Lega, pesanti accuse al sindaco di Apricena arrestato oggi: “Macchina criminale, in 6 mesi 20 reati seri”
La Lega viaggia a gonfie vele, come avrete intuito dal nostro approfondimento sul sondaggio politico di oggi 23 luglio secondo Mentana e LA7, ma Salvini e soci ora dovranno fronteggiare una vera e propria patata bollente riguardante il sindaco di Apricena, Antonio Potenza. Nonostante sia il primo cittadino di un piccolo comune in provincia di Foggia, il suo nome non è nuovo ai Media essendo stato il pioniere tra i sindaci del Carroccio in Puglia. Dettaglio non di poco conto considerando la storia di questo schieramento politico in Italia.
Un contributo molto importante arriva oggi da Foggia Today, con cui potremo mettere maggiormente a fuoco la storia del sindaco di Apricena. In realtà il quadro penale che si configura per Potenza appare grave e pesante, considerando quanto è stato dichiarato da Enrico Infante, sostituto procuratore del Tribunale di Foggia. A suo dire, infatti, si era venuta a creare “una macchina criminale attiva da tempo che strumentalizzava gli uffici pubblici e se non ci fosse stata la collaborazione di chi ha denunciato e la solerzia della Guardia di Finanza, avrebbe continuato per lungo tempo ancora”.
In attesa di maggiori dettagli sulla questione riguardante il sindaco di Apricena, immortalato in passato insieme a Salvini dopo l’importante risultato elettorale ottenuto in Puglia, ad oggi possiamo affermare che Potenza sia agli arresti domiciliari con tre capi d’imputazione molto chiari e allo stesso tempo complessi. In primo luogo, il sindaco pare usasse l’auto del Comune per questioni private.
Ma le accuse più gravi riguardano da un lato alcuni favori concessi in cambio di voti, al punto da far lavorare un suo collaboratore in una ditta che aveva appaltato lavori del Municipio. Successivamente, si è scoperto che Potenza abbia installato a spese delle casse comunali un vero e proprio impianto di videosorveglianza nel suo ufficio. Il motivo? Il sindaco di Apricena aveva appena scoperto le cimici messe dai magistrati.
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