Ci segnalano i nostri contatti una storia drammatica a lieto fine pubblicata dai social di una nota rivista: un eroico bambino di tre anni che salva il padre dall’allergia alle api.
Secondo la narrazione estratta da una presunta “chiamata ai servizi di emergenza” del numero 999 (numero usato nel Regno Unito) il piccolo Zach avrebbe chiamato i soccorsi descrivendo una presunta “allergia al miele” e che il padre odia i fiori perché “fanno buzz buzz”.
Il commento della rivista chiosa che il geniale e brillante bambino era stato informato dell’allergia al veleno d’api del padre e quindi aveva chiamato i soccorsi.
C’è un solo problema: la storia non esiste.
Non esiste alcun piccolo Zach Redmond, non esiste un Thomas Redmond allergico alle api, la storia è tratta dal videogioco episodico “Dispatcher”.
Il videogame è una semplice storia interattiva a scelta multipla in cui il giocatore interpreta un operatore del Primo Soccorso di diversi paesi anglofoni ce che riceve una serie di telefonate.
La difficoltà del gioco nasce dal fatto che la persona in difficoltà è, come sovente accade agli operatori reali, un narratore inaffidabile: ad esempio nel primo capitolo la persona in difficoltà è la vittima di un sinistro stradale che omette a causa dello shock di dire di avere un frammento di metallo incastrato nella gamba. Se gli dirai di allontanarsi e chiamare i soccorsi, si renderà conto del frammento quando esso si staccherà provocandogli una forte emorraggia e perderai la partita causandoone la morte, se gli dirai di restare fermo noterà la ferita e potrai guidarlo nello stabilizzarla e salvarsi.
Il livello del piccolo Zach è il settimo, il penultimo (a parte l’episodio speciale natalizio) e quindi tra i più difficili.
L’audio è tratto da una partita “vittoriosa”: quando il piccolo Zach dice che il padre ha avuto un malore perché “ha la febbre del miele” e “non gli piacciono i fiori”, le scelte possibili sono due.
Il giocatore può interpretare le parole del bambino come un errore per “febbre da fieno” e dirgli di calmarsi, causando la morte del padre per shock anafilattico trascurato, o chiedere al bambino di spiegarsi meglio e, sentita la frase in cui il piccolo spiega che al padre “non piace sentire buzz buzz”, intuire che il padre soffre di melissofobia indotta dalla consapevolezza di una forte allergia al veleno d’api (quindi la “febbre del miele” spiegata dal bambino) e inviare immediantamente un’ambulanza sul posto dopo aver detto al bambino di cercare una epipen per praticare un’iniezione di adrenalina al padre.
Ironicamente la foto usata nell’articolo è tratta dal “finale negativo”, quello in cui il giocatore con trascuratezza dice al bambino di lasciar perdere e liberare il telefono, col gioco che mostra una foto di entrambi al giocatore perdente unitamente al necrologio di Thomas.
La storia a liet fine dell’eroico bambino di tre anni che salva il padre dall’allergia alle api è tratta dal videogioco a scelta multipla Dispatcher, per essere precisi dalla registrazione di una partita vittoriosa.
È possibile essere infatti sconfitti nel gioco minimizzando l’allarme del bambino virtuale e chiedendogli di interrompere la chiamata: in questo caso il Game Over vi avviserà di aver causato la morte del padre per omissione di soccorso.
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