L’Europa condanna il comunismo: il comunismo come il nazismo
Ci segnalano i nostri contatti una serie di condivisioni secondo cui l’UE avrebbe dichiarato il comunismo come il nazismo, rendendo illegali entrambi.
In realtà tale menzione è una grossolana semplificazione di una Risoluzione Europea.
Premessa: come tutti sanno le Risoluzioni sono atti di indirizzo non vincolanti, ancorché rilevanti per “provare il punto” su qualcosa.
Ed è proprio il punto che in questo casi si vuole provare ad aver infiammato il dibatitto social.
Casus belli è la risoluzione rubricata Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa che, tra l’altro
1. ricorda che, come sancito dall’articolo 2 TUE, l’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze; rammenta che questi valori sono comuni a tutti gli Stati membri;
2. sottolinea che la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della storia d’Europa, è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop, e dei suoi protocolli segreti, in base ai quali due regimi totalitari, che avevano in comune l’obiettivo di conquistare il mondo, hanno diviso l’Europa in due zone d’influenza;
3. ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità, e rammenta l’orrendo crimine dell’Olocausto perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari;
4. esprime il suo profondo rispetto per ciascuna delle vittime di questi regimi totalitari e invita tutte le istituzioni e gli attori dell’UE a fare tutto il possibile per garantire che gli orribili crimini totalitari contro l’umanità e le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani siano ricordati e portati dinanzi ai tribunali, nonché per assicurare che tali crimini non si ripetano mai più; sottolinea l’importanza di mantenere vivo il ricordo del passato, in quanto non può esserci riconciliazione senza memoria, e ribadisce la sua posizione unanime contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia;
5. invita tutti gli Stati membri dell’UE a formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista;
6. condanna tutte le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie, come il nazismo e lo stalinismo, all’interno dell’Unione;
7. condanna il revisionismo storico e la glorificazione dei collaboratori nazisti in alcuni Stati membri dell’UE; è profondamente preoccupato per la crescente accettazione di ideologie radicali e per il ritorno al fascismo, al razzismo, alla xenofobia e ad altre forme di intolleranza nell’Unione europea ed è turbato dalle notizie di collusione di leader politici, partiti politici e forze dell’ordine con movimenti radicali, razzisti e xenofobi di varia denominazione politica in alcuni Stati membri; invita gli Stati membri a condannare con la massima fermezza tali accadimenti, in quanto compromettono i valori di pace, libertà e democrazia dell’UE;
Riteniamo che una semplice applicazione della teoria degli insiemi possa ridimensionare, di molto, il concetto di condanna al comunismo contenuto nelle varie condivisioni sociali, nonché il concetto di comunismo come il nazismo.
Abbiamo infatti da un lato il blocco nazifascista nel suo complesso, nonché ogni singola ideologia di stampo nazista, dall’altro lato non l’insieme del “comunismo tutto”, ma dello Stalinismo e derivazioni (Khmer Rossi e co.)
Stalinismo incardinato nel momento storico del 23 agosto 1939, con la stipula del patto Molotov-Ribbentrop.
Insomma: non tutte le forme di comunismo sono staliniste, ma lo stalinismo è una forma di comunismo.
Interpretazione questa, corroborata dalle parole di David Sassoli, il quale rimarca che l’interpretazione del testo punta allo Stalinismo dal 1939 al 1989, quindi da Stalin a Gorbaciov, dal patto Ribbentrop-Molotov alla Glasnost
“Noi non vogliamo che tornino Paesi in cui le libertà fondamentali siano compromesse”, ha spiegato il presidente del Parlamento europeo, Sassoli, parlando a Bari, “ricordiamoci che quarant’anni fa, a Praga, che è casa nostra, arrivavamo i carri armati”. “Ci sono stati nella storia del Novecento dei fenomeni che non hanno consentito a tante persone di godere delle libertà. Nei Paesi europei, in particolare. Ecco il riferimento a quella risoluzione”.
In compenso, la formulazione particolarmente ampia della Risoluzione si presta a interpretazioni, ed il rischio delle “interpretazioni social in salsa equiparativa” era stato già denunciato
La risoluzione dell’Europarlamento sulla memoria europea che ha condannato il comunismo come sistema politico “totalitario” fa discutere LeU e David Sassoli.
“Comunismo e nazismo sono stati posti sullo stesso piano”, hanno denunciato Francesco Laforgia e Luca Pastorino, senatore e deputato di Liberi e Uguali, “una falsificazione ignobile come è ignobile che a votarla siano stati tanti sedicenti democratici nostrani”.“In un momento storico in cui avanzano gli estremismi di destra bisognerebbe porre maggiore attenzione alle verità storiche”, aggiungono i due esponenti di LeU, “queste distorsioni sono una pericolosa rilettura che finiscono per sdoganare ideologie neo-fasciste.
Insomma, ci vuole per la stesura di ogni testo di natura politica una fortissima attenzione, proprio perché oltre che da un pubblico tecnico dovrà essere letto da un pubblico atecnico, e anche se è un atto di indirizzo, prima o poi, nel momento in cui si
20. esorta gli Stati membri ad assicurare la loro conformità alle disposizioni della decisione quadro del Consiglio, in modo da contrastare le organizzazioni che incitano all’odio e alla violenza negli spazi pubblici e online, nonché a vietare di fatto i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione che esalti e glorifichi il nazismo e il fascismo o qualsiasi altra forma di totalitarismo, rispettando nel contempo l’ordinamento giuridico e le giurisdizioni nazionali;
dovrà incarnarsi in atti giuridici.
La senzazione avuta da diversi interpreti è quella di un atto di indirizzo rivolto espressamente all’attuale Russia, introducendo l’inevitabile sgrammaticatura politica del trattare una questione storica dal punto di vista politico-istituzionale.
Aprendo quindi la via a disinformazioni palesi e scontro istituzionale tra le forze che hanno votato la risoluzione.
Ripetiamo, è evidente che l’oggetto del testo sia la declinazione Stalinista del comunismo.
È evidente che l’oggetto sia limitato nello spazio e nel tempo: ma davvero vogliamo mettere in mano al Popolo della Rete convinto di aver sconfitto la mafia telefonando a Rosy Abate per annunciarle che se non avesse fermato il crimine organizzato una “ronda del piacere” sarebbe arrivata a casa sua per usarle violenza uno strumento del genere per trascinare ulteriormente il dibattito sociale, morale e civile verso il basso?
Per questo ci vuole un testo al di sopra di ogni interpretazione. Ricordando che al momento non solo permane, ma si discute di una ulteriore stretta di vite su
i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione che esalti e glorifichi il nazismo e il fascismo o qualsiasi altra forma di totalitarismo
Che, con una mossa destinata certamente al dibattito, ora comprende lo Stalinismo.
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