti come un intreccio significativo di persone, culture, economie, religioni, avvenimenti che hanno costituito processi di grande rilevanza per la comprensione del mondo attuale: dal preistorico alle prime società del protostorico, dalle grandi civiltà antiche alla colonizzazione greca e al processo di unificazione del Mediterraneo, dalla costituzione dell’Impero Romano alla diffusione del Cristianesimo, dalla progressiva strutturazione dei territori alla nascita di una società ricca per i diversi apporti di genti e di culture nel Medioevo; dall’Umanesimo e dal Rinascimento alle scoperte geografiche e all’espansione europea, dalla Riforma protestante alla costruzione degli stati moderni; dalla Rivoluzione scientifica all’Illuminismo e alla formazione di stati di diritto; dalla colonizzazione alla formazione degli stati nazionali, in particolare quello italiano, dall’industrializzazione al diffondersi della società di massa e all’emancipazione femminile; dai conflitti mondiali all’affermazione di dittature e all’espansione della democrazia, dai movimenti di resistenza alla formazione della Repubblica italiana, dalla decolonizzazione all’avvento della globalizzazione; dalle rivoluzioni scientifiche alla rivoluzione digitale.
Anche per tale ragione non possiamo che raccogliere lo sfogo del Lippi:
Il presidente dell’Anpi di Cervia, invece, è sconcertato dalle accuse: «Assurde, fuori luogo, senza senso – ci spiega al telefono – Io non faccio politica, racconto la storia, se le staffette partigiane erano comuniste o socialiste cosa devo farci, nasconderlo? Io sono un ex democristiano, si figuri, anche se adesso sì, sono iscritto al Pd. Questa iniziativa nelle scuole è nata insieme all’amministrazione comunale (guidata dal Pd, ndr ) e alla direzione didattica, per coinvolgere le scuole nel settantesimo anniversario della Liberazione a Cervia. C’è una bella differenza tra fare propaganda di partito e parlare delle staffette partigiane! Sono sconcertato dal livello culturale di certa gente, non meravigliamoci se l’Italia va male».
Nonché lo sfogo del nostro contatto, cerviano, che ci ha chiesto chiarimento:
Semplicemente il presidente dell’ANPI, Giampietro Lippi, ha svolto una serie di incontri nelle scuole cervesi e in ognuna di queste è stato assegnato un tema relativo alla Resistenza e a Pinarella è stato assegnato il tema delle “staffette partigiane”, cioè donne che portavano informazioni e oggetti utili ai vari gruppi partigiani dislocati nel territorio, facendo da collegamento.
E’ stato distribuito un opuscolo, scritto dallo stesso Lippi, che parla di tutte le staffette partigiane cervesi, alcune delle quali NON ERANO COMUNISTE, mentre altre lo erano.
Si narrano soltanto fatti storici e vicende personali di queste donne, MA NESSUNA LODE AL COMUNISMO.
Lo scrivente ritiene entrambe le spiegazioni altrettanto coerenti, e connesse all’applicazione dei programmi ministeriali. Posto che la Resistenza è un avvenimento storico realmente accaduto nella storia della nostra nazione, e posto che per direttiva ministeriale (di certo non risalente al presente governo: la Resistenza ha sempre fatto parte dei programmi di studio legati alla Seconda Guerra Mondiale) le articolazioni locali del secondo conflitto mondiale secondo hanno da sempre avuto preminenza sulla asettica e generale “storia mondiale del conflitto”, ne conviene che il miglior modo per parlare degli effetti di una guerra sul territorio locale sia raccogliere le parole di chi sul territorio c’era, ed in età idonea a prendere parte al conflitto medesimo.
Nessun intento apologetico, nessun rischio di contaminazione.
Quanto alle proteste dei genitori provenienti dall’Est, lo scrivente solidarizza col dolore umano presente nella storia di quelle terre, ma tende ad evidenziare che la lezione del Lippi non era basata sulla storia dell’Est Europeo, ma sulla situazione Italiana. Laddove, si ricorda, tra i Partigiani sebbene corposa fossa la presenza di membri del PCI c’erano folte e vive rappresentanze di tutti i partiti e sentire politici messi al bando dal Fascismo.
Fonte ANPI ci ricorda infatti che:
I maggiori partiti antifascisti organizzati – Partito Comunista, Partito Socialista, Democrazia Cristiana, Partito d’Azione, Partito Democratico del lavoro, Partito Liberale – costituirono il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) cui venne attribuita la direzione politica della lotta e nel seno del quale i comitati militari assunsero la responsabilità dell’organizzazione delle forze che andavano raccogliendosi in città e in montagna.
La protesta, per quanto umanamente comprensibile, è logicamente malposta: l’ANPI non è sovrapponibile al PC.
La notizia va pertanto rivista: non vi è stato alcun caso di indottrinamento.
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