L’eterna fake news di Vasco Rossi morto, ma solo sui social
L’eterna fake news di Vasco Rossi morto, ma solo sui social continua a funestarci. Ci funesta su Facebook, ci funesta su Twitter, sui blog ora anche sui servizi di messaggeria.
Non c’è scampo dalle mille morti di un personaggio amato. Morti per calcolo, per clickbait, per qualsiasi motivo.
Quando ci è stata inoltrata la segnalazione su WhatsApp, un inoltro da chissà dove, sapevamo dove saremmo andati a finire.
Avevamo visto condivisioni della “presunta morte di Vasco Rossi”, quando un articolo intitolato “Lutto per Vasco Rossi, l’addio sui social commuove il web” in realtà conteneva il cordoglio del cantante per la morte di un suo fan, rinomato nella community della “Combriccola del Blasco”.
Ma ne abbiamo viste anche molto prima. Così prima da rendere l’eterna fake news di Vasco Rossi morto una vera e propria leggenda metropolitana moderna.
Leggenda che secondo il portale “Leggende Metropolitane” comincia dal 2003 e nello stesso identico modo.
Qualche titolo giornalistico un po’ enfatico che su Internet (all’epoca i Social non c’erano, il riferimento erano i gruppi Usenet) era diventato dapprima la prova di un ricovero in grandissime condizioni, poi la cronaca di una morte annunciata paragonata all’annuncio di Orson Wells sull’arrivo degli alieni.
E gli alieni sbarcarono ancora ed ancora: nel 2012 (con la portavoce Tania Sachs pronta ad annunciare l’intenzione del suo assistito di difendere il suo diritto a privacy e onorabilità in tutte le sedi titolate), e nel 2015, quando ci toccò sottoporre a fact checking la sua presunta morte a poche ore da un concerto nel quale ovviamente se fosse stato morto non avrebbe potuto esserci.
Vasco Rossi, purtroppo, sembra essere destinato ad un eterno ritorno di morti e rinascite tra click e condivisioni, attraverso numerosi social e numerose incarnazioni del web, sia 1.0 che 2.0
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