L’emozionante bufala di John Titor: una storia basata sul retro
Siamo nell’anno 2000, per essere precisi nel novembre del 2000. Ad un anno da quello che questa rubrica considera il punto finale dell’era del Retro, chiusa, considerando le console vintage, col Game Boy Advance e con la sesta generazione delle console.
In alcuni forum legati al viaggio del tempo compare un bizzarro personaggio, come vedremo imbevuto di tutta la cultura retro di cui solo un vero geek, il “nerd ma simpatico”, potrebbe essere impregnato fino al midollo, John Titor.
John Titor per un anno intero, quindi diventando egli stesso uno dei segnalini della fine dell’era del retrocomputing intratterrà i suoi simili con una narrazione che supererà in leggenda la storia di Polybius, il gioco della CIA.
Il presunto John Titor unirà Ritorno al Futuro, la saga di Terminator, Fallout, l’Esercito delle Dodici Scimmie ed un ferratissimo background nella cultura informatica di massa e non in una storia che, come una meteora, vivacizzerà il morente mondo dei Forum (i “social prima dei social”) per poi scomparire in un tempo descritto come quello del Marvel Cinematic Universe attuale, dimostrando come chiunque sia stato John Titor (abbiamo sospetti, non prove) abbia involontariamente riacceso il genere dei viaggi nel tempo.
L’emozionante bufala di John Titor: una storia basata sul retro
Ironicamente per una serie di bufale deliziosamente retro, la storia di Titor comincia da due fax inviati al programma radiofonico paranormale Coast to Coast AM nel 1998.
Programma noto per essere stato sovente additato come una calamita per complottisti e reso oggetto delle attenzioni di gente pronta a spergiurare di essere il protagonista di un videogame, di aver sparato a due Bigfoot di fila, di aver abbattuto un UFO o tutte le cose assieme.
L’episodio pilota
Naturalmente, nel 1998 i fax erano ancora una parte importante della vita quotidiana di ogni ufficio, alternativi se non preferenziali rispetto alle email, e tra un avvistamento di UFO ed un avvistamento di Pirati UFO Art Bell, il conduttore della trasmissione, si trovò in mano due fax che sembravano provenire da una sceneggiatura scartata per Terminator.
I primi due fax di Titor sono da considerarsi pertanto un episodio pilota della saga, e come tale assai difforme dai post del 2000.
Tranquilli, Titor ha una spiegazione anche per questa cosa cosa che, spoiler, è la stessa che in futuro sarà usata dalla TVA della Serie Televisiva Loki e nel recentissimo film Deadpool and Wolverine.
All’epoca Titor era più parco di spiegazioni e assai più fumantino: dichiara di essersi sentito motivato a mandare ben due fax alla trasmissione del paranormale stufo di sentire alla radio di “presunti viaggiatori del tempo” e piccato del fatto di essere l’unico vero crononauta in un mondo di cialtroni: spiegherà comunque che il suo non è proprio un “viaggio nel tempo” ma, come in Avengers: Endgame lui è in grado di saltare di linee temporali in linee temporali, ma a differenza degli eroi Marvel ha trovato il modo per tornare sempre alla sua (semplicemente partendo “una frazione di secondo dopo”, qualunque cosa voglia dire).
Titor decide pertanto di avvisarci assai magnanimamente che nel 1999 moriremo tutti per causa del Millennium Bug (previsione corretta per ovvi motivi nel prodotto finale) spingendo i governi a instaurare la legge marziale, un regime dittatoriale di stampo comunista mondiale, la Russia sarà distrutta a causa dell’esplosione di diverse centrali nucleari (e, contemporaneamente, “salverà milioni di americani dal loro Governo“…), la Cina invaderà Taiwan (scritto “Tiawan”), Israele vincerà “una grande battaglia” e John Titor in tutto questo passerà il tuo suo tempo a spu**anare allegramente la nostra linea temporale “perché sì” spingendo il se stesso del passato a fare lobby per costruire un “grande grattacielo” a New York, tronfio della sua macchina del tempo made in CERN.
Un secondo fax dichiarerà che i Russi (nonostante nel precedente fax siano tutti denotati) “aiuteranno l’America ma non il suo governo” e non bisognerebbe essere paranoici nei loro confronti (e questa la archiviamo tra le previsioni finite male), e manda una foto della sua prodigiosa macchina del tempo.
In entrambi i Fax Titor introduce una spiegazione al suo viaggio eccellente per tarpare le ali ai rivali crononauti: la fine del mondo è prevista per l’anno 2564, tutti i veri viaggiatori del tempo sanno che se vai oltre trovi solo il vuoto cosmico e quindi tutti coloro che dichiarano di provenire da oltre quella data sono dei gran cazzari e una trasmissione basata su interviste a gente che spara ai Bigfoot per hobby dovrebbe ignorarli per il suo prestigio.
Praticamente, Titor-98 si presentava come la versione non necessaria dell’adesivo “spegnete i vostri computer prima della mezzanotte”, però dichiarando che in caso contrario il mondo sarebbe finito nel 2564, gli USA sarebbero diventati una tirannide militare e Yeltsin e il suo delfino Putin ci avrebbero salvati. Rendendo quindi Titor-98 meno utile di un adesivo da computer e meno divertente della media degli spettatori della trasmissione.
Titor spera che portando con sé le registrazioni del programma paranormale-ufologico troverà il modo per salvare il mondo. E qui finisce l’epiosodio pilota.
Episodio uno: un nuovo inizio
La storia di Titor si perse tra UFO, viaggiatori del tempo e paranormale.
Arriviamo così a Novembre del 2000, e il presunto Titor deve procurarsi del nuovo materiale e alla svelta perché ormai il Millennium Bug è diventato inutilizzabile come spauracchio.
E diciamolo, partire con un fax ad una trasmissione paranormale era esattamente il contrario di quello che serviva per essere virali e raggiungere un grande pubblico.
Il nerd tipico, che si pregia della sua superiore razionalità, difficilmente accetterebbe spiegazioni ufologico-mistiche, e potrebbe aver mal digerito la storia sul Millennium Bug letale.
Titor decide di correggere il tiro: rubando una pagina da Ritorno al Futuro, dichiara di avere una vera e propria macchina del tempo, nel senso di una rapida e scattante autovettura, una Chevrolet del 1967 (tanto per non dover rendere tutto ovvio usando una DeLorean) equipaggiata con un dispositivo di viaggio nel tempo, e di voler non più evitare l’Apocalisse grazie all’aiuto dei seguaci di una trasmissione radiofonica sul complotto (per capirci, immaginate un viaggiatore del tempo che dichiari di voler parlare a Mistero con Daniele Bossari e Adam Kadmon dello Gnomo Armato di Ascia convinto che lo stesso possa salvare il Pianeta Terra con la sua possente arma).
Dichiara di voler procurarsi un retrocomputer a basso costo, l’IBM 5100 Portable Computer, prototipo di quello che sarebbe diventato la categoria dei “portabili”, gli antenati dei portatili, ovvero computer con tastiera e memorie di massa nello stesso guscio di un monitor, ma composto in modo da poter essere facilmente portato a mano da un posto all’altro.
Nel mondo futuro di Titor infatti il bug del 2036, l’errore di data che dovrebbe colpire i sistemi basati su UNIX, è considerato di difficile risoluzione perché vi sarà nel futuro scarsità di retrocomputers e suo nonno gli avrebbe rivelato che l’IBM 5100 era in grado di far girare tutti i programmi necessari da solo.
Il che è vero, ancorché era un dato noto solamente ai collezionisti duri e puri e ai ricercatori, dando quindi alla storia un elemento realistico e del tutto verosimile, nonché di grande curiosità.
Ovviamente questo “Titor 2.0” rispetto all’altro aveva una maggiore cognizione degli argomenti di cui stava trattando, o quantomeno una superiore padronanza della narrativa.
Nella nuova storia Titor avrebbe quindi la missione di andare nel 1975 a procurarsi un IBM 5100 nuovo di pacca, e si sarebbe fermato nell’allora presente dell’anno 2000 solo per curiosità, per ricongiungersi coi familiari, procurarsi delle foto di infanzia perdute, per vedere se stesso da ragazzino e per vedere di persona se tutto quello che gli avevano detto del Millennium Bug corrispondeva a verità.
Non è chiaro a questo punto se Titor-2000 è Titor-98 che in qualche modo ha cambiato il futuro e quindi si è trovato latore di una nuova missione, o questo è il reboot migliorato della vecchia narrazione.
Ma questa volta la narrativa ha funzionato.
La leggenda di Titor
Titor era entrato già col piede giusto: abbiamo visto le estreme difficoltà di un fan del retro di procurarsi esemplari antichi e costosi, tutti abbiamo desiderato una macchina del tempo per andare a comprarci ad esempio il Computer delle Hot Wheels quando costava cento dollari e un calcio nel sedere e venderlo a qualche “divo del Tubo” per quaranta volte tanto allo scopo di squartarlo e rivestirci un moderno PC da gaming di lusso.
Titor approfitta inoltre delle possibilità multimediali dei forum per rendere la sua storia interattiva: ora gli utenti possono fargli domande in tempo reale, e non deve più partire all’attacco per accreditarsi come unico vero crononauta in un oceano di schizzati.
Si accredita come un crononauta in vacanza con tempo da perdere e volontà di parlare del futuro ai curiosi.
E arricchisce la narrazione con tutta la sci-fi più rinomata dell’epoca, ma ben intessuta: un tempo avremmo chiamato la sua storia un “centone”, ovvero un romanzetto derivativo ottenuto cucendo mille trame e tutte assieme, ma bene.
Il nuovo Titor è quindi un soldato dell’anno 2036, soddisfatto di essersi comprato il suo IBM 5100 nuovo di pacca per debuggare i computer del suo tempo, armato di una macchina del tempo della General Electrics, basata su un progetto del CERN dell’allora futuro 2002 (non è un mistero che il CERN stesse lavorando sui buchi neri) che per funzionare ha bisogno di essere trapiantata in un veicolo.
La Chevrolet della prima storia, poi rivenduta e sostituita da un camioncino per muoversi indisturbato nel 2000 fino al momento della sua ripartenza, naturalmente mantenendo la prodigiosa macchina del tempo.
Come ulteriore dettaglio di “credibilità” Titor si offrì di fare “carpooling” temporale con tutti coloro interessati a seguirlo: avrebbe portato gli interessati a fare un giretto nel 1975 (incerimoniosamente offrendosi di lasciarvi chi decidesse di cambiare vita e ripartire senza di loro…), cambiato nuovamente veicolo per poi ripartire nel suo mondo futuro.
Mondo futuro basato sulle distopie alla Terminator con una pesante strizzata d’occhio al movimento “survivalista” americano, quello del Burt Gummer della saga di Tremors poco incline a pagare le tasse ma molto incline a rinchiudersi in bunker pieni di armi e cibo in scatola aspettando l’Apocalisse ormai prossima.
In uno sbocco iracondo prelevato dal “pilot”, Titor infatti descrive gli abitanti del nostro presente come “Pecore” e “stupidi pigroni”, con accenti simili al complottista tipico (probabilmente in una captatio benevolentiae verso la categoria), accusando chiunque non gli avesse creduto di essere uno dei pecoroni citati e di doversi preoccupare del disprezzo degli uomini del futuro.
Il futuro secondo Titor
Ovviamente, un futuro alla Terminator in cui Titor è, a seconda del messaggio (a volte tendeva a perdere un po’ di coerenza), un valoroso soldato o un valoroso disertore.
Nel mondo di Titor, almeno il secondo mondo, il 2004 sarebbe stato un anno di enormi conflitti. Non più il Millennium Bug, ma una lunga serie di piccoli logoranti conflitti senza una causa apparente avrebbero portato alla Legge Marziale, l’annullamento dei giochi Olimpici di Atene 2004, la scissione degli USA in cinque blocchi contrastanti.
Oltre a cercare di salvarci tutti dal Morbo della Mucca Pazza, Titor cercò inoltre di avvisarci che nel 2015 sarebbe scoppiata una guerra atomica tra Russia e USA (sulla falsariga di quella tra Cina e USA in Fallout) che avrebbe distrutto il mondo: ciò nonostante l’America di Titor sarebbe diventata una landa rurale dove tutti coltivano la terra e vivono felici in armonia, salvo il servizio militare obbligatorio dato dal costante stato di faida e guerra civile tra i cinque blocchi (ma con capitale nel Nebraska…) ma, curiosamente, tutti hanno Internet.
Praticamente il sogno segreto del moderno complottista.
Uno dei punti più inverosimili della vecchia narrazione viene così corretto: Titor non può viaggiare liberamente nello spaziotempo perché ci sarà “una data di scadenza” per la Terra, ma semplicemente la “nuova” macchina del tempo, più “realisticamente” della precedente ha ora dei limiti che la rendono più umana, quindi più credibile.
Titor potrebbe andare nel futuro e nel passato, ma più si spinge nel tempo, più è difficile selezionare la “linea temporale” corretta. Sessanta anni (quindi il 2096 e il 1976) diventano il limite entro il quale scegliere la linea temporale corretta diventa difficile e si può finire in veri e propri “mondi alternativi”, rischiando quindi di non trovare quello che desideri trovarvi.
Con una strizzata d’occhio all’episodio pilota, Titor collega anche il “proto-Titor” a se stesso introducendo una giustificazione al ricorso ad un programma di ufologia: gli UFO, per Titor, sono viaggiatori del tempo di un futuro ancora più remoto, che quindi vengono da linee temporali così divergenti che la stessa evoluzione e tecnologia ora hanno forme incomprensibili per gli abitanti delle linee temporali più simili alla nostra.
Nella narrazione di Titor-2000 non viene più detto che oltre l’anno 2500 la Terra sarà distrutta e quindi i viaggiatori di quell’anno sono dei falsi, ma i viaggiatori di date troppo remote potrebbero esere gli UFO, forme evolutive della specie umana avanzatissime e in grado di viaggiare nel cosmo e con interesse zero a partecipare a trasmissioni televisive e radiofoniche di linee temporali diverse dalla loro.
Quando non si accredita come un disertore ma come un eroico milite, Titor fornisce anche insegne per il suo corpo di armata, la 177ma Brigata Spaziotemporale, con tanto di motto ispirato a Ovidio e una Singolarità di Kell come toppa militare.
Dopo un anno Titor decide di chiudere i battenti. Dichiara di essere pronto a ripartire per il futuro (anche se tecnicamente avrebbe tutto il tempo del mondo), saluta tutti, invita gli uomini del presente a “lasciare sempre una tanica di benzina nel bagagliaio perché non si sa mai”, mangiare con moderazione, vivere “come se non potessimo più tornare a casa” e sparisce, probabilmente per portare nella sua comune/America del futuro il suo carico di retrocomputer e album fotografici di famiglia che “aveva perso” (ma a questo punto si era anche rubato da solo, potremmo dire), lasciandoci consigli da massaia di Voghera e mille sogni.
I sospetti
Come detto, al momento non sappiamo chi ha creato la burla di Titor. A parte il fatto che ovviamente, coi giochi di Atene regolarmente celebrati, la Russia che ha altro a cui pensare rispetto a nuclearizzare gli USA, la Guerra Civile che esiste solo nei post di Elon Musk, pezzo dopo pezzo le previsioni di Titor, per quanto intriganti, si sono poi rivelate fallaci.
Detective privati e quello che definiremmo oggi investigazioni OSINT, ovvero Open Source, puntano il dito sull’avvocato della John Titor Foundation, stabilita in Florida nel 2003, tale Lawrence H. Haber come fonte degli indirizzi IP dei messaggi di Titor.
Avvocato perito in diritto di autore e attivo nel mondo dello spettacolo, con clienti tra le principali multinazionali delle produzioni cinematografiche.
Non ci sono prove e Haber non ha mai accettato “l’accusa”, ma va comunque detto che chiunque abbia creato la storia di Titor univa in sé la perfetta conoscenza del mondo dei media, le capacità di produrre anche dei mockup, modellini e documentazione convincenti e una capacità di “leggere l’atmosfera” che avremmo solo trovato in un professionista.
John Rick Haber, fratello di Lawrence, è inoltre un eccellente ingegnere informatico: esattamente il genere di persona in grado di conoscere il valore di un IBM 5100.
Dall’unione di un avvocato esperto in diritto di autore e con conoscenze cinematografiche superiori ed un eccellente ingegnere informatico non poteva che nascere la più coinvolgente e accattivante delle storie.
Ma senza una conferma, potebbe essere chiunque abbia sommato in sé quelle capacità.
Quindi delle persone va detto estremamente capaci, abili, ottimi sceneggiatori con competenze superiori sia nella narrativa che nel diritto d’autore che nella scienza informatica, tutti uniti da una attenzione al dettaglio tipica del migliore dei narratori e pronte a creare un universo coinvolgente ed una “Bibbia Narrativa” basata su un lavoro certosino di ricerca di conoscenze sul retrocomputing e su interessi tecnologici.
Non è neppure detto vi sia un singolo Titor: Titor-98 è lontano anni luce dalla perfezione di Titor-2000 ad esempio, e per quanto Titor-98 potrebbe essere il semplice “pilot” dello stesso scrittore, potrebbe anche essere che qualcuno entrato in possesso dei fax abbia riconosciuto il valore del diamante grezzo che aveva di fronte per riscriverlo.
Chiunque sia Titor-2000, se i fratelli Haber o un altro soggetto con comprovate competenze pari o superiori alle loro immani capacità, semplicemente Titor-98 (leggeremo insieme nei prossimi capitoli) non gli si avvicinava neppure.
Perché la storia di Titor funziona
Funziona perché ha mille elementi che nella loro inverosimilità sono verosimili. Non nella storia viene creata “una macchina del tempo” in stile Ritorno al Futuro, ma Titor si spinge a fornire un manuale dattiloscritto, fotografie di modellini della vettura (delle vetture?) coinvolta e tecnobubbole altisonanti sul funzionamento della macchina temporale con ispirazione sottile dei grandi e amati classici della fantascienza, gettando così il lettore all’interno di una storia fantastica della quale avrebbe potuto diventare personaggio, semplicemente credendovi (ottenendo quindi il sogno di avere Titor che ti offre un carpooling spaziotemporale).
Funziona perché come abbiamo visto Titor strizzava costantemente l’occhio alle fasce più nerd e fringe della popolazione, frequentatori abituali dei forum, promuovendo uno stile di vita vegan-survivalista e presentandosi non più come lo spocchioso viaggiatore del tempo intenzionato a ristabilire il suo primato intellettuale del 1998, ma una figura eroica e generosa contrapposta alle “pecore del mainstream”, con lo stesso meccanismo per cui i complottisti odierni si rendono simpatici al mondo.
Inoltre le capacità tecniche espresse da Titor hanno impressionato davvero gli addetti ai lavori: anche tra chi aveva effettivamente lavorato all’IBM 5100, si diffuse il sospetto che chiunque fosse Titor dovesse essere un collega burlone o un ingegnere veramente capace.
Uno dei punti di forza della storia è che fu una delle prime (se non la seconda) fiction collaborativa, e molti negli anni fecero la loro parte: ancora nel 2006 qualcuno cercò di brevettare la “Macchina del tempo di Titor” facendo riferimento ai meccanismi descritti dallo stesso, ovviamente non funzionanti e riportando pedissequamente la storia raccontata.
Dove la storia non funzionava
Il troppo stroppia: come si dice. L’esistenza di un tentativo di brevettare John Titor dimostra quantomeno l’interesse di sfruttare la storia. Storia che come abbiamo visto era pregna di suggestioni non solo cinematografiche, ma letterarie, con brani di Michio Kaku e Pat Frank ovviamente riconoscibili.
Non solo chiunque fosse dietro John Titor stava attingendo a piene mani dalla fantascienza più bella, ma direttamente da quella retro che colpiva al cuore i sogni dei lettori.
E nel farlo, era come se l’autore non avesse resistito alla tentazione di firmarsi.
Tutto questo evitando l’enorme elefante nell’armadio: Titor dichiara di aver più volte visto il sé stesso bambino, ma nessun John Titor o ragazzino compatibile con le sue descrizioni sembra mai essere esistito.
Infine ricordiamo l’esperimento teorico di Stephen Hawking, che organizzò un party per viaggiatori del tempo distribuendo gli inviti solo a party ormai terminato.
Alla fine, il party fu un insuccesso quando eventuali viaggiatori spaziotemporali sarebbero stati in grado di cambiare il passato accorrendo in massa, e forse avremmo rivisto John Titor stesso.
Ma la prova più grande dell’inesistenza dei viaggi nel tempo è proprio l'”episodio pilota” costituito dai fax di Titor-98, le cui previsioni sono assurdamente sbagliate anche per gli standard del successivo Titor-2000.
Laddove Titor-2000 ha infatti basato la sua narrazione su conoscenze tecniche al confine del nerd (vedasi IBM-5100), una conoscenza esoterica di tutti i principali romanzi di fantascienza e un’attenzione spasmodica agli eventi di cronaca (inserendo il “morbo della mucca pazza” nella narrazione), Titor-98 ha semplicemente impastato l’isteria complottista per il Millennium Bug (che, anche se non fosse stato mitigato, avrebbe avuto effetti affini al “Venerdì nero di Crowdstrike” e non avrebbe certo provocato la dissoluzione del Governo USA e una Apocalisse Militare Mondiale…) con un po’ dell’affetto per Yeltsin tracimato in seguito nel Putinismo e già presente in alcuni ambiti del mondo complottista, dando origine a previsioni del tutto sbalestrate e “soluzioni” da “cappello di stagnola”, come affidarsi a Yeltsin per la salvezza dal Governo, passare il Capodanno del 1999 in un bunker anziché telefonando al proprio tecnico informatico di riferimento per chiedere del proprio PC da ufficio e prevedere una “fine del mondo e dell’universo” in data arbitraria.
Titor-2000 ha fatto del suo meglio per otturare le falle, introducendo il concetto che ogni viaggio abbia il potenziale di cambiare la linea temporale in meglio, quindi salvandoci dal Millennium Bug e “staccandoci” dalla Russia, ma anche così gli stessi esperti che ad esempio hanno lodato l’introduzione nella narrativa dell’IBM 5100 e della sua prodigiosa interoperabilità con diversi linguaggi e sistemi dell’epoca non hanno potuto che storcere il naso davanti ad un Titor-98 pronto a giurare che l’umanità non fosse pronta al Millennium Bug, evento da cui si preparava da almeno venti anni con assiduità e cinquanta con mera cognizione di causa, ben più ignorante e confusionario del Titor-2000 genio dell’elettronica e del retrocomputing.
Oltre che ovvio indizio della natura fittizia della storia, possiamo contare tutto questo come indizio della “teoria dei due Titor”, che vedrebbbe i fax di Titor-98 non essere “l’episodio pilota” di una serie pubblicata poi nel 2000, ma Titor-2000 essere il rifacimento integrale di Titor-98 scritto però da sole persone assai competenti anziché l’incapace Titor-98.
Titor oggi
Nel 2004 alcuni utenti dei forum di solite frequentazioni di John Titor annunciarono la burla, ma anche che Titor ci teneva a far sapere agli uomini del presente di aver avuto una vita lunga e felice e di essere morto dopo aver debuggato tutti i computer del mondo del futuro.
Non si capirà mai se era una exit strategy del Titor-Scrittore o semplicemente un fan che, captato che Titor non sarebbe mai più tornato, ha cercato di scrivere un lieto fine per le sue vicende.
Un altro utente annunciò che Titor era una burla, ma non sappiamo neppure in questo caso se fosse una confessione o un’impressione.
La storia di Titor ha comunque a suo modo riacceso l’interesse per il retro e per un certo tipo di narrazione: i “misteri” dell’IBM 5100 divennero da semisconosciuta curiosità per i nerd del retro un dato acquisito.
La citata Fondazione John Titor provò a capitalizzare sul successo della storia pubblicando il libro John Titor: A Time Traveler’s Tale, che però non ebbe ulteriori ristampe (e questo conta tra gli indizi che legano i fratelli Haber quantomeno a “Titor-2000”).
Nei fumetti della Marvel John Titor viene citato come uno degli avatar del pre-esistente personaggio di Kang il Conquistatore, viaggiatore del tempo dalle intenzioni tutt’altro che benevole che talora si finge un’entità eroica e caritatevole per ingannare i suoi avversari e perseguire la sua ambizione di dominio sullo spazio-tempo.
Un altro grande successo di Titor è aver riacceso l’attenzione per il genere ARG, “Alternate Reality Game” lanciato dal racconto “Ong’s Hat” degli anni ’80, storia interattiva immaginaria di quattro docenti universitari che avevano scoperto come viaggiare tra dimensioni e universi paralleli.
Dopo Titor il genere ha visto creazioni come The Beast (2001), Ben Drowned (2010) e ARG promozionali creati per giochi come Portal e Halo: narrazioni di personaggi inesistenti, ma su forum e siti internet reali, che invitavano giocatori umani a risolvere il mistero creato da un “Maestro di Gioco” pronto a schierare una legione di personaggi virtuali.
Il videogame del genere visual adventure (romanzo a scelta multipla, però progettato per computer e console) divenuto anime Steins;Gate è però il tributo più grande alla storia di John Titor: nella narrazione John Titor è in realtà una ragazza, l’energetica Suzuha Amane, figlia futura del migliore amico del protagonista, proveniente da una linea temporale in cui il SERN (parodia del CERN citato nella storia di Titor) ha sviluppato una macchina del tempo funzionante e combatte una battaglia sotterranea attraverso il tempo e lo spazio contro il protagonista stesso (il giovane e bizzarro inventore freelance Rintaro Okabe), il SERN per il mondo occidentale e il crudele e arrivista Shouichi Makise, finanziato dalla Russia (altro elemento preso dalle storie di Titor-2000).
In una rilettura della storia di Titor, la giovane Suzuha viene mandata da un gruppo di guerrieri della resistenza, tra cui un maturo ormai dolente Rintaro, a cercare un computer IBN 5100 nel 1975 (parodia dell’IBM 5100), necessario a Rintaro per cancellare i dati relativi alle sue ricerche sullo spazio tempo finiti in mano al SERN (nella finzione Rintaro ha scoperto il modo per mandare messaggi indietro nel tempo, il SERN e Makise padre hanno scoperto come spostare esseri umani). Anche qui ci sono due linee temporali, come per “Titor-98” e “Titor-2000”: in una la giovane arriva nel 1975, ma vi rimane a causa di una amnesia e si suicida per il dolore di aver fallito la missione, nella seconda decide di restare nel 2025 per assistere un Rintaro ormai trentenne nel suo piano per privare l’umanità, dimostratasi immeritevole, dei doni del viaggio nel tempo, salvare la donna amata e regalarsi una vita noiosa e banale ma pacifica.
A questo punto, riechieggiando ancrora il finale della “vera” storia di Titor, Suzuha tornerà al futuro, e nell’epilogo dell’anime Rintaro e Kurisu, ora finalmente una coppia fissa e unici al mondo in grado di comprendere i misteri del viaggio temporale, faranno alla loro salvatrice un ultimo regalo: si impegneranno a trovare moglie al suo futuro padre, il goffo Itaru Hashida, convincendo la nuova coppia a mettere su famiglia in tempo per assicurarsi la nascita di Suzuha anche nella linea temporale senza viaggiatori del tempo.
“John Titor” viene rivelato essere un omaggio proprio al goffo Itaru, noto su Internet come “Barrel Titor” (variante anglicizzata del suo nome e riferimento alla sua stazza imponente).
Una proposta per la “Fondazione Titor”
Ovviamente lo scopo del sunto dell’ultimo omaggio non è rovinarvi la sorpresa (la serie è abbastanza datata, e comunque godibile), ma proporre alla “Fondazione Titor” o chi per essa un nuovo finale in tempo per l’anniversario del 25mo anno dal viaggio di Titor-2000 (distinto come abbiamo visto da Titor-98) meno scontato del “E Titor portò a termine la sua missione”.
Provate a immaginarlo: Titor ri-retconna (ovvero riscrive) la sua sparata paracomplottistica sugli uomini del presente “Pecore pigre” e dichiara di aver compreso che è stato il viaggio del tempo a causare la Grande Guerra del 2015, gli sconvolgimenti mondiali del 2004 e la distruzione degli USA.
Rivela quindi che se adesso siamo comunque abbastanza inguaiati (ci siamo fatti tre anni di Pandemia e tre di guerra Russia-Ucraina, abbiamo il Medio-Oriente in fiamme) ma “meno” è perché Titor-2000 è riuscito a rientrare in contatto con Titor-98 convincendolo non a “far costruire grattacieli” per divertirsi, ma a riprendersi il Viaggio del Tempo, dichiarando il genere umano immeritevole di giocare con l’intreccio dell’Esistenza, cancellando il “futuro cattivo” e impegnandosi a costruirsene uno decente o quasi alla vecchia maniera, ovvero chiedendo al nuovo “Titor presente” (Titor-98 istruito allo scopo e che ha vissuto una vita in pace) di vivere un giorno alla volta assieme ai suoi cari, al nonno scienziato e a tutta la famiglia, fregandosene allegramente della missione e decidendo che viaggiare nel tempo è più un guaio che un beneficio e a volte è meglio farsi i fatti propri e smettere di fare l’eroe.
E, come il Doc Brown di Ritorno al Futuro, spiegare un’ultima volta ai suoi “fan” che il futuro di nessuno è mai stato scritto, ed è come ce lo creeremo, senza improbabili aiuti di gente tornata “indietro dal futuro”.
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