Alcuni liquiderebbero la questione parlando di un Checco Zalone elogiato dai sovranisti, gli stessi che il comico ha sbeffeggiato nell’ultimo film Tolo Tolo e in altre occasioni. A questo giro, però, arriva un passo indietro dai social di Giorgia Meloni e Mario Adinolfi che a colpi di tweet hanno celebrato la performance del comico pugliese sul palco dell’Ariston ieri sera, mercoledì 2 febbraio.
Nel corso della seconda serata del Festival di Sanremo, Checco Zalone ha portato in scena 3 gag: la prima è stata una fiaba LGBTQ+ recitata con cadenza calabrese – dettaglio che a molti abitanti della punta dello stivale non è piaciuto – sulla storia di una transgender brasiliana. Non sono mancati i doppi sensi, nella tipica narrazione di Zalone che nei suoi show punta a dipingere l’italiano medio con i suoi vizi, i suoi pregiudizi e le sue contraddizioni.
Nella seconda gag ha indossato i panni di Ragadi, rapper accompagnato dai musicisti Cisty e Fellea che si è lasciato andare in una serie di barre che sostanzialmente hanno preso un po’ in giro i rapper contemporanei e la loro tendenza a raccontare i successi ottenuti dopo una vita di stenti. Una vita di stenti che, nel caso di Ragadi, non è mai esistita.
Nella terza e ultima gag Zalone ha interpretato Oronzo Carrisi, virologo di Cellino San Marco nonché cugino del cantante e attore Al Bano. A questo giro lo sfottò era indirizzato ai virologi divenuti popolari nel contesto della pandemia del Covid-19. Oronzo spera che la pandemia non passi, perché solo con la pandemia riesce a portare a casa il pane.
Le 3 gag di Checco Zalone hanno diviso il pubblico: c’è, infatti, chi accusa il comico pugliese di aver messo in scena i cliché più gettonati – il transgender brasiliano, le battute a sfondo sessuale – e per questo ne condanna la performance paragonandola ai numeri di Pio e Amedeo.
Dall’altra parte, invece, Zalone ha ottenuto l’encomio di Giorgia Meloni e Mario Adinolfi. Quest’ultimo, ricordiamo, nella giornata di ieri si era scagliato contro Achille Lauro insieme a Simone Pillon. Oggi è invece ben disposto nei confronti del comico pugliese, e non manca di puntare il dito contro la sinistra e il politicamente corretto che Zalone, secondo il leader del PdF, metterebbe in ridicolo. Ecco il primo tweet di ieri sera:
Sempre grande Checco Zalone, è l’Alberto Sordi del XXI secolo italiano. La storia del nostro Paese sarà raccontata dai suoi film, dai suoi sketch e anche da questo passaggio a Sanremo nel 2022. Bravo, intelligente, non conformista, coraggioso come un artista deve saper essere.
Nelle ultime ore Mario Adinolfi ha aggiunto:
Come il disprezzo che circondava in Totò o Alberto Sordi perché facevano commedie e non film “socialmente impegnati” negli anni in cui socialmente impegnati voleva dire proni ai diktat Pci, così Checco Zalone è circondato dalla disistima di falsi intellos che nessuno ricorderà.
Nel primo pomeriggio di oggi, invece, è stato il turno di Giorgia Meloni:
I fanatici del politicamente corretto come al solito non gradiscono la comicità libera e partono all’attacco di Checco Zalone, con esponenti politici che chiedono le scuse o che venga “corretto il tiro” della sua satira. Che tristezza. Viva Zalone e la comicità libera e pungente.
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